Il 3 dicembre 2020 Juan Scassa ha pubblicato su “Le Fauci” un’intervista doppia a proposito di Cinzia, il fumetto di Leo Ortolani pubblicato da Bao nel 2018 con al centro il personaggio omonimo, transessuale, co-protagonista di tante storie di Rat-Man.
A parlare sono Filomena *filo* Sottile, autrice di La mostruositrans (Eris Edizioni, 2020), e, come si legge nel suo blog, «punkastorie, anarkekka, botanofila, suburbana, terrona e scavalca montagne», e Antonia Caruso, attivista trans/femminista, editorialista e fondatrice di edizioni minoritarie (che ha pubblicato un articolo anche QUI su QUASI insieme a Nicoz).
L’articolo si intitola “Tutti i cazzi di Leo” e si interroga sulle di un’opera che vorrebbe e potrebbe essere coraggiosa ma che, alla prova dei fatti, è la solita accozzaglia di luoghi comuni cui Ortolani ci ha abituato nel tempo. Non basta avere un personaggio appartenente a una minoranza al centro della narrazione per far sì che questa sia automaticamente progressista. Anche perché, come fanno notare Filomena e Antonia, Cinzia non sembra proprio essere la protagonista del fumetto di Ortolani, bensì tutti i suoi cazzi.
«Al centro della narrazione c’è Cinzia, una donna trans. Mi chiedo se la sua presenza sia sufficiente a dare alla storia una prospettiva trans. E la risposta è no, a me pare di no. Il linguaggio è impreciso e c’è una continua confusione fra identità di genere e orientamento sessuale, una confusione che non pare del personaggio, ma proprio dell’autore.
Io da persona trans non-binaria e non etero (Cinzia, così come viene descritta, è a grandi linee una donna trans etero) faccio fatica a riconoscere la mia esperienza in quella della protagonista, eccezion fatta per le continue prove selettive cui è sottoposta. Però chissenefrega: dove sta scritto che il mio tasso di identificazione con Cinzia debba essere un metro di giudizio?
Sposto lo sguardo: Ortolani è un maestro della risata. Di che e che cosa ride e con chi? La gran parte delle gag (ne ho contate almeno ventisei) ruota su a) il pene, b) le dimensioni del pene, c) la penetrazione anale. Oddio, si può ridere di tutto, però qui il livello è quello dello spogliatoio maschile alle scuole medie.
Ancora una cosa sul pene, benché così spesso evocato in effetti non compare mai esplicitamente nei disegni di Ortolani, ma solo per allusioni, sostituzioni, rimozioni e in qualche modo diventa quasi il protagonista-ombra dell’opera.»
Il resto delle interviste è QUI. E già che sei su quella pagina, facci un giro: merita tutta la tua attenzione.