Sappiamo che sei qui perché ti interessa la nostra assoluta serietà critica, ma dobbiamo scusarci. Esattamente com’è successo ieri, il sito ci serve per far arrivare le nostre letterine a Babbo Natale.
La lettera di Francesco “Baro” Barilli
Senti Babbo,
te lo dico in due punti. Che si collegano, ma andiamo con ordine. Quindi, prima, uno spiegone.
Io quest’anno sono stato bravo. Ho letto tutto il quaderno di Boris su Richard Corben, Un dove che non c’è. Poi, a costo di un rene, mi sono preso Gli spiriti dei morti di Edgar Allan Poe, che era una delle poche cose sue tradotte in italiano che ho trovato (di altre lingue ci capisco un casso, già lo sai). Che è proprio bello, eh. Ma NON CI STA su NESSUN ripiano di NESSUNA libreria che possiedo (troppo alto). E ora sta lì in orizzontale e mi girano le balle. Quindi arriviamo al…
Punto 1. Ti chiedo una libreria nuova, in cui almeno UN ripiano abbia l’altezza adatta. Ti mando una mail a parte con le misure, che ora non tengo voglia di prendere il metro.
Punto 2. Ci sono cose di Corben, menzionate da Boris, che non trovo in italiano in edizione recente (vedi discorso di prima sulle lingue). E non è tempo di mercatini dell’usato. Per cui, se ti avanza tempo/voglia, dopo la libreria con ripiano rialzato, convinci qualche editore della terra a forma di stivale a ripubblicare Mondo Mutante, Vic & Blood, Den nel Paese di Giammai. Recapitandomene poi copia, ça va sans dire. Se non ce la fai per Natale non me la prendo.
Tuo
Baro
La lettera di Monia Marchettini
Caro Babbo Natale,
ti scrivo per avvisarti di fare molta attenzione quando porterai i regali ai bambini del mio condominio.
Non parcheggiare la slitta nello spazio auto dietro il palazzo perché il signor C guarda dal terrazzo che ci parcheggino solo i residenti. Se proprio non trovi, suona da noi, che al limite ti sistemiamo nel nostro giardino.
I signori del primo piano hanno messo su le sbarre alle finestre, quindi credo sia meglio se li chiami prima, così stanno in casa e ti aprono loro.
Da circa un anno i miei vicini hanno aderito al “controllo di vicinato”, una chat dei condominii collegata con le forze dell’ordine. Ti prego quindi di non sostare troppo nei pressi del caseggiato: piazza i regali e taglia la corda.
Se tutti i preparativi di questo “assalto alla fortezza” non ti prendono troppo tempo mi piacerebbe che i bambini del mio condominio ricevessero “L’approdo” di Shaun Tan, un libro bellissimo, di estrema importanza che narra l’esperienza del migrante in un modo estremamente dolce ma potente.
Un abbraccio
Monia
P.S. Nei pressi dei bidoni del pattume ci sono le telecamere.
La lettera di Paolo Interdonato
Caro Babbo Natale,
sono stato bravo quest’anno. Anzi bravissimo. Credo che tu lo debba proprio riconoscere. Sono buono e premuroso. Sensibile e comprensivo. E pieno d’amore e passione. Così tanto amore e così tanta passione che quasi non ci si crede. Lo so: c’è qualcuno che continua a dire che sono uno stronzo. Tu non dargli retta. Sono malelingue. La bontà assoluta ha sempre un codazzo di detrattori avidi e crudeli.
Merito tutto. Lo merito subito.
Siamo d’accordo?
Bene. Snocciolo il mio elenco.
Innanzi tutto, leggendo la newsletter della bella libreria SpazioBK, ho scoperto che è uscita l’edizione italiana di un libro che ho desiderato a lungo: Maurice Sendak, Caldecott & Co.: Note su libri e immagini. Rileggo ogni tre mesi l’ultima lunghissima straordinaria intervista che Gary Groth gli ha fatto per “The Comics Journal”. E ogni volta mi commuovo. Ogni volta. Anche se ormai inizio a conoscerla a memoria e la recito come la poesia della festa della mamma. Non vedo l’ora di poter leggere e rileggere questa raccolta di saggi scritti da uno straordinario gigante.
