Cerebus vol. 4: “Church & State II” (dicembre 1985 – giugno 1988)

Omar Martini | La corsa dell’oritteropo |

Con i suoi 31 episodi il secondo volume di Church & State è il più corposo dei sedici libri che compongono la saga di Cerebus. Da questo momento in poi, a parte qualche eccezione, come per esempio Jaka’s story, quasi tutti gli archi narrativi successivi diventeranno più brevi, in molti casi sviluppati in solo dodici albi.
Preso nel complesso dei suoi sessanta capitoli, Church & State rappresenta forse il punto più alto della serie, poiché troviamo tutti i temi sviluppati nel corso di quasi trent’anni e, soprattutto, quello classico dell’ascesa e caduta del personaggio, usato per ben due volte. Questo percorso avviene in ognuna delle due singole parti, oltre a essere la parabola di Church & State nel suo complesso: la lunga sequenza finale sulla Luna è una caduta metaforica molto più intensa ed emotiva di quella “fisica” rappresentata alla fine della prima parte. Inoltre, è anche lo sviluppo della serie nel suo complesso: i tentativi disperati del protagonista di diventare qualcosa di più, per poi ritrovarsi completamente solo nel momento finale della sua esistenza.
Church & State, e questo volume in particolare, è importante anche per gli esperimenti che l’autore porta avanti: la costante modifica del layout della tavola per cui mantiene l’usuale gabbia a cinque vignette, ma ne scardina la forma e la disposizione (ci sono numerosi episodi con cinque vignette verticali affiancate l’una accanto all’altra); la padronanza totale della dilatazione temporale, per cui in una sequenza ambientata in tribunale due episodi sono fondamentalmente due monologhi: la consapevolezza di rappresentare idee contrastanti, il cui scontro è più sanguinoso e ha conseguenze più profonde di quelle di una guerra; l’allargamento sempre più ampio dello spettro delle citazioni (la più notevole, a mio giudizio, è quella del film Little Murders/Piccoli omicidi da Jules Feiffer, citato, tra l’altro, nella sua originale versione teatrale nella serie tv Mad Men, altra epica che descrive l’ascesa e la caduta (periodiche) di un uomo avendo sullo sfondo un paese percorso da cambiamenti sempre più radicali e profondi).
Church & State II dimostra che Cerebus, in particolare, e il fumetto, in generale, sono un veicolo efficace per raccontare qualcosa di profondamente personale e con una intensità e continuità che raramente si sono viste in seguito nel fumetto nord-americano. Anche per questo è importante ricordare e cercare di approfondire i molteplici aspetti di questa creazione: con alti e bassi, posizioni e idee su cui si può dissentire, è un’opera che ha lasciato un segno nel medium. La cosa emozionante è che uno spettatore occasionale se ne può rendere conto anche semplicemente sfogliando pagina dopo pagina questo libro, lasciandosi condurre e ipnotizzare dall’energia che fuoriesce dalle tavole.
Durante questi due anni e mezzo sono uscite altre storie in cui compare Cerebus, sebbene molto meno frequentemente rispetto a quanto avvenuto prima:

  • Breaking Up Is Hard To Do è un racconto illustrato di tre pagine che fornisce qualche informazione sulla Michelle a cui Cerebus accenna nella conversazione con la contessa, apparsa nella prima parte di Church & State.
  • “Teenage Mutant Ninja Turtles and Cerebus the Aardvark” è il classico team-up, tanto caro e comune nel fumetto nord-americano. La serie delle tartarughe ninja di Eastman & Laird è decisamente in ascesa, con i primi numeri che vengono continuamente ristampati, e in questa prima incarnazione editoriale anche la creatura di Dave Sim appare come co-protagonista e con un certo spazio.
  • Questo non avviene invece con Requiem for Tha’ Mice. Pubblicato circa un anno dopo l’apparizione precedente, incontra di nuovo le tartarughe ninja in questo albo, pubblicato dalla Rip Off. A differenza della storia precedente, la presenza dell’oritteropo è praticamente un cameo e non aggiunge nulla alla vicenda abbastanza delirante. A livello di curiosità, si può notare che tutti gli autori disegnano i propri personaggi, per cui i protagonisti della testata sono realizzati da Mark Bodè, le tartarughe ninja da Eastman e Laird, e Cerebus da Sim: un connubio grafico non troppo felice che rende questo racconto dimenticabile.
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