Prefazione al diciottesimo volume della collana “Corto Maltese / Hugo Pratt”, allegata al “Corriere della sera” nel 2010/2011.
I tre fumetti raccolti in questo volume (L’uomo dei Caraibi, L’uomo del Sertao, L’uomo della Somalia) sono originariamente usciti nella collana “Un uomo un’avventura”, uno strano esperimento voluto, nella seconda metà degli anni Settanta, da Sergio Bonelli. In quegli anni l’editore milanese stava cercando di modificare la propria offerta di pubblicazioni. Accanto a nuove testate da edicola, come “Zagor” (1961), “Mister No” (1975) e “Ken Parker” (1977), Bonelli mette a frutto il proprio sguardo attento a tutto ciò che accade nel fumetto più scopertamente autoriale. Dapprima, nel 1974, per mettere ordine tra i miti del west, commissiona a Rino Albertarelli la collana “I protagonisti del west”. Poi, dal 1976 al 1980, produce “Un uomo un’avventura”.
Ognuno dei trenta volumi della collana è dedicato a un fumetto autoconclusivo che indaga il rapporto, quasi sempre conflittuale, tra un protagonista e un momento storico. I fumetti ospitati in quelle pagine sono commissionati ad alcuni tra i più grandi autori del fumetto italiano e non solo: Dino Battaglia, Bonvi, Guido Buzzelli, Guido Crepax, Aurelio Galleppini, Attilio Micheluzzi, Enric Siò, Sergio Toppi, Giancarlo Alessandrini, Gino D’Antonio, Fernando Fernández, Alarico Gattia, Robert Gigi, Milo Manara, Ivo Milazzo, Jo Oliveira, Renato Polese, Ferdinando Tacconi e, ovviamente, Hugo Pratt.
Pratt contribuisce alla collana con quattro storie (le tre presenti in questo volume e L’uomo del Grande Nord, che poi sarà intitolata Jesuit Joe) e approfitta della presenza costante su quelle pagine per raccontare storie costruite attorno alla grande passione per i viaggi che condivide con Sergio Bonelli.
Il fumettista conosce molto bene i vincoli cui le pubblicazioni della casa editrice milanese devono sottostare e, nonostante sia consapevole del maggior grado di libertà concesso alla collana “Un uomo un’avventura”, decide di provocare reazioni forti in quello che evidentemente considera un amico oltre che il proprio editore. Infatti, nei quattro fumetti pubblicati per Bonelli, Pratt inserisce pagine che, pur mantenendosi lontanissime dalla volgarità, sono cariche di sesso e violenza.
Per sottolineare l’ansia di quei momenti, Sergio Bonelli racconta un aneddoto. Una mattina Pratt entra nell’ufficio dell’editore e appoggia sul tavolo le pagine della storia a cui sta lavorando. Poi, sedutosi poco distante, prende un foglio e una penna e inizia a disegnare. L’editore, gustando il proprio ruolo di primo lettore, guarda con attenzione le pagine, lasciandosi catturare dal racconto ma, mentre la storia progredisce, vede che la tensione erotica di quella storia cresce in un modo che proprio non è adatto ai suoi lettori.
«Ma io questa pagina non la posso pubblicare!», esclama Bonelli reggendo tra le mani una tavola dai contenuti particolarmente forti. Subito scoppia un battibecco tra i due: da una parte l’editore che, imbarazzato, difende la propria posizione e le tradizioni della propria azienda; dall’altra il fumettista che, sornione e senza smettere di disegnare, dileggia il proprio committente per l’eccessivo pudore. Il crescendo si interrompe quando bruscamente Pratt si solleva dalla sedia. «Allora non ti piace!», sbotta e, presa la pagina incriminata, l’accartoccia e la getta nel cestino.
Il silenzio stupito dura tantissimo. Fino a quando il fruscio del foglio su cui Pratt aveva disegnato fino a quel momento non lo interrompe. Sotto lo sguardo attonito dell’editore, compare una pagina finita che sostituisce quella per cui avevano battibeccato. Ancora fresca d’inchiostro.
Al lettore il gusto di scoprire dove sarebbe andata la pagina scandalosa oggi scomparsa.
Scrive e parla, da almeno un quarto di secolo e quasi mai a sproposito, di fumetto e illustrazione . Ha imparato a districarsi nella vita, a colpi di karate, crescendo al Lazzaretto di Senago. Nonostante non viva più al Lazzaretto ha mantenuto il pessimo carattere e frequenta ancora gente poco raccomandabile, tipo Boris, con il quale, dopo una serata di quelle che non ti ricordi come sono cominciate, ha deciso di prendersi cura di (Quasi).
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