#1
A me piacciono entrambi, sia il country che il western. [FP]
#2
Se ci penso bene, mi accorgo che nella mia vita, almeno finora, ho ascoltato soprattutto musica appartenente a due macrocategorie: blues e italiana. Questo pezzo, piuttosto bruttarello, ma con picchi notevoli, unisce le due cose e ci regala un De Andrè tragicomico nella sua straordinaria vocalità. [FP]
#3
C’è anche da dire che molta musica italiana, per fortuna, è al di sopra delle definizioni. Mi rendo conto di essere un po’ fissato, ma Battiato è decisamente trasversale a tutti i generi. Potremmo dire pop, certo, ma anche, all’opposto dello spettro, prog. Come quando fa queste cose stupende insieme al Banco e al grandissimo Francesco Di Giacomo. [FP]
#4
E se Battiato cantava che preferiva l’insalata a Vivaldi e Sinatra, e che non sopportava i cori russi, la musica finto rock, eccetera, c’è anche chi trova il Rock n’ Roll il genere migliore di tutti, perché «non ha mai inculato nessuno» ma soprattutto «é facile da suonare». [FP]
#5
Quale genere mi piace? Tutto. Ascolto persino la trap! Forse non apprezzo il free jazz. Sicuramente odio la Muzak. Ma amo i cori russi e il punk inglese (scusa fu Battiato! Mi piacevi tanto anche tu). Metal, pop, musica classica, musica etnica, blues, country, boh, tutto tutto. Scelgo quasi a caso un pezzo, forse anche un po’ per sconquassare la nostra playlist. Un pezzo che mi venir voglia di combattere e resistere. Grazie, Iron Maiden. [AS]
#6
A me piace la musica classica. [PI]
#7
I fottuti nazisti, quelli veri di Germania, bollarono quello che faceva Ernst Toch, come arte degenerata. Ecco a me, questo (de)genere di musica, piace un sacco. [BB]
#8
La prima volta che ho visto Brian Molko ho pensato che col concetto di genere avesse un discorso aperto di non poco conto. In effetti se immagino di crescere con un padre banchiere, girando per mezza Europa, in posti come il Belgio, il Lussemburgo, la Scozia, in scuole private per rampolli di HNWI, con una pressione netta rispetto al fatto che una carriera artistica sia considerata una roba degenerata, probabilmente il desiderio di rompere gli schemi delle imposizioni e ricomporre il quadro come ti pare e non come vogliono gli altri, mi sembra del tutto comprensibile. Anche musicalmente quello che emerge è potentemente distintivo, alternative ma anche pop, melodico ma rock, essenziale ma ingegnoso (certe accordature aperte che usa Molko sono veramente gustose) e non è un caso che uno a cui i Placebo sono piaciuti da subito sia stato Bowie. Eccoli qui insieme – ortodossi del genere, fottetevi. [LC]