Bilotta è un bugiardo

Paolo Interdonato | Una pietra sopra |

Originariamente apparso come prefazione del terzo volume di “Valter Buio” di Alessandro Bilotta, Andrea Del Campo, Francesco Bonanno, Ivan Vitolo, Matteo Mosca, pubblicato da Star Comics nel 2017.

Alessandro Bilotta è un bugiardo. Si inventa tutto e manipola la realtà. Lo fa sistematicamente: scrive fumetti. Sorride, ti guarda negli occhi, cerca di convincerti che tutto andrà bene e che di lui ti puoi fidare. Non credergli. Mente. E lo fa da professionista.
Conosce un sacco di trucchi che gli consentono di avere la tua fiducia. Qualcuno parla di sospensione dell’incredulità. Lui si inventa le cose più inverosimili e tu devi seguirlo, costretto a voltare la pagina per capire cos’altro ha in serbo per te.
Si inventa tutto e la menzogna è fatica. Richiede un tributo di coscienza. Quando scrive, Alessandro deve trovare la bugia più rotonda e dipingerla di realtà, perché tu gli creda. Poi appoggia la sua sfera sul piano inclinato e aspetta di vedere che effetto sortirà. Le menzogne non sono mai regolari: poche hanno una forma tale da consentire loro di raggiungere la fine della corsa; molte hanno asperità che impediscono il proseguimento; tutte seguono rotte tortuose.

Bilotta si inventa tutto. Perfino te. Già, caro lettore. Alessandro non ti conosce ma la sua sfera sghemba rotola per te. Col suo mestiere di scrittura ha realizzato un costrutto mentale tutto suo che gli permette di figurarsi come tu sia fatto e, quando scrive, pensa proprio alle tue caratteristiche, alle tue debolezze, alle tue emozioni. Vuole spaventarti, commuoverti, sedurti, eccitarti e, a volte addirittura, indignarti.
Le storie possono essere raccontate perché ci sono orecchie che le ascoltano. Se non ci fosse Valter Buio ad ascoltarli, gli inconsci, i morti che non riescono a staccarsi dal mondo terreno, non avrebbero alcun senso. Per le menzogne che chiamiamo storie, gli autori inventano il loro lettore. Dicono di immaginarlo e gli danno dei nomi belli e altisonanti: lettore modello o ideale. Umberto Eco, che era un sublime bugiardo, diceva che quel lettore è «un insieme di condizioni di felicità, testualmente stabilite, che devono essere soddisfatte perché un testo sia pienamente attualizzato nel suo contesto potenziale».

È bravo a mentire Bilotta. Per questo, esattamente come succede a te, mentre leggo Valter Buio, mi illudo che pensi proprio a me mentre racconta quelle storie. Esattamente come succede a te, ci entro in sintonia e trovo elementi che, quasi fossero inconsci, gli altri non possono vedere. Mentre gongolo nel mio delirio di sprezzante presunzione, continuo a vivere come se niente fosse. Mi sveglio, faccio colazione, bevo il caffè, leggo il giornale… BAM! In quel momento la mia normalità si infrange contro la dura superficie della realtà. È doloroso scoprire che il lettore ideale di Bilotta non sono io.

“El Pais”, qualche mese fa, ha pubblicato quella che forse sarà l’ultima intervista a George Steiner. Leggo le parole del grande intellettuale ottantottenne e trovo risonanze forti rispetto alle cose che vedo in Valter Buio e nel lavoro di Bilotta più in generale. La rete di corrispondenze è così fitta da non poter essere ignorata: Steiner mi mette in mano tre chiavi per leggere questo fumetto.
Innanzi tutto, l’intervistatore pungola l’intellettuale sul senso del mestiere di Valter Buio. Gli chiede perché provi così tanta antipatia per quella categoria di professionisti. E Steiner, che è uno degli uomini più intelligenti del pianeta, dà una risposta apparentemente banalizzante. Dice: «La psicoanalisi è un lusso della borghesia. Per me, la dignità umana consiste nell’avere dei segreti e l’idea di pagare qualcuno perché li ascolti mi dà la nausea. È come la confessione ma con un assegno in mezzo. Come dice Karl Kraus “la psicoanalisi è l’unica medicina che ha inventato la sua malattia”.» E poi, sollecitato sulla figura del padre della psicanalisi, «Freud è uno dei più grandi mitologi della storia. Però è finzione… Era un romanziere straordinario.» Sembra quasi che Steiner voglia spostare l’attenzione dalla confessione alla narrazione: in questo modo centra in pieno tanto gli obiettivi dell’analisi quanto quelli del volume che hai tra le mani.
Poi arriva la domanda sulla differenza tra cultura “alta” e cultura “bassa” e tu e io sappiamo quanto sia seccante lo sguardo severo dei precettori e dei moralisti verso i nostri fumetti, telefilm, videogiochi… Steiner, che è l’archetipo dell’intellettuale europeo negli Stati Uniti e che, nella sua lunga vita, si è occupato di letteratura comparata, traduzione, linguaggio e rapporti tra narrazioni e società e politica, dà una risposta che ci strappa un applauso. Dice, «Le dirò una cosa. Shakespeare avrebbe adorato la televisione. Avrebbe scritto per la televisione. Il signor Mohammed Ali era anche un fenomeno estetico. Era come un dio greco . Omero avrebbe capito Mohammed Ali alla perfezione.»
E infine c’è la risposta alla prima domanda. Steiner è vecchio e malato, ha concesso l’intervista, dopo vari tentennamenti, mettendo in guardia il giornalista sul suo deprecabile stato di salute. Un’avvertenza che permette all’intervistatore di parlare di nostalgia e del fatto che questa possa essere un rifugio in caso di malattia. Steiner è acuto e diretto, «La sensazione che si ha è quella di avere smesso di fare molte cose importanti nella vita. E di non avere capito del tutto fino a che punto la vecchiaia, quel debilitamento progressivo, possa essere un problema»

Tra gli uomini vivi non c’è nostalgia: ci sono rimorsi e un’infinità di rimpianti. Tutto ciò che non si è fatto, tutto quello che è stato rimandato in attesa di un momento più propizio, diventa il legame forte e inesauribile con il pianeta. È ciò che ci impedisce di morire, che ci costringe a rimanere tra i vivi, a trascinare i nostri passi intangibili di inconsci. Noi che abbiamo bisogno di romanzieri straordinari, di Mohammed Ali, di talentuosi bugiardi e di Valter Buio.

Ti è piaciuto? Condividi questo articolo con qualcun* a cui vuoi bene:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

(Quasi)