Francesco “baro” Barilli è il nostro tradrittore, colui che traducendo tradisce un po’ le intenzioni dell’autore, ma rimette dritto il senso del testo.
Da “Libero”, 24 novembre 2020.
Vittorio Feltri: “La ragazza stuprata da Genovese è stata ingenua”.
Ha scritto
«Capisco che Genovese, facoltoso oltre il limite della normalità, spingesse abitualmente l’acceleratore sulla strada del piacere. Nessuno lo condannerebbe per queste digressioni, tantomeno io che sono uomo di mondo. […]
Personalmente ho constatato che si fa fatica a scoparne una che te la dà volentieri, figuriamoci una che non ci sta. Dicono che Genovese sia andato avanti tutta la notte a violentare Michela … Dopo che hai penetrato la fanciulla non sei soddisfatto? Nossignori. Vai avanti a farlo fino all’alba. Ammazza che forza. Sei un uomo o un riccio? Come si fa a darci dentro per tante ore. Io, anche quando ero un ragazzo, dopo il primo coito al massimo fumavo una sigaretta, poi dormivo delle grosse. D’accordo che Genovese era carburato dalla coca, ma la cosa non giustifica tanto accanimento sulla passera.»
Voleva scrivere
«La Figa, La Figa, La Figa, La Figa, La Figa, La Figa, La Figa, La Figa… Solo a questo riesco a pensare, e dovresti averlo capito da un pezzo…
L’ossessione mi rende patetico? Me ne frego! Nella storia di Genovese nulla m’interessa, se non le forme di quella diciottenne. Lei poteva pensarci prima, pietà non è mai stata di casa, da me. Figurati l’empatia.
Genovese adesso andrà in galera. E gli sta bene. Mica perché lo condanno, eh, ma perché lo invidio: chissà come se l’è goduta, prima…
Ah, bei tempi quando Montanelli poteva definire “animalino docile” la sua sposa bambina, senza avere attorno stormi di femministe mestruate pronte ad insorgere!!! Pensa che gli hanno fatto una statua!»
[N.d.A.: Le frasi riportate nell’originale non sono nemmeno le più schifose dell’articolo (anche se era una bella lotta…).
Inoltre: sì, ho letto di mia volontà l’articolo di Feltri. Di me si può davvero dire “se l’è cercata”]
Vive una crisi di mezza età da quando era adolescente. Ora è giustificato. Ha letto un bel po’ di fumetti, meno di quanto sembra e meno di quanto vorrebbe. Ne ha pure scritti diversi, da Piazza Fontana a John Belushi passando per Carlo Giuliani (tutti per BeccoGiallo) e altri brevi, specie per il settimanale “La Lettura”. Dice sempre che scrive perché è l’unica cosa che sa fare decentemente. Gli altri pensano sia una battuta, ma lui è serio quando lo dice.