di Francesca Ghermandi
Questa è la terza parte. QUI la prima e QUI la seconda.
Anni Novanta
1992/1993 Joe Indiana (“Comic Art”). La prima storia, pubblicata a puntate e poi raccolta in volume, è ispirata a un racconto orale su un misterioso scambio di mani mozzate. I protagonisti sono l’investigatore Joe Indiana e il suo aiutante. È la mia prima storia a colori.
1992/1997 Helter Skelter (“Cyborg”). Il protagonista è uno sceriffo sardino-dipendente di un futuro dove le sardine sono vietate. La sua spalla è un mostriciattolo che gli fa continui dispetti. Sono piccole scenette comiche e crudeli, dove il personaggio è sempre maltrattato. Queste storielle dovevano inserirsi nella rivista “Cyborg” di Daniele Brolli come una sorta di intermezzo tra vere storie a fumetti di fantascienza cyberpunk. Fonti ispiratrici: film splatter, i cartoni della Warner Bros, Clive Barker, un libro di stupide invenzioni giapponesi, un libro sulle tecnologie del futuro.
1992/1997 Suburbia (“Rubber Blanket”, “Zero Zero”, “Mano” e altre riviste). È una storia non conclusa di cui sono stati pubblicati solo alcuni episodi. È scritta da Massimo Semerano. Fonti ispiratrici: la vecchia striscia di Ugly e i personaggi di Chester Gould, il film Brutti Sporchi e Cattivi di Ettore Scola.
È un racconto corale che si svolge in una baraccopoli. C’è Hilde Historieta, una vecchia attrice dimenticata che vive di assistenza insieme al figlio stralunato, Rocco Arcaro un mafioso innamorato della vecchia che gira tra le baracche a riscuotere il pizzo, Shanty, un’assiste sociale, un televenditore che lavora in città, un vecchio santone che vive sottoterra e molti altri.
1996/2002 Bang! Sei morto (Fantagraphics Books, Seuil Edition, Sinsentido ). Questa storia nasce dall’idea di mescolare pupazzi tridimensionali coloratissimi a una trama noire (l’ispirazione della storia è un film di Hitchcock, mi sembra La Donna che visse due volte). Il protagonista Joe Tartaglia è un uomo che si risveglia da un sogno realistico e angoscioso in un mondo di pupazzi. È un chimico che ha scoperto una sostanza per cancellare le cose. Ha continue dimenticanze e diventa la persona perfetta a cui tendere un tranello. Per questo personaggio ho pensato a un uomo che conoscevo, un tipo vessato dalla moglie. La femme fatale è una bambolina dalla testa gialla a forma di pasticca.
Disegnando a colori e lasciando la matita senza cancellarla come invece avevo sempre fatto, mi sono accorta che i disegni erano belli anche senza colori, che la matita mi suggeriva nuove atmosfere. Quella bambolina è diventata Pastil.
1998 Pastil 1 (Phoenix). Questa storia nasce dal suggerimento dell’editore di “Cyborg”, Daniele Brolli, di provare a fare una storiella muta di qualche pagina. Mi ci sono messa pensando a una sequenza di un cartone animato che avevo visto anni prima, dove un insetto entrava in un tunnel. Sono partita così e poi la storia è andata da sé, disegnando e immaginandomi tutti i passaggi. La storia poi si è allungata. Ho immaginato Pastil come una bimba che attraversa un mondo sconosciuto e che interpreta a suo modo la realtà. La trama ispiratrice è il film Il Giorno della Marmotta.
1999 Pastil 2 (Phoenix). Qui l’idea è simile alla precedente, una storia ciclica che obbliga Pastil a trovare la soluzione a un problema.
Anni Duemila
2000 Pastil 3/Pasticca (Einaudi). La storia ispiratrice è un film che ho amato da bambina, Il Piccolo Fuggitivo. Qui il mondo è un po’ più realistico, con molti personaggi e azioni.
2006 Un’estate a Tombstone (Comix-D406) è una serie di disegni in cui sono andata molto in libertà, nel senso che non mi sono preoccupata più di fare disegni finiti e puliti. Partivo con l’unico obiettivo di arrivare a concludere l’immagine senza cancellare nulla di quello che mettevo giù e trovando un senso anche agli scarabocchi. Ho usato per la prima volta la penna biro. Inizialmente li ho fatti per l’Unità, poi gran parte sono stati raccolti in volume. Qui sono nati altri personaggi che ho usato in piccole storie.
2001/2006 Grenuord/Uomo morte (Fantagraphis, Coconino). Il personaggio con la testa di teschio l’ho disegnato per la prima volta in un racconto di uno scrittore africano, intitolato Un uomo morto e pubblicato su “Internazionale”. Il personaggio è tragico ma anche comico. Successivamente ho iniziato a disegnare questo personaggio in varie illustrazioni e in una piccola storia pubblicata su una rivista americana. Mi ero appassionata a un racconto di Jim Thompson che ho tradotto a fumetti e proposto a Kim Thompson di Fantagraphics. A lui andava bene, solo che c’era il problema dei diritti. Così mi suggerì di scrivere alla vedova Thompson. Ma ho preferito riscrivere tutta la storia e alla fine è cambiata. George Henderson è un uomo morto che non accetta di esserlo e sfugge la vita, ripetendo all’infinito gli stessi errori. Il segno è sempre la penna a sfera che rende tutto molto secco e duro.
2010 Cronache dalla Palude (Coconino). La protagonista è una disegnatrice con un problema di sudorazione alle mani. L’ispirazione della storia viene dalle serie tv, in particolare da I Soprano, una serie in cui ci sono tantissimi personaggi. Forse è la storia più lontana dalle mie corde, ma lo stesso ci volevo provare.
(continua)