Brian Selznick, con La meravigliosa invenzione di Hugo Cabret, ha inventato un modulo narrativo sublime. Ha replicato quella forma un paio di volte con libri comunque rispettabili. Poi, quando probabilmente gli editori gli facevano pressioni parecchio forti perché non si scollasse da quel formato, ha ricominciato a fare i suoi giochi meravigliosi: La scimmietta detective, con il marito David Serlin, e le magnifiche illustrazioni de La quercia di Walt Withman, dedicate proprio a Sendak. Adesso è arrivato questa raccolta di racconti che si chiama Kaleidoscope e le immagini che ho visto mantengono la promessa del titolo. Lo voglio.
Sulla sua timeline Facebook, Brad Holland ha annunciato l’uscita di Géant endormi, una raccolta di suoi disegni a china, in bianco e nero. La notizia era accompagnata da alcuni di questi disegni. Ho ancora i brividi. Non essere taccagno. Non me lo merito.
Infine Bill Griffith, un paio di anni fa, ha completato una monumentale biografia a fumetti di Ernie Bushmiller, l’autore di Nancy. L’anno scorso, quel libro sarebbe dovuto uscire per Abrams Books. Ne era circolata persino una copertina. Poi è sparito e Griffith ha ricominciato a postare strisce di Zippy e io a sbadigliare. Lo so che ti sto chiedendo di impegnarti un sacco, ma trova un modo per farmene avere una copia. Sono certo che i folletti che lavorano nelle tue fabbriche abbiano contratti migliori di quelli garantiti dal caporalato di Grafica veneta.
Grazie mille
Tuo
Paolo
La lettera di Lorenzo Ceccherini
Ciao Claus,
hai questo nome che non riesce a non farmi venire in mente quella testa matta di Klaus Kinski, in particolare nella sua interpretazione di Aguirre, che, come sai se segui le mie rubriche su QUASI (dovresti), ritengo essere una perfettamente calzante allegoria del particolare tipo di hybris contemporanea (un tema che sta alla mia testa come la corteccia dell’albero al becco del picchio).
Spero che tu riesca a non perderti nel pantano amazzonico (singolare che il tuo concorrente – o partner? – si chiami Amazon…) come invece capita a lui, hai da consegnare un sacco di roba per la maggior gloria dell’impero degli oggetti e la felicità di grandi e piccini.
L’epoca del relativo isolamento, se ancora non fosse stato chiaro, ci ha ricordato ulteriormente come la gratificazione passi necessariamente dagli oggetti e da funzioni a esse collegate (possesso, consumo, fruizione, se va bene). La resistenza è inutile, quindi ci adegueremo.
Vorrei quindi proporti, se riesci ad averne tempo e modo, di valutare la possibilità di sostituire certi regali che vanno per la maggiore con qualcuno di quelli che ti suggerirò.
Ovviamente sta anche a te avere una nozione del carattere e delle inclinazioni dei destinatari, quindi se il mestiere che fai si è ormai ridotto a mera logistica del regalo, lascia stare, ti chiedo scusa e torna pure a organizzare le spedizioni.
Allora:
regali fino a 50 Euro: casistica principale, include tutto, dalla minchiatina da negozio tutto a 1 Euro a cravatte (ma chi le usa più?) e sciarpe, prodotti di profumeria (sottinteso: «lavati, ché puzzi»), buoni acquisto, a cose ben più degne, come libri e bottiglie di vino decenti (nota bene: decenti). Non c’è ancora molto margine per convertire qualcuno alla via del basso, quindi libro o vino vanno benissimo. Eccoti un paio di raccomandazioni per spendere molto meno della soglia:
- Christopher Hitchens, Mortality, Piemme Editore, a oggi fuori catalogo mentre nel frattempo si pubblica diarrea a spruzzo e si invadono gli scaffali delle librerie. Però ne trovi sul canale dell’usato, quindi datti da fare! Alla peggio porta l’edizione in inglese così usciamo da quel livello di cazzonaggine tipo «first reaction shock» o «the waind [sic]»
- Tenuta delle Terre Nere, Etna Rosso. Un vino rosso strabuono e diverso dal solito, tanto per dire che lo abbini alla grande anche con piatti di pesce (zuppe, molluschi e crostacei sugosi in particolare). Ce ne sono due versioni più costose ma anche il base va benissimo e te la cavi con venti Euro o poco meno.
regali fino a 250 Euro: invece del solito gadget del cavolo, cuffie enormi o micropod da infilarsi nei canali uditivi, con questo budget puoi portare a chiunque il suo primo basso. Trent’anni fa, quando ho iniziato io i bassi economici erano veramente bruttini, almeno quello che avevo io, difficile da suonare e neppure così economico. Oggi la situazione in termini di qualità-prezzo è molto migliorata. Quindi lanciarsi nell’avventura può richiedere non troppi quattrini (per spenderne tanti c’è sempre tempo dopo). Certo non c’è budget per una amplificazione, ma che deve fare tutto Babbo Natale?
