Siamo orgogliosi e soddisfatti della forma di QUASI. Lo siamo perché siamo due sprovveduti. Sappiamo bene però che questa pagina è un labirinto con la forma di infilata di articoli che si rendono invisibili ai motori di ricerca e introvabili anche al più affezionato (non) lettore appena qualche giorno dopo la pubblicazione. Tutti questi articoli (in massima parte molto belli, lo sai) ambiscono a tenersi, a stare gli uni accanto agli altri, per avere la forma di una rivista cartacea trasposta sul web. Questa scelta, non particolarmente al passo con i tempi (anzi, affatto), dice della lentezza con cui vogliamo interagire con il mondo.
QUASI è un solido con molte facce, tutte di forma diversa. Costruirlo costa tantissimo lavoro: a chi dà questa forma alla rivista, a chi scrive e disegna, a chi rilegge e fa editing, a chi programma gli articoli… Un sacco di lavoro per una rivista che non legge nessuno e che gode della propria gratuità. Perché è vero che tutti i lavori dovrebbero essere pagati, ma esiste anche il dovere alla responsabilità e alla solidarietà e siamo convinti che pensiero e bellezza siano necessari alla vita degli uomini tanto quanto cibo e acqua.
Siamo orgogliosi e soddisfatti della forma di QUASI. Siamo convinti che sia il nostro modo per posizionarci nel mondo e per essere responsabili e solidali. Fosse anche nel gruppo minuscolo composto dalle persone che fanno questa rivista e da quelle (“nessuno”) che la leggono. Cercare di capire, attraverso continue approssimazioni progressive, la forma del nostro immaginario è il solo modo che abbiamo per organizzare la nostra umana resistenza.
Siccome però ci dà molto fastidio pensare che tu ti possa perdere su questo nastro di articoli, per noi chiaro ma sicuramente molto articolato, approfittiamo della ripartenza settembrina per riassumere le puntate precedenti. Al termine del primo mese di articoli, proprio qui proprio ora, cerchiamo ti raccontiamo la forma di QUASI e delle sue rubriche.
Tutti i mesi, o quasi, trovi su queste pagine queste rubriche (le enumeriamo nell’ordine con il quale sono apparse in questa pagina nel corso dell’ultimo anno e mezzo)
- QUASI: È lo spazio in cui raccogliamo tutti gli editoriali (compreso questo). In questo momento ne pubblichiamo due al mese: uno all’inizio per raccontare il tema intorno al quale svilupperemo gli articoli dei giorni successivi; uno alla fine a mo’ di consuntivo.
- View-master: È la prima rubrica di QUASI. Alessandra Falca, con spirito da cacciatrice di immagini in rete, accumula visioni che elargisce senza risparmiarsi sui suoi profili social. Una volta la settimana, il sabato mattina dall’inizio di questa intrapresa, ne carica otto sul suo visore ottico e ci illumina di bellezza.
- If I Can’t Dance, It’s Not My Revolution: Il sabato non è sabato se non scendiamo in pista e stacchiamo i nostri migliori passi di danza. Tutte le settimane, QUASI presenta una playlist a tema alla quale collabora tutta la nutrita redazione.
- Rorschach: Arabella Urania Strange è matta. Ha letto tutto, ha visto tutto, ha ascoltato tutto. Se non lo ha ancora fatto, ci sta provando. Immagazzina tutte queste immagini, queste narrazioni, queste visioni, queste sonorità e ce le ripropone in forma di macchie che, significando, dicono molto di noi.
- Il bassista non se lo incula nessuno: Lorenzo Ceccherini, nella vita, ha accumulato sapere, pensiero, accordi di basso e una consapevolezza delle forme del mercato del lavoro che – a uno sguardo poco accorto – può apparire come pessimismo. Scrive una magnifica rubrica che parla di basi ritmiche e resistenza.
- La grande abbuffata: Ugo e Michel vivono insieme. Si amano e amano altre persone. Non si risparmiano. Mai. Raccontano la loro vita. O forse se la inventano. Hanno chiamato Lucia Lamacchia a disegnarla. Lo sguardo vorace di Lucia infila tutte le suggestioni in tecniche, stili, strumenti, cartoncini, tomboli, pennarelli e pennelli e produce suggestioni avvolgenti. In questo momento ci raccontano un feuilleton che parla di arte, traffici, sesso, violenza e licantropi.
