Te lo ricordi il mondo prima di google maps? Se eri in una città non tua, probabilmente avevi una mappa (un tempo le trovavi addirittura nelle reception degli alberghi e dei bed&breakfast). Dovevi dischiudere quel poster tascabile, sapendo che non saresti mai riuscito a richiuderlo assecondando le pieghe correttamente. Poi, per localizzare la tua posizione in quella distesa di strade e di incroci, ci mettevi un bel po’. Cercavi l’indicazione toponomastica in un indice, che di solito era stampato con caratteri piccolissimi nel posto più scomodo; ne riconoscevi le coordinate, maledicendo il grafico; e poi, un po’ spaesato, cercavi di capire la tua posizione nel mondo cercandoti in un quadrante oscuro, mentre il vento faceva cedere la carta lungo le piegature. A quel punto, come Totò e Peppino, capivi dove dovevi andare per andare dove dovevi andare.
Lo sappiamo bene. Muoversi nella lunga colonna di post di QUASI non è facile. Tutte le volte, cerchi di capire dove sei, perso in mezzo a quelle testatine che, a una prima occhiata sembrano tutte uguali. Devi osservarle attentamente per distinguere rubrica, titolo, autore e data di pubblicazione. Magari cerchi addirittura di capire quale sia l’illustrazione dietro alla testata. Per fortuna non c’è vento.
Siediti. Ti dobbiamo dire una cosa: lo abbiamo fatto apposta.
No, non ci sei antipatico. Non vogliamo renderti la vita difficile. È che a noi l’idea di un insieme di contenuti disparati, inscatolati in una homepage a blocchi, tutti assolutamente intercambiabili non interessa. È utile, certo: il lettore arriva, dà un’occhiata, apre a colpo sicuro la pagina che gli interessa, leggiucchia o scorre una galleria e se ne va. È utile ma non ci interessava farlo.
Vogliamo costruire una rivista. Lo abbiamo dichiarato da subito, nella testata. QUASI, prima di tutto, è una rivista; in secondo luogo non la legge nessuno – ma questo è un altro discorso, ci arriviamo. Hai in mente quelle sventolate di carta da poco, tenute insieme da due punti metallici, che compravi prima di prendere il treno o la metro? Subito le sfogliavi alla ricerca di ciò che ti dava più gusto leggere subito, prima della tua fermata, per tornare poi con calma sul resto. Tutto il resto. Leggere le riviste era, più o meno, una lenta e metodica ricerca del piacere.
Ecco. La nostra idea era di spingerti ad attardarti. A perdere tempo guadagnando, se possibile, in piacere. A divagare, riempiendoti gli occhi di goduria. Perché lo sguardo, che è l’argomento principale di QUASI, ha bisogno di indugiare sul mondo, sulle sue immagini, in modo da poter incontrare altri sguardi.
Una rivista però ha una periodicità. Qual è quella di QUASI? Dall’inizio di maggio vedi uscire almeno due post con cadenza quotidiana. Ma non è un’effemeride. Le serie di articoli che vedi uscire ogni giorno, sono costruite attorno a un’idea settimanale. QUASI ha una cadenza settimanale. Se sposti lo sguardo sulla colonna a destra, troverai una sezione intitolata “QUASI un settimanale”. Se entri in quella pagina, che è praticamente una mappa già aperta e che si ripiegherà benissimo, ci trovi gli indici di tutti i numeri usciti fino alla settimana in corso.
Ecco. Se parti da lì, vedi bene, dall’alto, cosa è QUASI. E vedi anche cosa spinge chi la fa. Nessuna missione pedagogica nei confronti di un qualsiasi pubblico. Il pubblico, quando esiste, sa cosa vuole e ha sempre qualcuno che glielo dà. Nessuna didattica. L’unica cosa utile che si impara a scuola è il desiderio di scappare dall’aula.
Quello che QUASI fa è questo: tracciare mappe per trovare quella via di fuga.
Sappiamo che le mappe che tracciamo non arrivano a indicare tutte le vie di fuga esistenti, perché per trovarne alcune ci mancano gli strumenti (per mancanza di tempo, per l’età, perché in fondo ci piace cazzeggiare nelle nostre comfort zone). Però ci piace pensare che non siamo ancora rincoglioniti come lo era Marcel Carné quando, nel 1968, ha girato Les jeunes loups. Siamo contemporanei a noi stessi e non vogliamo soluzioni di comodo per spiegarci quello che non riusciamo a comprendere.
Per questo invitiamo a gran voce le giovani lupe e i giovani lupi, che non temono di affrontare i leoni nascosti nelle zone inesplorate, a mandarci dispacci con coordinate, itinerari, percorsi, sfide, che ci permettano di disegnare ogni settimana nuove mappe.
Ecco. Per questo motivo QUASI è la rivista che non legge nessuno. Perché le mappe si disegnano. Insieme. E non si leggono, si usano. Insieme.
2 risposte su “Giovani denti”
Qualcuno che non vi legge ma sta divorando gli arretrati :)
A proposito di mappe ne approfitto per correggervi un’errore nell’indice del primo numero: l’articolo “A fuoco lento” punta per errore a “la domanda di Alice” invece che a https://www.obloaps.it/quasi/2020/05/08/a-fuoco-lento/
Paolo Interdonato
Corro a mettere a posto! Grazie