- Fender Squier Affinity Precision PJ: si trova sui 229 Euro.
- Yamaha TRBX 174: a volte sotto i 250, ma non sempre.
regali fino a 600 Euro: siamo sempre nella gamma di prezzi più bassi, perché quando si tratta di andare su prodotti di fabbricazione americana o europea la soglia dei mille si passa regolarmente. Però abbiamo un imbarazzo della scelta non banale, con prodotti ottimi, in nessun modo sospettabili di poter fornire alibi a chi non li sa suonare. Faccio, tra decine possibili, quattro raccomandazioni, tre quattro corde e un cinque. Se avanza qualcosa porta anche un VOX Amplug per basso, così iniziano ad avere un po’ di amplificazione:
- Sire Marcus Miller V5: sotto i 500, marchio che ha portato l’asticella del value for money ancora più in alto.
- Cort GB74: ancora più economico, componenti e qualità notevoli.
- Sterling by Music Man Ray4: sotto i 400, strumento degnamente cugino di quelli ben più costosi di casa Music Man.
- Spector Legend 5 Standard: preso bene un po’ sopra i 500, scala 35 pollici, quindi tocca faticare un po’ di più ma gran suono e peso contenuto.
cose fancy tipo iPhone 13 Pro: qui possiamo permetterci di fare sul serio se invece di comprare quella scatoletta dal prezzo esoso si prendono quei milletrecento euro e ci si prende o un bello strumento oppure uno degno e un amplificatore altrettanto apprezzabile. Esempi:
- Solo strumento: Fender American Performer Jazz Bass. Basso entry level delle serie americane di Fender. Andrebbero provati, alcuni suonano meglio di altri, quindi preparati a gestire dei resi (se chi li riceve ha esperienza e nozioni). Si può trovare sotto i 1300 Euro, con un po’ di fortuna.
- Strumento più amplificatore: allora, prendiamo due ipotesi di amplificatore, l’Ampeg Rocket Bass RB112 e il Blackstar Unity 60, siamo sui 399 per il primo e 329 per il secondo. Per suonare in salotto vanno benissimo e hanno caratteristiche tecniche che li rendono, entro certi limiti, adattabili anche a contesti da sala prove o palco. Restano quindi sui 900 Euro, una zona di prezzo non affollatissima ma dove lo Yamaha BB734 gioca, a detta di tutti, la parte del leone.
roba da veri quattrinai: non puoi competere, lascia che si regalino roba orribile da quattromila Euro ordinata su Farfetch o gioielli costosi o altro ancora. Se anche fosse un basso di liuteria, rientra comunque nella categoria beni di lusso, dove non è che ci sia esattamente bisogno di te. Ma consolati, Claus, di sciagurati che devono guardare con attenzione ai propri conti ce ne sono ancora parecchi quindi non sei certo superato. Il più è vedere come la prenderanno quelli che si aspettavano il Roomba o l’assistente-spione virtuale e invece si vedono arrivare uno strumento solo apparentemente semplice da suonare, che non si sente quasi mai pur riuscendo a essere fonte di grandi frustrazioni. A quelli con il vino andrà meglio (il libro postumo di Hitchens non va giù allo stesso modo, com’è prevedibile).
Insomma, fai tu, sono solo un tot di consigli estremamente di parte.