- Ce ne sarà per tutti: Boris Battaglia sta raccontando la storia del fumetto francese concentrandosi sui gruppi di autori che, muovendosi collettivamente all’interno di riviste eversive e meravigliose, hanno sviluppato un’idea politica (e quindi una poetica) del fumetto. La prima parte di questo racconto, con il titolo Bande a part(e), è stata raccolta in volume e la puoi ordinare QUI.
- Affatto: Quando abbiamo pensato a QUASI, volevamo dichiarare apertamente la nostra distanza dal mercato. Non ci interessava (e non ci interessa) essere un ingranaggio sistemico della promozione dei prodotti editoriali. Non vogliamo avere alcuna relazione con gli editori. Non riceviamo copie gratuite, non chiediamo PDF, non parliamo dei libri degli amici, non facciamo né chiediamo favori. L’industria della cultura, lo sappiamo, è schiacciata su chi detiene infrastrutture e logistica. La catena del valore dell’editoria (sì, stiamo proprio parlando del modello disegnato da Michael Porter) è in realtà una catena alimentare in cui Amazon mangia il distributore, che mangia l’editore, che mangia l’autore e così via… Ecco: di fare il topolino comprato per due soldi al mercato non ci andava proprio. “Affatto” è la nostra rubrica di recensioni. Nello spettro degli avverbi, si colloca all’estremo opposto di QUASI. Prendiamo posizione sulle cose che ci piacciono e su quelle che ci fanno schifo.
- Play du jour: Mabel Morri è tra i migliori fumettisti di questo paese. Su QUASI scrive, ogni quindici giorni, di sport. Calcio e ciclismo soprattutto. Ma non disdegna le bocce, il biliardino, la spiaggia, le clark’s, la pallastrada, le magliette traspiranti, i giri in piazza, la focaccia con il formaggio.
- Ritratti: Francesco Pelosi interagisce con i personaggi del suo immaginario e ce li spiega smontandoli e, a volte, facendosi smontare (addirittura divorare). Si accompagna ad alpraz che regala a ogni ritratto immagini perfette.
- Il tradrittore: Francesco Baro Barilli è il nostro tradrittore, colui che, traducendo un testo trovato in giro, tradisce un po’ le intenzioni dell’autore, ma rimette dritto il senso del testo
- La corsa dell’oritteropo: Omar Martini prende Cerebus, il fumetto di Dave Sim, e lo analizza, un numero alla volta. Le trecento uscite dell’albo indipendente che ha definito una delle forme possibili del mercato non “mainstream” statunitense vengono lette minuziosamente. I cicli di storie, le trasformazioni del segno, le mutazioni nella vita dell’autore. La progressiva deriva ideologica di Sim si imprime nelle carni di Cerebus, l’oritteropo protagonista della monumentale saga. Una sola vignetta da ciascuna uscita a dirci come si cambia, mese dopo mese. E come invecchiare non sia necessariamente un modo per maturare.
- Crocevia di libertà: Non esistono anarchici milanesi, ma gli anarchici hanno segnato la vita di Milano. Il milanese Boris Battaglia si improvvisa guida turistica e racconta la sua città, concentrandosi sugli snodi e gli incroci che rendono evidente il fatto che Milano è un crocevia di libertà.
- Il fumetto di Babele: Lo sviluppo verticale delle città e il consolidamento industriale del fumetto sono sempre andati di pari passo. Paolo Interdonato legge la storia del fumetto con lo sguardo del pubblico metropolitano che, nel tempo, ha goduto di quelle narrazioni che, di volta in volta, sono state intrattenimento popolare, racconto pacificato per la borghesia, o idea esagerata di libertà.
- Interni di un bassista: Se c’è una cosa che Lorenzo Ceccherini deve fare è adeguarsi alle regole. “Il bassista non se lo incula nessuno”, la sua rubrica, era nata per uscire un giovedì sì e uno no. Quando QUASI si è data struttura mensile, Lorenzo ha deciso che la sua rubrica doveva adeguarsi alla periodicità della rivista che anima e vive. Ma siccome tre settimane di attesa sono decisamente troppe, ci ha regalato “Interni di un bassista”, in cui racconta le storie, le visioni, le letture, gli ascolti che lo hanno reso il bassista.
