Cerebus Vol. 2: “High Society” (Aprile 1981 – Maggio 1983)

Omar Martini | La corsa dell’oritteropo |

La corsa dell’oritteropo:

Cerebus vol. 2: “High Society” (aprile 1981 – maggio 1983)

C’è chi considera il ciclo di High Society come il vero inizio della saga di Cerebus. Lo stesso Dave Sim, quando iniziò la pubblicazione in volume di quelli che avrebbe in seguito definito i suoi “phonebook”, cominciò da questo e non da quello che è realmente il primo volume. È anche vero che è con questo libro che inizia l’impostazione dei vari cicli narrativi che avrebbero portato avanti la storia. Il primo Cerebus invece è una sorta di “work in progress” del personaggio: nato come parodia del Conan di Barry Smith, l’arco evolutivo che il personaggio percorre in quei quattro anni ha dello sbalorditivo, sia da un punto di vista grafico che narrativo, e corrisponde alla graduale focalizzazione da parte dell’autore di quello che avrebbe voluto fare con questo fumetto.
Come detto però nel primo intermezzo dedicato a Mind Game, non si può nemmeno ignorare quei 25 numeri dato che, soprattutto nella seconda parte, Sim inizia a preparare quello che sarebbe seguito e mette le basi di quello che sarebbe diventata quella serie. È infatti in quel periodo (proprio quando esce Mind Game) che l’autore pianifica, se non l’intero arco narrativo, almeno quello che sarebbe accaduto nei 200 numeri successivi.

Venendo a High Society, alcune della caratteristiche presenti in precedenza raggiungono la maturità: la parodia del fumetto, soprattutto di supereroi (con le incarnazioni di Cockroach e la versione “simiana” di una convention politica che ricorda quella dei fumetti); l’utilizzo di personaggi delle cultura pop (Groucho e Harpo Marx ne sono l’esempio più evidente); una narrazione visiva e un ritmo che si adattano e cambiano a seconda delle esigenze dell’autore (testi che si affiancano ai disegni; cambi di senso di lettura e della gabbia della tavole; onomatopee che diventano parte integrante del disegno); un umorismo che non ha paura di mettere alla berlina niente e nessuno, e che si focalizza sulla politica e sulla sete di potere di ogni personaggio. A questo si somma, ovviamente, anche l’evoluzione del segno, che tende a stabilizzarsi e a raggiungere una certa maturità, amalgamando in maniera sempre più uniforme le diverse influenze iniziali (Barry Smith, Neal Adams, ma anche Will Eisner in certe scene urbane). Di questo ne potrete vedere degli esempi pratici nelle 27 vignette che seguono. Se una “mancanza” è da segnalare è quella dell’uso, a volte forse eccessivamente insistito, dei neri, che nascondono gli sfondi. Se sono tendenzialmente bene equilibrati e in molte situazioni efficaci, sono però un segno dei “trucchi” a cui l’autore doveva ricorrere per mantenere quella periodicità mensile che aveva oramai raggiunto. Sarebbe cambiato tutto quando, successivamente, Gerhard avrebbe affiancato Sim nelle inchiostrazioni.

Un veloce cenno sulle due storie “fuori serie” di cui riproduciamo una vignetta. Quando ho deciso di raccogliere questi disegni per illustrare l’evoluzione del tratto di Dave Sim, il mio criterio è stato quello di presentarli nell’ordine in cui sono stati disegnati, piuttosto che privilegiare la cronologia degli avvenimenti. È per questa ragione, per esempio, che non sono partito presentando gli esempi dei racconti a colori che raccontano la giovinezza di Cerebus, che verranno riprodotti solo in futuro. Da questo appuntamento, inizio quindi a presentare alcune storie apparse nel trimestrale uscito nel 1981 e il cui scopo era a ristampare a gruppi di quattro i primi numeri, ormai esauriti. Oltre a queste storie, c’erano dei testi di accompagnamento di Dave Sim, che inquadravano le storie, nonché dei brevi racconti realizzati appositamente e che andavano a riempire qualche “buco” narrativo. The morning after è uno di questi racconti inediti, che ha la particolarità di essere inchiostrato da un altro autore proveniente dal mondo dei fumetti di super-eroi, quel Joe Rubinstein, famoso soprattutto per aver inchiostrato Frank Miller nella celebre miniserie Wolverine scritta da Chris Claremont, che aiutò a cementare la fama del personaggio Marvel in ascesa. Come si può notare anche da questa semplice vignetta, l’inchiostrazione non era certa quella ideale per Sim e, per quanto professionale, rende estremamente pesante il disegno di Sim.

Anche Magiking proviene dalla citata “Swords of Cerebus” e in questo caso funge da prequel a Black Magiking, episodio apparso nell’albo n. 13.

Ti è piaciuto? Condividi questo articolo con qualcun* a cui vuoi bene:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

(Quasi)