Durante il periodo della pandemia e del lockdown ero ossessionata dai video di fantasmi, e mi sono affezionata particolarmente a un canale youtube che si chiama Slapped Ham. Il contenuto si può sintetizzare in una frase pronunciata una volta da Kallen, il suo presentatore icona: «No one is truly safe from the Paranormal». Nessuno è mai davvero al sicuro dal soprannaturale.
Per essere una che è cresciuta in uno stato di paura cronica sono davvero fissata con libri e film che negli elenchi per parole chiave ricadono nella categoria “Horror Soprannaturale”. La definizione è grossolana, l’orrore non mi interessa. Il sangue, i serial killer, la tortura, sono argomenti troppo vicini alla realtà, quella che tracimava dal televisore che ho buttato via anni fa. È cronaca. È quella cosa inevitabile che percepisco con profonda tristezza all’inizio di un incubo. Quello che mi appassiona è l’Unheimlich, il Perturbante. Quella cosa che, dice Freud, appartiene certamente alla sfera dello spaventoso ma risale a quanto ci è noto da lungo tempo. Scrittrici come Shirley Jackson ne hanno fatto un uso sublime, in scene in cui il confine tra la normalità e il disastro si assottiglia fino a diventare trasparente. In italiano è stato tradotto come il Sinistro, o lo Spaesamento. Ma lo Spaesamento per me è quando mi perdo e provo un terrore vero, il panico di chi non sa orientarsi e può perdersi in un centro commerciale, in una stazione, in una strada a cento metri dall’albergo, col cuore che batte fortissimo in gola rendendo difficile anche chiedere informazioni. Non è affascinante, è una disabilità. Sinistro ha una connotazione forte: vattene, Sinistro! E poi Ursula Le Guin ci ricorda che la luce è la mano sinistra delle tenebre. Perturbante invece evoca cieli tempestosi, nuvole che si ammassano: pioverà sulla tovaglia a quadretti stesa sull’erba, sul piatto semivuoto, sul giocattolo abbandonato? E dove si ripareranno quelli che pensavano di fare un picnic?
Io prediligo le storie in cui l’elemento stonato si infila pian piano, con un oggetto spostato in una stanza chiusa, il tocco di una mano di qualcuno che non c’è, la persona conosciuta che cambia espressione all’improvviso, la scomparsa o ricomparsa di piccoli oggetti: mentre l’apparizione di un cavallo sarebbe meravigliosa, la comparsa di un anello sconosciuto in una ciotola può gelare il sangue.
È proprio l’elemento di trivialità che mi ha incantata e resa per tre mesi dipendente da Slapped Ham. Prima di tutto il nome: ma che nome è? Ho indagato e scoperto che inizialmente era un canale che si occupava – la scritta è rimasta sullo sfondo azzurro dei primi due o tre secondi – di “Countdowns, Lists and Facts about Everything”. Un maialino rosa compariva e tirava una cordicella che accendeva una luce. Era quindi uno dei miliardi di canali che ti stupiscono con le listicle delle “Dieci attrici bambine che non riconosceresti”, mescolando i dieci alberghi più infestati d’America con elenchi di celebrità distrutte dalla chirurgia plastica. Poi si sono accorti che il botto delle visualizzazioni lo facevano gli episodi dedicati al soprannaturale, e il canale si è concentrato su quello. Molti episodi superano i due milioni di visualizzazioni e il conduttore, Kallen, con la sua inconfondibile voce educata e la rituale introduzione «Hi, I am Kallen and this is Slapped Ham, siete pronti a vedere dei video veramente terrificanti?», ci ha guidati ormai per centinaia di puntate attraverso tutto il catalogo del Paranormal che, come il porno, ha una serie di nicchie note agli appassionati.
Io, incline alla vertigine dell’elenco, vi dirò innanzitutto delle riprese delle security cam nei negozi o installate fuori dalle porte di casa, una pratica diffusissima negli Stati Uniti, che registrano presenze incappucciate o roba che cade dagli scaffali, dell’incontro con i criptidi, animali umanoidi di cui si parla nelle svariate leggende della rete, sempre inquadrati male per poche frazioni di secondo con illuminazione dubbia, degli avvistamenti di alieni, oggetti in cielo ma anche piccole figure grigie e distorte, delle presenze misteriose in case abitate da trentenni spaventati che girano riprendendo col telefono le stanze, per lo più al buio (e mi domando ma perché), ma talvolta con le luci accese e sono questi i video che preferisco, quelli in cui succede qualcosa di minuscolo, per esempio un piccolo robot giapponese in una normalissima stanza dei giochi che, non visto, muove la testa ma puoi rivederlo con calma quando per cinque volte Kallem torna indietro e ci fa rivedere il dettaglio in slow motion, a volte cerchiato o indicato da una freccia gigante. Vi dirò degli esploratori di luoghi abbandonati che entrano con videocamere e luci sulla fronte in edifici in rovina, bunker, miniere, per poi fuggire urlando imprecazioni che se in inglese sono coperte da bip ma se pronunciate in qualsiasi altra lingua spingono Kallen a chiedere aiuto agli ascoltatori per identificarla e scorrono impunemente. Una volta ho beccato un video in italiano, era divertentissimo capire che per Kyle era come se fosse in malese mentre per me era una specie di scenetta familiare, quasi buffa. Ci sono le apparizioni in mezzo alla strada intraviste per poche frazioni di secondo. Le avventure nei boschi. Le registrazioni EVP, quelle in cui rumori ambigui e scomposti vengono interpretati come frasi con tutti gli accenti sbagliati che dicono Aiuto o Lei è nostra o È questo il nostro