Trentasei e mezzo

Boris e Paolo | Consigli per editori distratti |

Gennaio 1984.

Si festeggia, con timore, l’ingresso nell’anno in cui la distopia orwelliana avrebbe dovuto realizzarsi; i giornali danno accurato conteggio delle profezie contenute nel romanzo che si sono realizzate. A proposito di giornalisti, la mafia uccide, a Catania, uno dei migliori tra loro, Giuseppe Fava, che, appena un anno prima, aveva fondato il mensile “I Siciliani”. La Apple mette in vendita il primo modello di Macintosh, il 128K, un parallelepipedo di tecnologia e innovazione e nessuno avrebbe immaginato l’ossessionante persistenza degli eredi di quel giocattolo. Esplode la più grande miniera di carbone del Giappone e i morti sono 83. Gli Stati Uniti e il Vaticano ristabiliscono completamente le relazioni diplomatiche; i rapporti si erano raffreddati quando, nel 1788, George Washington aveva fatto sapere a Pio VI, per il tramite di Benjamin Franklin, che il permesso della Santa Sede per nominare vescovi non era necessario.

Muoiono Alfred Kastler, premio Nobel per la Fisica, Tom Kelley, il fotografo cui si deve lo scatto di Marylin Monroe sulla copertina del primo numero di “Playboy”, Frederick Gibberd, architetto e urbanista inglese cui si deve la progettazione della città satellite di Harlow, Ray Moore, il fumettista che ha inventato Phantom con Lee Falk, Vassilis Tsitsanis, cantautore greco e figura fondamentale del Rebetiko, Luke Kelly, cofondatore dei Dubliners, il linguista Alberto Menarini e il giovanissimo cantante napoletano Patrizio.

In edicola ci sono un sacco di pubblicazioni. C’è “Topolino”, pubblicato ancora da Mondadori, affiancato dagli albi pubblicati da Renato Bianconi, “Braccio di Ferro”, “Geppo”, “Soldino”… Bonelli veleggia su “Tex” e “Zagor”, che paiono inossidabili, ma offre ai lettori anche “Mister No”, “Ken Parker” e “Martin Mystére”. “Diabolik” è una costante. Ci sono i settimanali: “Lanciostory”, Skorpio”, “Il Monello”, “L’Intrepido”, “Albo Blitz”… Un ampio settore è ancora dedicato alle riviste mensili di fumetti, quelle che in quegli anni iniziavamo a chiamare “d’autore”: l’immarcescibile “Linus”, l’ultima incarnazione di “Eureka!” diretta da Alfredo Castelli e Silver, “L’Eternauta”, “Alteralter”, “2984” (che aveva appena incrementato il titolo di un migliaio, per continuare a raccontare il futuro), “Totem”, “Frigidaire”. “Pilot”, “Corto Maltese” e, infine, “Orient Express” di Luigi Bernardi.

Proprio la casa editrice che pubblica “Orient Express”, in quel gennaio 1984, manda in distribuzione un libro straordinario. Si chiama Rebecca e raccoglie un fumetto realizzato da Renato Queirolo e Anna Brandoli, precedentemente pubblicato a puntate sulle pagine di “Linus”. La coppia di autori ha affinato le proprie doti nel racconto su un adattamento a fumetti del Mago di Oz e su La Strega, una storia meravigliosa (anche questa oggi introvabile) ambientata in un medioevo così lontano così vicino.

Le straordinarie pagine di Brandoli raccontano le vicende di Rebecca la lupa, del cantastorie Mercurio, dello schifoso Faccia d’Osso, della giovane veggente Anna la rossa e del mugnaio eretico Menocchio, in odore di formaggio e vermi.

È un libro commovente che sente di narrazione e di storia. Nella prefazione a quella prima e unica edizione, Queirolo e Brandoli scrivono:

«Grazie ai saggi di Camporesi, Ginzburg, Le Goff, Duby e altri storici, lo scenario era oscuro quanto basta per non inibire l’immaginazione, ma sufficientemente illuminato per non cadere nel buco dell’arbitrio kitsch o, peggio, dell’oleografia scolastica.»

Gennaio 1984. Periodicamente contiamo sulla punta delle dita il tempo trascorso da quella prima e unica edizione. Sono passati trentasei anni e sei mesi.

Sappiamo che Laura Scarpa, dopo aver recuperato Il mago di Oz e aver pubblicato l’antologia di storie brevi Corti e crudi, vuole riportare in libreria, con la sua Comicout, anche il ciclo di Rebecca (che si compone, a oggi, de La strega, di Rebecca e degli incompiuti Testamenti di Sant’Ambrogio). Laura, tu non sei distratta. Te lo chiediamo per favore: fallo!

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