Spire e punti metallici

Boris e Paolo | Strani anelli |

Siamo cresciuti in un periodo in cui, come sottolinea con precisione Onofrio Catacchio, l’edicola era una trappola. Ci siamo sempre cascati. Ripetutamente. In questo modo, abbiamo dimostrato di essere meno furbi dei topi che vediamo su youtube mentre, ripresi da una videocamera a infrarossi, mangiano languidamente il formaggio dopo aver fatto scattare il meccanismo con un attrezzo che ha loro permesso di rimanere alla larga dalla morsa mortale.

Ancora oggi, quando passiamo davanti a un’edicola, la nostra salivazione aumenta, proprio come succedeva ai cani del dottor Ivan Petrovič Pavlov cui, ricordiamolo, venivano concessi pasti frequenti.

I chioschi in giro sono pochissimi. I pochi rimasti sono stati sostituiti da comodi negozi in cui bisogna infilarsi, uno alla volta, aspettando il proprio turno nel rispetto delle regole del distanziamento sociale. Quando entriamo in edicola, guardiamo tutti gli espositori e facciamo incetta di pubblicazioni che, già lo sappiamo, ci deluderanno.

A quel punto paghiamo e usciamo dal negozio per essere accolti dagli sguardi furenti dei clienti che hanno dovuto rispettare il nostro rito a loro dire interminabile. È una condanna che siamo disposti a sopportare, solo ci dispiace un po’ che la mascherina non copra anche quegli occhiacci accusatori.

In cima alla mazzetta di giornali e riviste che portiamo sotto il braccio abbiamo cura di tenere “Film TV”, una delle pubblicazioni che compriamo con maggior piacere: ha spesso bellissime copertine disegnate da Giorgio Santucci, stampate su carta sottile e porosa. Questa settimana – e, se fai in fretta, forse ce n’è in giro ancora qualche copia – un individuo mascherato con un cappello di feltro cinge il collo di una donna terrorizzata. Lo strillo recita: “40 anni dopo: Speciale Mario Bava”.

Sulla copertina di “Film TV”, Santucci ha distribuito un’infilata di piccoli gioielli che rendono quel settimanale inconfondibile. Si tratta di immagini disegnate con un nero profondissime, colorate con una campitura, quasi sempre uniforme, con un colore primario. Un’immagine con pochi effetti, precisa e affilata, che omaggia un immaginario che galleggia tra pulp e cinema d’essai. Su quelle copertine abbiamo visto sfilare Rutger Hauer / Roy Batty coperto della stessa pioggia che cancella le sue lacrime, i vendicatori unirsi alle spalle di Stan Lee, la mano di un morto vivente emergere all’alba in onore di George A. Romero, Kurt Russell / Snake Plissken pronto a salvare il presidente, Sylvester Stallone / Rocky che grida “Adriaaaaaanaa!” con la faccia tumefatta…

Gli speciali di “Film TV” non sono mai veramente degli speciali. Vengono raccolti sotto quell’etichetta un paio di articoli, non lunghissimi, dedicati allo stesso fenomeno e la locandina staccabile al centro della rivista. Uno dei due articoli dedicati a Mario Bava s’intitola “Il manierista annoiato” ed è firmato da Alberto Pezzotta. Ci piace molto perché ci offre il racconto rilassato fatto da un tipo che conosce perfettamente il tema di cui discute. Non c’è alcuna ostentazione o esigenza di dimostrare. Alla fine del pezzo, una nota ricorda che Pezzotta è autore di un libro su Bava che non conosciamo. Toccherà rimediare.

Non siamo dei grandi conoscitori di Bava ma, quando nel 2014 GONGA, un gruppo inglese di cui non sapevamo nulla, ha pubblicato una cover di Black Sabbath, abbiamo consumato youtube per settimane guardando a nastro un video costruito montando scene da I tre volti della paura (1963) e ascoltando la voce di Beth Gibbons dei Portishead.

