di Giancarlo Ascari, Elfo
È l’inizio del 1977 e ho 25 anni. Da un anno mi sono laureato in Architettura con una tesi sull’insediamento dei primi immigrati extraeuropei a Milano, tra qualche mese nascerà mio figlio. Ho da poco lasciato il BCD, una casa editrice alternativa che pubblica libri e audiovisivi per le scuole medie e le 150 ore [1]. Ogni giorno scoppiano bombe o qualcuno viene ucciso, è una cosa che va avanti dai giorni di Piazza Fontana e ci si è quasi abituati: il lungo ’68 italiano e la strategia della tensione si confronteranno duramente fino ai primi anni Ottanta. Sto iniziando a disegnare la mia prima storia a fumetti, che uscirà ad agosto su “Alter alter”: il protagonista è un detective stropicciato che si chiama come un reporter milanese dell’Ottocento, Paolo Valera. Mi contatta Gammalibri, un editore vicino ai radicali che ha messo a segno qualche successo: il libro di Paolo Sollier (un calciatore che milita nella sinistra extraparlamentare), la prima collana italiana sulla musica rock. Vorrebbe una versione a fumetti dello Statuto dei Lavoratori, la legge del 1970 che norma «la tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro». Io non ho ancora uno stile di disegno definito (e forse non lo avrò mai, dato che ancora nel 2020 mi cambia sotto le dita a ogni lavoro), quindi invento una linea grafica a metà tra il Signor Bonaventura e l’underground americano. Poi affronto il vero problema: mi si chiede di svolgere il tema in modo satirico, ma mi trovo alle prese con una legge che rappresenta la più grande vittoria sindacale uscita dalle lotte dell’autunno caldo. Quindi, a differenza dell’editore, sento la necessità di conciliare l’ironia con il rispetto del testo; un gioco di equilibri abbastanza delicato. Inoltre proprio nel ’77 stanno emergendo nuovi movimenti e figure sociali con cui inevitabilmente devo fare i conti: il femminismo, il proletariato giovanile, i precari. Così decido di mettere in evidenza i lavoratori studenti, le donne, la nocività in fabbrica, il lavoro nero. Ne verrà fuori un libro in cui l’ironia prevale sulla satira, ma abbastanza preciso nel sottolineare alcune contraddizioni tra la norma e la realtà. Forse per questo, oggi che lo Statuto dei Lavoratori compie 50 anni, può ancora funzionare come filo conduttore per un incontro della Fondazione Feltrinelli dedicato al tema.
Lo Statuto dei Lavoratori Illustrato è il mio primo libro a fumetti ed è uscito nel marzo del 1977, il secondo (Love Stores) arriverà nel 2005. Evidentemente sono un tipo da lunga marcia.
[1] Un monte ore di permessi retribuiti per la formazione professionale e non, conquistato nel 1970 con lo Statuto dei Lavoratori dai metalmeccanici e poi esteso a quasi tutti i contratti nazionali.