- Charlie don’t surf: Abbiamo conosciuto Carlotta Vacchelli al Piccolo Festival del Fumetto di Cremona. In quell’evento scombinato e caotico come può essere solo un progetto di Massimo Galletti, in mezzo a un sacco di volti amici, c’era anche lo sguardo sempre un po’ perso di Carlotta. Mesi dopo è partita la sua rubrica che mette in contatto punti lontani dell’immaginario, illuminandoli proprio con quello sguardo colto e svagato.
- Vertigini: Alpraz è una disegnatrice straordinaria. Non ci siamo mai incontrati. Distanza e pandemia rendono la condivisione dei medesimi spazi molto difficile. Ogni quindici giorni pubblica su QUASI un fumetto di tre pagine che dice del mondo più di quanto noi riusciamo a fare con migliaia di parole.
- Squared Circle: Lo scopo è semplice: sali su un ring e inizi a prenderti a ceffoni con l’avversario, a proiettarlo di qua e di là, a volare rimbalzando tra le corde, a schienarlo fino a che l’arbitro batte per tre volte il palmo della mano sul tappeto. Per farlo puoi avere il fisico che hai. Non esiste body shaming nel wrestling. L’Onorevole Beniamino Malacarne è un politico corrotto e malvagio che tesse le sue trame fuori e dentro lo squared circle, il ring. Su QUASI racconta l’epica del combattimento, la gioia del pubblico, i dolori del corpo.
- Spaziami: Tiziana Metitieri è una supernova. Brilla di luce intensissima e sprigiona un’energia incontenibile. Sembra essere ovunque, fare tutto. Per QUASI scrive “Spaziami” (il cui sottotitolo, che chiarisce dove accentare la parola, è “e di baci saziami”) e ci spiega cosa succede nella nostra testa quando leggiamo un fumetto.
- C’era una volta il west: È lo spazio in cui Francesco Baro Barilli ha deciso di rileggere tutta la saga di “Ken Parker”. La sequenza degli episodi del fumetto western di Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo viene scomposta in cicli e analizzata. Il Baro è un maestro di lettura emotiva del racconto: usa quel fumetto fondante per raccontare la sua autobiografia di lettore ed essere umano.
- Vite ammaccate: Boris torna ai suoi amati pugili. E lo fa facendosi affiancare da Paolo Castaldi. I due insieme hanno già pubblicato Pugni. Qui si parla della vita di uomini la cui guardia a volte non è bastata a tenere a bada la violenza della vita.
- Due calci al balloon: Stefano Tevini ha una vita anche fuori dallo Squared Circle. Smessi i panni dell’Onorevole Beniamino Malacarne, però, non perde la verve da polemista rissoso. QUASI è la sola rivista che ospita una rubrica di analisi delle cose del fumetto che, se non sei d’accordo, è meglio che non lo dici. Il curatore potrebbe farti un suplex. Noi, per esempio, siamo SEMPRE d’accordo con Stefano. QUASI.
- Mappaterra del Mago: Francesco Pelosi analizza le opere più recenti del mago Alan Moore e ne cartografa lo spazio immaginifico e narrativo. Una mappa imprecisa e arbitraria che ci fornisce le coordinate per muoverci in un’opera multiforme e avvolgente che, nel tempo, ha srotolato tentacoli in ogni direzione come una divinità malata narrata nel Necronomicon.
Con periodicità non troppo definita possono comparire.
- #quasifumetto: Lo spazio in cui parliamo delle narrazioni che mescolano parole e immagini e che non sono fumetto ma QUASI.
- La cassetta degli attrezzi: La rubrica che descrive alcuni strumenti utili a un uso consapevole dei testi.
- La grolla: Articoli collettivi scritti alla maniera del “cadavre exquis”. Si conosce il tema. Si deve partire dal punto in cui è arrivato chi ha scritto il paragrafo precedente. Si deve addirittura cercare di chiuderli fornendo un senso complessivo. Un gioco dà gioia a tutte le persone che vivono la redazione di QUASI e le ha fatte sentire vicine in un momento in cui la prossimità dei corpi c’era negata.
- Memorie e cuccioli: Racconti di formazione dei lettori di fumetti. E a volte degli autori, degli editori, dei critici…
- Strani anelli: Percorsi di lettura intorno al tema del periodo che accostano romanzi, saggi, fumetti, film, giochi, dischi… Un itinerario, QUASI una deriva, che aiuta a muoversi attorno a un nodo tematico.