Dopo lo speciale, il numero di “Film TV” che abbiamo tra le mani infila “La quinta dimensione”, un articolo scritto da Gabriele Ferrari che racconta le origini della serie Ai confini della realtà (Twilight Zone) inventata da Rod Serling. Amiamo la fantascienza, amiamo le costruzioni narrative di Serling (e di Richard Matheson, che abbiamo conosciuto tra le pagine di un “Urania” preso proprio in edicola attirati dalla copertina di Karel Thole) e amiamo Twilight Zone. Scorriamo la lista dei migliori dieci episodi della serie, con due pensieri distinti e distanti. Da un lato, vogliamo sapere se ce li ricordiamo e se ci sono i nostri preferiti; dall’altro, ci chiediamo perché ogni analisi debba sempre risolversi in agonismo che produce classifiche e top ten.

Detto questo, il nostro primo contatto con la zona del crepuscolo è avvenuto al cinema. Nel 1983 Joe Dante, Steven Spielberg, John Landis e George Miller dirigono i quattro episodi (e la cornice che li racchiude) di Twilight Zone: The Movie. È un film di cui si parla sempre con un po’ di pudore perché, durante le riprese dell’episodio di Dante, un elicottero che, per esplicita richiesta del regista volava a bassa quota di notte in mezzo alle esplosioni, è precipitato sugli attori, uccidendo Vic Morrow, l’attore protagonista, e due bambine, Myca Dinh Le e Renee Shin-Yi Chen. Di quel film abbiamo amato in particolar modo l’episodio del Gremlin.

E non riusciamo a pensare a quell’episodio senza che ci ritorni prepotentemente in mente questa meravigliosa copertina di Walt Kelly, realizzata durante il suo periodo disneyano. Kelly aveva dedicato a quelle creaturine maligne, tutte prese dalla necessità di danneggiare gli aeroplani, una serie di episodi di due pagine. Gli arrivavano dal character design per un cortometraggio mai realizzato, dedicato proprio ai Gremlin, e tratto dal primo racconto mai pubblicato di Roald Dahl (che, per evitare che questo strano anello non si chiuda mai più, non seguiremo. Ciao, Roald. Alla prossima).

Ma torniamo alla rivista che stiamo sfogliando. La maggior parte di “Film TV” è dedicata alla programmazione televisiva. Non siamo dei grandi frequentatori della “tetta di vetro” (la definizione è di Harlan Ellison e anche lui lo abbiamo incontrato, per la prima volta, tra le pagine di un “Urania” preso in edicola): di solito la usiamo come monitor per trasmetterci cose che abbiamo scelto. Siccome stiamo parlandoti di una rivista che arriva in edicola proprio per raccontarti, tutte le settimane, la programmazione televisiva, ci sentiamo in dovere di consigliarti qualcosa.

Più tardi, a mezzanotte, su RAI 5 c’è B.B. King: The Life of Riley, documentario sulla vita del gigantesco B.B. King, girato da Jon Brewer nel 2012. Questo solo se stai leggendo questo strano anello nel giorno della sua pubblicazione. Se no, fa’ come noi: cercalo in rete e guardalo quando ti pare.

Questo strano anello è costruito intorno a “Film TV” 22 del 2 giugno 2020 e parla di:

  • Le copertine di “Film TV”, anche quelle disegnate da Giorgio Santucci, le puoi guardare in carrellata sul profilo instagram della rivista.
  • Alberto Pezzotta, Mario Bava, Il Castoro, 2013 (solo ebook).
  • GONGA (feat. Beth Gibbons), Black Sabbeth, 2014.
  • Joe Dante, Steven Spielberg, John Landis e George Miller, The Twilight Zone: The Movie, 1983
  • Walt Kelly, copertina di “Walt Disney’s Comics and Stories” 34, Dell Publishing, 1943
  • Jon Brewer, BB King: The Life of Riley, 2012

Per avvolgere le sue spire, abbiamo pensato al rosso degli effetti speciali di Mario Bava e ci siamo regalati un melone al Porto.
Funziona così. Prendi un melone retato, ne tagli le estremità e lo apri in due. Lo svuoti dei semi con un cucchiaio, fino a quando non risulta pulito e asciutto. Poggi una metà su un piatto e riempi la cavità che prima ospitava i semi di Porto rosso (scegli la marca che che preferisci). A questo punto lo mangi a cucchiaio, avendo cura di lasciare i bocconi a intridersi di vino liquoroso un po’ prima di addentarli.

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