Diciamocelo. Nonostante l’adagio popolare, i lupi del nostro immaginario, sempre pelosissimi, raramente sono viziosi. Nelle fiabe – tra cappuccetti, porcellini e, perfino, pierini – sono famelici, feroci, pericolosi… Viziosi, proprio no.
Certo, Hyde, che rappresenta l’esplosione di tutto il peggio che si nasconde nelle carni del virtuoso Jekyll, ce lo figuriamo ferino e lupesco, ma il terrore che ci scatena è disgustosamente umano.
Per trovare lupi viziosi, dobbiamo sfogliare un librodi Neil Gaiman e Dave McKean, I lupi nei muri. Si tratta, lo sai, di una riscrittura dei Ratti nei muri di Howard Phillips Lovecraft, dal qualeè stata rimossa la presenza di Nyarlathotep, «il dio folle e senza volto» che «urla cieco nelle tenebre ed è accompagnato da due flautisti amorfi e idioti».
I ratti, quelli sì, sono viziosi. Ce lo ha spiegato Antonio Faeti dedicando a “Il topos topo” il capitolo che apre In trappola col topo: Una lettura di Mickey Mouse e raccontandoci la «miriade di topi ostili, pestiferi, beffardi, malefici che circondano Topolino e rischiano sempre di renderne incerta la genealogia e sospetto lo splendore».
Nel picture book di Gaiman e McKean, Lucy sente rumori inconfondibili provenire dalle pareti. La bambina, accompagnata dal fido maialino di pezza, cerca di risvegliare dal torpore i genitori e l’insopportabile fratello maggiore e di avvertirli della terribile presenza. Il suo monito si infrange contro corpose dosi della presuntuosa sicumera con cui gli adulti si rifiutano di ascoltare i bambini. Quando i lupi escono dai muri, non sembrano essere particolarmente pericolosi per gli umani. Piuttosto, sono estremamente viziosi e molesti: dopo aver segregato la famiglia in fondo al giardino, guardano la televisione a volume troppo alto, fanno cadere i popcorn, corrono sulle scale, fanno festa, cantano, ballano, raccontano barzellette, giocano alla playstation fino a battere tutti i record, mangiano tutta la marmellata e si puliscono le zampe sui muri.
Ah… Che invidia!
Anche noi, una volta, prima del coronacene, partecipavamo a feste di cui, ancora oggi, non osiamo dire tutto per paura del giudizio.

Febbraio inizia con un inasprimento dei regolamenti che sovrintendono al nostro muoverci fuori di casa, anche se abbiamo scelto di vaccinarci e siamo entrambi equipaggiati di Green Pass.
Poche balle! Non siamo vaccinati perché ci sentiamo più responsabili o moralmente superiori a chicchessia. Lo abbiamo fatto per egoismo: ci è parso che quella fosse la scelta che ci tutelava maggiormente. Individualmente. Mica una cosa con la quale ci illudiamo di salvare l’umanità: abbiamo scelto di vaccinarci per paura di quella malattia più infida e feroce di un lupo.
Negli ultimi anni, c’è capitato di imbatterci in QR-code, quei quadratini pixellati leggibili da una macchina. Tutte le volte che ne abbiamo incontrato uno, su un muro, un giornale o un volantino, ne abbiamo riso, pensando che fosse un codice a barre evoluto, buono per marchiare le merci e poco altro.
Adesso che dobbiamo presentare il nostro QR-code ogni volta che varchiamo una soglia, ci piacerebbe avere un badge appeso al collo, come quando si gira per una fiera.
Mica è vero che, al mercato, o si è venditori o si è compratori. Tutti ma proprio tutti, indipendentemente dalla posizione rispetto al registratore di cassa, siamo merci. E, finalmente, il sogno della grande Distribuzione Organizzata e della Logistica si è avverato: ogni merce è stata censita ed etichettata.
Chiusi in casa da due anni, di pelo ne abbiamo perso ben poco. I vizi, invece, sono stati decisamente ridimensionati. La pandemia è stato un evento catastrofico che ha ricondotto ognuno di noi in un alveo di rispettabilità. Ci piacerebbe avere molti più vizi, privati e segretissimi, da non raccontare a nessuno. L’attuale situazione ha ridimensionato le nostre possibilità. Invecchiamo in casa e nessuno ci restituirà il tempo durante il quale non abbiamo potuto peccare come avremmo voluto.
La rabbia, invece, è cresciuta. Non siamo lupi e non vogliamo scegliere tra pelo e vizio. Però vogliamo uscire dai muri e muoverci ostili, pestiferi, beffardi e malefici nel mondo.
(QUASI), per tutto il mese, parla di te e di ognuno di noi. Proprio di noi.
Il lupo, il pelo, il vizio.