treno o Sto affogando. Ci sono speciali dedicati ai video su tiktok in cui gente che fa i lip-sync ballando nella propria cameretta con l’ultima canzone di Taylor Swift urla di terrore quando una porta si apre e si richiude da sola sbattendo forte. Puntate su thread di 4Chan. Misteriosi annunci su Reddit. Ho scoperto l’esistenza di un mondo di cinema underground polacco che produce corti terrificanti come Magiczny świat Ani, Il magico mondo di Ania, che la prima volta che ho inserito in questo elenco, verso le due di notte, ha mandato in crash Word facendomi perdere tutto quello che avevo scritto fino a quel momento. Dimenticavo un altro classico, quello delle vecchie fotografie in cui compare un elemento anomalo – e Kallen ci domanda se non possa essere un viaggiatore temporale – o delle fotografie normalissime in cui appare una faccia distorta di bambino accanto al ginocchio di una ragazza che fa la V con le dita insieme ad altre quattro amiche in abito da ballo di fine anno…
Ogni episodio è una compilation di quattro o cinque video che arrivano non solo dagli Stati Uniti ma dall’India, dalla Corea, dall’Arabia Saudita, dal Messico e naturalmente da ogni singolo paese dell’est Europa. C’è sempre un momento in cui Kallen, con la sua voce al limite dell’ipnotico, ci fa notare che forse ci è sfuggito che nel riquadro della porta, nel riflesso di una finestra, nello specchietto retrovisore di un’automobile c’è qualcosa di inspiegabile, deforme o semplicemente fuori luogo, e poi si domanda se non possa essere una semplice Prank, uno scherzo, oppure se veramente non ci sia qualcosa di innaturale, ma lascia sempre a noi la possibilità di decidere nei commenti da postare nell’apposito spazio sottostante. Mi fa ridere perché mentre alcuni video sono veramente perturbanti altri sono poco più che ombre, riflessi oppure incontri col soprannaturale inscenati neanche tanto bene, e persino nella voce di Kallen si insinua una sorta di pazienza e incoraggiamento: non preferiremmo forse tutti che quello che stiamo vedendo fosse davvero il contatto con qualcosa di sovraumano, subumano o comunque altro, alieno? Ci sono persone che confessano nei commenti di addormentarsi al suono della voce di Kallen, appoggiano il telefono sul cuscino, fanno scorrere i video e mentre la voce insieme rassicurante professionale e incalzante di Kyle parla di apparizioni di fantasmi spettri ululati in case abbandonate – e sappiamo che ci inviterà sempre a lasciare un commento in the section below – sprofondano in un sono tranquillo.
Durante la pandemia ho guardato centinaia di episodi, non si poteva uscire, gli amici li sentivo per telefono o in chat, i colleghi in videoconferenze che spesso erano sgranate e implausibili come i video degli esploratori di case infestate, con audio gracchianti per connessioni instabili in cui ci si parlava sopra durante riunioni infinite, scandite da Hai il microfono spento oppure Guarda che sei congelato, si sente la voce ma l’immagine è fissa. Alla fine mal di testa, nausea, desiderio di solitudine. E la notte rastrellavo i video inviati da utenti con nomi inaffidabili come Douchebearz o Shadydick83, cercando qualcosa, un brivido, una inquietudine diversa dalla paura del virus, dei morti, delle ambulanze che passavano di continuo sotto casa mia dirette all’ospedale, a poche centinaia di metri da qui. Già per me c’era un elemento di orrore troppo reale nel maialino dei primi secondi, quello che non sapeva di essere un prosciutto.
Ho una particolare predilezione per le creature da leggende metropolitane, che hanno nomi affascinanti come The Rake, The Mothman, The Slenderman, The Shadow People. Amo che vengano avvistati esseri che sono nati da videogiochi, film, racconti Creepypasta: ciò che viene immaginato viene prima o poi avvistato, ripreso col cellulare e inviato a Kallen che ci chiederà se crediamo che sia un fotomontaggio oppure siamo convinti che ci sia davvero qualcosa di paranormale, invitandoci a lasciare un commento nella sezione sottostante. Alcuni di noi si addormenteranno cullati dalla voce di Kallen, evidentemente non disturbati da urla, suoni stridenti, effetti sonori gotici e nemmeno dallo sponsor che pubblicizza un gioco on-line in cui orchi attaccano mostri e un attimo dopo si riprende a parlare di un mostro ripreso in una foresta del Nebraska con un curioso cortocircuito tra realtà e fantasia. Altri come me resteranno svegli per ore a guardare sfilare ogni tipo di variazione sul tema di ciò che non dovrebbe essere ma è, di ciò che forse non è ma potrebbe essere ma non a casa tua, in una casa vicina abbastanza da averne paura ma da non sentirci sconvolti nelle nostre certezze: che la cucina resterà immobile tutta la notte, che i barattoli sulla mensola non cambieranno di posto, e quando ci entreremo al mattino rincoglioniti dal sonno nessun cassetto si offrirà, aperto, mostrandoci forchette e coltelli in un osceno tentativo di convincerci che forse siamo stati noi ad aprirlo, stanotte.
Vive in un condominio affollato e rumoroso. Le sue coinquiline e i suoi coinquilini hanno fatto di tutto nella vita: bibliotecarie, animatrici culturali, speaker alla radio, cantanti, mogli, mariti, amanti, complici… Ora ascolta tutte e tutti e sembra abbia visto, letto e goduto di ogni cosa. Me lei sa che quell’obiettivo non è stato ancora raggiunto e che si trova alla deriva in un punto indeterminato del processo.
Una risposta su “Scary Monsters, Super Creep”