- Una pietra sopra: Articoli già pubblicati altrove e ricollocati su QUASI in modo da integrarsi nel discorso complessivo che stiamo facendo.
- Wunderkammer: Pagine meravigliose di Mabel Morri che si infittiscono di personaggi, fatti, cose, luoghi e sensazioni. Una camera delle meraviglie che compare solo di rado, ma che, alla sua apparizione, ci scatena una grandissima gioia.
- #quasiquasi: Sembrerà strano, ma esistono cose belle e meravigliose anche fuori dalle nostre pagine. A volte non resistiamo e puntiamo il dito verso quei gioielli che, se avessimo potuto, avremmo pubblicato noi.
- Consigli per editori distratti: A volte i libri bellissimi che vorremmo non esistono. Non sono mai stati tradotti, o non sono ristampati da troppo tempo, o non sono mai stati raccolti in forma di libro. Siamo convinti che la loro assenza sia imputabile alle colpe di editori distratti, o pigri, o troppo attenti alla marginalità operativa lorda. Allora, con questo spazio, mettiamo quei signori di fronte alle loro responsabilità.
- Derive di Quasi: Tutto quello che non riusciamo a classificare nelle altre rubriche di QUASI, perché troppo diverso da tutto il resto.
- Interni: La rubrica di architettura che vorremmo. C’eravamo quasi riusciti. Lella, torna.
- Para & Meta testi: Lo spazio per le promozioni o QUASI.
- Plat du jour: Abbiamo pubblicato fumetti e disegni inediti o poco visti. Lo abbiamo fatto con costanza all’inizio. Poi abbiamo capito che era una situazione che, pur consentendoci di ospitare cose che amiamo, rischiava di stabilire delle relazioni di prossimità con gli autori. E, anche quando li amiamo molto (e amiamo molto tutti gli autori che abbiamo invitato a collaborare con QUASI), vogliamo essere liberi di dire loro che qualcosa che hanno fatto non ci è piaciuto.
- Ricreazione: Quanto ci piacerebbe avere uno spazio in cui parlare dei giochi! Ancora non siamo riusciti a farlo in modo strutturato e continuativo. Se stai leggendo queste righe e hai qualche idea, non aspettare oltre: scrivici.
- Visiting Professor: Persone che stimiamo che raccontano il loro punto di vista su una questione.
E poi ci sono le rubriche estinte, quelle che non crescono più perché abbandonate o dimenticate.
- Andiamo a bruciargli la casa: Vogliamo bene a Giorgio Trinchero. A lui in questo momento piacciono i video. Troveremo un altro modo per stare vicini.
- Bagatelle per un Alph-Art: Il diario di formazione a due voci dei lettori di fumetti Boris e Paolo. Lo abbiamo scritto per venti settimane, alternandoci e trovando la misura per la scrittura di QUASI. Siamo felici di averlo fatto e, tutto insieme, puoi leggerlo in un’edizione cartacea, chiedendolo QUI.
- Pantomime del Calisota: Dopo le Bagatelle abbiamo provato a dare un seguito a quell’esperimento ma, evidentemente, si era concluso.
- Chouk Amuck: Alberto Choukhadarian, con le sue letture sghembe, ha animato i primi tempi di QUASI. Poi ha deciso di smettere. Continuiamo a volergli bene. Può tornare in qualsiasi momento.
- Fuori tempo: La prima rubrica di Francesco Pelosi su QUASI. Per il momento ferma… Potrebbe tornare.
- Il quark e il pinguino: La nostra rubrica di scienze e fumetti. Gli articoli di Peppe Liberti ci mancano un sacco. Dannazione! Mica tutte le cose che finiscono si interrompono per scelta consensuale. I nostri cuori ancora sanguinano.
- Leggere fumetti è sexy: Una raccolta di foto di lettrici e lettori di fumetti, spesso con pochi abiti addosso. Dopo un po’ ha vinto la noia.
- Più per meno diviso: Prima di smettere di scrivere per QUASI, Peppe Liberti ci ha regalato questa meravigliosa storia degli operatori matematici. Ne siamo ancora molto orgogliosi.
- Posteria: La rubrica della posta. Ma ci serviva davvero?
Gli indici di tutti i numeri di QUASI li trovi in fondo alla home page, cliccando su ciascuna copertina.
Se guardi bene, trovi anche quella del numero di settembre, appena concluso.