Buon lavoro e ciao
il bassista da salotto
La lettera di Arabella Urania Strange
Caro Babbo Natale, cara Mamma Natale,
scusa se la mia letterina è un po’ impegnativa, ma questi sarebbero i miei desideri:
- Vorrei che ripristinassi il vecchio Statuto dei Lavoratori. Sei anche libero di farne uno più bello. Lascio a te la decisione;
- Vorrei che tornasse la lotta di classe, invece di litigare per i vaccini, e tu, che appartieni alla classe lavoratrice come ci ha raccontato bene Raymond Briggs, credo che sarai d’accordo;
- Vorrei che gli esseri umani tornassero a essere esseri umani, e non merce;
- Vorrei aprire una biblioteca in un posto abbandonato da dio;
- Vorrei più musica e più sesso per tutti;
- In ultimo, vorrei che tu facessi trovare sotto l’albero a quel pugno di sociopatici che attraverso le multinazionali governano il mondo un pacco di merda; scegli tu l’animale (ti suggerirei la merda di cane, ma magari la renne cagano di più, e peggio, vedi tu).
Grazie Babbo e Mamma Natale,
da Arabellina.
La lettera di Stefano Tevini
Caro Babbo Natale,
io faccio parte della redazione di QUASI e tu no. Questo non tanto per il gusto di un esordio spocchioso, anche se un po’ sì, ma per dire che ho avuto modo di leggere in anteprima la letterina della stimata quanto variopinta collega Arabella Urania Strange e vabbè, per conto mio mic drop e tutti a casa, cos’altro vuoi mai aggiungere?
Tuttavia, per dovere di scuderia, te ne scrivo una io come ogni Quasista che si rispetti. Anche perché se non mi rispetti le tue renne le faccio alla griglia. Ora, io sono un bulimico strafatto di libri, fumetti e tutta quella bella roba lì. E leggo in inglese perché tanto la maggior parte della roba interessante esce prima in quel contesto lì, e a tal riguardo ci sono tanti titoli che in italiano non sono ancora usciti e se non ti sbrighi ti brucio la slitta.
Quindi, fammi contento per natale e fai in modo che quei due o tre lavori qua vengano tradotti immantinente, vedi quel che c’è da fare insomma muovi quel tuo culo flaccido:
1. Notes From A Burning Age di Claire North: un romanzo di quelli belli, un thrillerone ambientato in un mondo post apocalittico, bello denso sia a livello di scrittura che tematico. Tanta roba, Claire North è una che avessi io la metà della sua capacità. Anzi, regalami metà della sua capacità, dai.
2. Guerrillas di Brahm Revel: già recensito su Quasi, nella mia fighissima rubrica in cui parlo di fumetti. Scimpanzè condizionati da uno scienziato ex nazista impiegati per combattere in Vietnam. Cioè, davvero non sei ancora convinto? A ogni modo è tanta roba, leggi il pezzo che ho scritto e vedrai che ti convinci.
3. Più roba possibile della Black Library. E non venirmi a menare sotto il naso il tuo bias da vecchio obeso con la barba bianca che Warhammer è un franchise e bla bla bla. Questi hanno preso un gruppo di scrittori e li hanno addestrati e dopati, tipo scrittori bionici che fanno roba grandiosa, livello altissimo, un fantasy duro e senza speranza.
Ecco, diciamo che se mi fai questi tre regali non migliora solo il mio mondo ma quello di tanti lettori. E se il mondo di qualcuno non migliora forse è un mondo di merda senza via d’uscita.
Stai sereno
Stefano
La lettera di Ugo e Michel
(e di Lucia Lamacchia che è responsabile della lettera almeno quanto lo sono i due… per esempio i sex toys qui sotto sono un suo progetto)
Caro Babbo Natale,
Eravamo a spasso per un mercatino di quelli che si usano in questo periodo e ci siamo imbattuti in una bancarella di militaria. Sai questi posti schifosissimi, pieni di cimeli nazifascisti e armi, gestiti da persone schifose con le croci celtiche dentro la maglia della salute. Gente che dentro gli ribolle l’eja eja alalà, ma fuori ti racconta l’importanza dello studio della storia e delle strategie militari, sottolineando quanta evoluzione scientifica e tecnologica ci viene dalle armi («non avremmo le padelle antiaderenti se non fosse grazie ai giubbotti antiproiettili gnegnegne»). Va beh. Passavamo di lì e abbiamo visto due busti del mascellone pelato.
Avevano una bella forma.
Caro Babbo, per quest’anno ti chiediamo due plug anali esattamente con quella forma. Ci sembra il modo giusto per usare la testa del Merda. Tuoi,
Ugo e Michel