L’eterno splendore della mente senza macchia

Arabella Strange | Rorschach |

Torni a casa e ti fai un cannone. Oppure l’hai fatto con qualche altra amica e insomma torni a casa e cammini a venti centimetri dal terreno, il mondo esplode di bellezza e tu sei rallentata, ma piacevolmente. Ogni secondo dura un po’ di più e matura come un frutto. Sei parte dell’universo.
Se fumi roba pattona è evidente che non succede.
Io quando fumo divento mistica. È una pratica che uso per calmarmi la sera, in periodi difficili, oppure per puro divertimento perché mi piace come diventa Il mio cervello.
Ecco quindi torni a casa e sei sballatissima e tutto ti sembra bellissimo Ti butti sul letto e, sparsi intorno a te, ci sono tutti i numeri degli “Young Avengers” – tranne uno che, maledizione!, non sono riuscita a trovare – recapitati dal corriere. Ancora nel cellophane, che strappo subito.
Sono scintillanti. Le copertine lucide mi fanno vedere i miei Avengers preferiti in formazioni epiche, pronti ad affrontare da ragazzini un mondo pieno di mostri, dovendo anche sfidare l’autorità degli Avengers adulti che non li vogliono tra i piedi.

Gli Young Avengers sono i miei primi supereroi assoluti. Da loro ho scoperto Scarlet Witch e Jessica Jones che sono le mie icone supereroiche. Ho cominciato a leggerli quando mi sono imbattuta in un articolo che raccontava di un bacio tra Wiccan and Hulkling, in una vignetta grande metà pagina, come del primo bacio gay tra ragazzi nel mondo dei supereroi.
Da sempre mi interessa tutto ciò che parla di cultura omosessuale nella fascia dell’adolescenza. È una delle fasce d’età con cui lavoro, ma al di là di quello, non so, forse mi sono sempre sentita diversa.
Insomma dopo la prima storia, alla spicciolata, avevo cominciato a comprare i numeri degli The Young Avengers, poi in questi ultimi giorni avevo avuto un attacco di shopping compulsivo e ho comprato quasi tutto. Mi aspettavano ore di godimento.
Ci sarebbe molto da dire su come si legge quando si è sballati. A volte non si riesce proprio a leggere, si resta lì incantati. Ma, altre volte, quello che leggi o guardi su una pagina o su uno schermo ti arriva dritto in quel pugno di neuroni che non inventano le cose, ma è come se sconfinassero nell’ultravioletto, riuscissero a intuire connessioni, a individuare citazioni…

Per esempio, al mio primo ascolto dei Thin White Rope, sotto acido, in Calabria, in riva al mare, ho dovuto chiedere a G. di spegnere la musica perché la troppa bellezza mi stava facendo venire un infarto. Si aprono le porte della percezione e io divento più brava a leggere i fumetti. Sarà che ho cominciato a leggerli tardi, sarà che non sono un’esperta, ma ci sono molte cose positive da dire sul leggere fumetti da sballata.
La comprensione delle disposizioni delle vignette sulle pagine è molto più immediata.
Ti lasci trascinare dal flusso senza resistere.
I colori brillano.
Le storie sono appassionantissime anche se non stai capendo niente.

Tutto per dire che ero lì, ero pronta, il letto era comodo, avevo i calzini di lana e in questo stato di grazia – sempre a venti centimetri sopra ogni superficie – avevo la trapunta ricoperta da tutti i fumetti che avevo ordinato: “Young Avenger vol. 1”, “The Children’s Crusade”, “Secret invasion”, “Young Avengers vol. 2”, … Con pura gioia ho cominciato a rileggere il vol. 1, grata di essere viva. Avevo anche una lattina di cola. Mi chiedevo oziosamente perché Whedon non faccia un film sugli Young Avengers e intanto le pagine lisce e coloratissime mi sfilavano sotto le dita, provocandomi piacere anche ai polpastrelli. Sono una bibliotecaria, non bisogna dimenticarlo.

Tu e il libro, fusi. La buddhità della lettura.

Ed ecco la telefonata.

La telefonata riguarda una serie di questioni burocratiche di cui devo occuparmi in questo periodo. Diciamo che ogni volta che riesco a portare a casa un documento immagino alle mie spalle la scena de Il Maestro e Margherita in cui tutti gli impiegati del ministero si mettono a cantare.
Ecco, questo è il tipo di pensiero che ti viene quando sei sballato. Ma magari alzi gli occhi un attimo e poi ritorni alla pagina, in un continuum morbido e soddisfacente.
Ma a me è arrivata la telefonata. Totalmente legittima e importante, e lunghissima e piena di dettagli complessi, e io per tutto il tempo cercavo di restare sballata, di non perdere quel senso di felicità assoluta, e, allo stesso tempo,cercavo di sembrare lucida alla mia interlocutrice, e ogni frase erodeva il mio tesoro, per quanto mi ci aggrappassi. E quando ho riattaccato ero tornata quasi normale. Una inutile lettrice normale

E in quel momento ho capito cos’era quel ringhio che sentivo in sottofondo. Era il mio gruppo di neuroni ultravioletti che era andato a gambe all’aria.
Ho sentito spuntarmi le zanne. Ero veramente inferocita. Strappata dal giardino dell’Eden, così, senza pietà. I miei Young Avengers sempre bellissimi, ma delle vicende di Wiccan e Hulkling mi interessava una nanomolecola di meno.
Una nanomolecola scintillante come una palla da discoteca anni Ottanta. Le pagine erano tornate normali. E io ero di nuovo una standard lettrice entusiasta… niente a che vedere con il fiore di loto profumato che sorge dal fango che ero fino a venti minuti prima.

Ho digrignato i denti come una lupa e ho detto VACCAPUTTANA.

Leggere in stato di grazia è una specie di miracolo. Potessi trasformarmi in una licantropa, quando mi interrompono! Non sbranerei nessuno: mi basterebbe uno sguardo e un luccicare di zanne, e potrei tornare a leggere in pace.

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