Ogni giorno ci muoviamo e pensiamo attraverso spazi e per farlo ricorriamo ad abilità essenziali per la nostra cognizione e il nostro comportamento. Si tratta di abilità complesse che possediamo in diversi gradi e che migliorano con l’esposizione e la pratica, se abbiamo l’opportunità di essere istruiti con appositi programmi. Sappiamo che la maggiore esperienza di attività e narrazioni visive incrementa la comprensione e la fluidità spaziale per lo svolgimento di una sequenza. Una sequenza che ha, per chi legge o disegna, una direzione attesa.
Inoltre, se l’istruzione alla rappresentazione spaziale inizia dall’età prescolare, i benefici a lungo termine possono estendersi anche alla riuscita in matematica alle scuole superiori e all’università. Per fare un esempio. già a scuola, a meno che non vi siano specifiche difficoltà individuali, l’abitudine a visualizzare i problemi e a schematizzarli tende a facilitare il ragionamento matematico.
Tra queste importanti abilità e risorse spaziali individuali possiamo collocare la linea numerica mentale. Conosciuta attraverso l’effetto SNARC, la linea numerica mentale ci porta ad associare la grandezza dei numeri a diverse posizioni lungo una dimensione spaziale. Si tratta di un esempio di interazione e compatibilità tra organizzazione spaziale e grandezza numerica in cui, come nell’esperimento classico, i numeri più grandi ottengono una risposta più rapida con la mano destra, mentre i numeri più piccoli ottengono una risposta più rapida con la mano sinistra. L’effetto risulta collegato alla direzione di lettura per cui, noi che leggiamo da destra a sinistra associamo i numeri relativamente piccoli al lato sinistro dello spazio e i numeri relativamente grandi al lato destro lungo un asse immaginario. Nei lettori da destra a sinistra, l’effetto può essere non osservato oppure invertito.
L’evidenza di un tale effetto si riscontra anche in persone che presentano neglect o eminegligenza spaziale unilaterale, un disordine neuropsicologico causato da una lesione nel lobo parietale destro del cervello, che comporta il mancato orientamento dell’attenzione verso gli stimoli e gli oggetti collocati nell’emispazio sinistro che vengono, pertanto, omessi e trascurati. Un disegnatore può, ad esempio, lasciare incompleta la parte sinistra di un disegno. Tale trascuratezza si estende anche ai numeri piccoli che hanno una rappresentazione mentale nello spazio sinistro proprio per l’accesso distorto alla linea numerica mentale. Ad esempio, se richiesta di indicare il numero che divide in due l’intervallo tra 11 e 19 la persona con neglect dirà 17 anziché 15, dimostrando uno spostamento verso destra sulla linea numerica e questo tipo di errori aumenta all’aumentare della dimensione dell’intervallo.
Un esempio di compito computerizzato con la linea dei numeri per i più piccoli è quello usato da LeFevre e collaboratori nel 2013 in cui a un gruppo di bambini valutati ogni anno dalla scuola dell’infanzia fino alla quarta primaria veniva presentata su un computer una linea retta a forma di strada con 0 all’estremità sinistra e 1000 all’estremità destra. Una volta premuto il pulsante “VAI”, sullo schermo appariva un numero e il bambino doveva posizionare il cursore del mouse, raffigurato come un’automobile rossa, nel punto stimato lungo la strada. I numeri da posizionare erano diversi, dal 3 al 19, al 158 e fino all’835 e al 962 tra i tanti altri. Se il bambino puntava con il cursore la posizione corretta, partiva il suono di un clacson.
In effetti, è ancor prima di cominciare a leggere, fin dall’età prescolare, se non dalla prima infanzia, che i bambini iniziano a mappare i numeri simbolici con un orientamento da sinistra a destra. Dal momento che lo spostamento sulla linea numerica corrisponde anche a incrementi di grandezza, i bambini possono utilizzare questa informazione per le stime e i confronti tra numeri.
Quindi, da un lato, facilitare l’apprendimento e l’utilizzo della rappresentazione della linea numerica, migliora, a sua volta, la comprensione di concetti numerici e il calcolo simbolico. D’altro canto, lo stesso incremento nella conoscenza del sistema numerico che avviene a partire dall’età prescolare e ancor più dai primi anni di scuola primaria va a potenziare la rappresentazione della linea dei numeri. L’interazione tra organizzazione spaziale e sistema numerico è comunque virtuosa, qualsiasi sia il punto di osservazione e va rafforzata incorporando specifiche strategie educative. Non sembra, infatti, sufficiente allenare in modo generico alla linea dei numeri per migliorare le capacità di calcolo. Senza l’addestramento esplicito all’uso della linea dei numeri come strumento aritmetico, per i bambini diventa difficile collegarla alle relazioni ordinali e al calcolo e, quindi, intrecciare i due sistemi di conoscenza. Occorre però andare più indietro, fino ai processi sottostanti alla costruzione di queste conoscenze. Diversi studi hanno individuato alcune abilità spaziali che si configurano come veri e propri precursori dell’apprendimento di concetti e procedure matematiche nonché della riuscita in compiti che richiedono la linea dei numeri. Ci sono almeno tre tipi di abilità spaziali che sono alla base del consolidamento della linea numerica e del sistema numerico: la rotazione mentale, la visualizzazione spaziale e l’identificazione di uno stimolo bersaglio in uno sfondo di distrattori. Sono queste le abilità da allenare precocemente affinché i nostri sistemi direzionali e simbolici di conoscenza si rafforzino, anche nella loro reciproca interazione. Ad esempio, chi diventa più abile in età prescolare a svolgere compiti di rotazione mentale e visualizzazione mostrerà maggiori abilità matematiche negli anni successivi.
Un ulteriore rinforzo viene dalla disponibilità dei libri per l’infanzia la cui struttura segue quella direzione che prima, pagina cartonata dopo pagina cartonata, e in seguito, vignetta dopo vignetta, ritroviamo nei fumetti. I fumetti hanno una direzionalità intrinseca secondo due linee date dalla sequenza spaziale delle vignette e dalla sequenza delle azioni o dell’orientamento del personaggio nel riquadro. Che succede se una sequenza di vignette ci viene presentata al contrario, da destra a sinistra? Per comprenderlo dobbiamo innanzitutto liberare le vignette dal testo che spinge con forza a proseguire secondo la direzione di lettura. Una volta lasciati solo i disegni, quello che accade è che cerchiamo di enumerare gli indizi temporali presenti e di cogliere la trama dal susseguirsi delle posizioni. Sulla base di questi elementi – conteggio, tempo e spazio – costruiamo un nuovo modello mentale che ingloba l’inattesa direzione della storia. L’effetto dell’esperienza direzionale può quindi essere anche modulato e un ulteriore stratagemma per metterla alla prova è la lettura di un fumetto in cui le vignette sono state giustapposte in sequenze incoerenti.
Sto arrivando! poco di fumetti e quello che sa ha a che fare con la psicologia e con il modo in cui il cervello li elabora. Ne scrive nella sua rubrica “Spaziami” – che ha per sottotitolo “e di dati saziami”. Mal sopporta gli interessi personali spacciati per scienza, i sensazionalismi venduti come informazione, il gregarismo. Colleziona storie di scienziate dimenticate. La maggior parte del tempo però la trascorre lavorando come neuropsicologa clinica e a volte insegna.