Innamorarmi di Kenan Yildiz al tramonto del 2023

Federico Beghin | Ricreazione |

Il 4 gennaio, parafrasando una celebre canzone dedicata a Diego Armando Maradona, mi sono lanciato sul mio profilo Facebook e sullo stato di Whatsapp in un tanto maldestro e ingenuo quanto sincero e accorato: «O mamma mamma mamma / Sai perché mi batte il corazón / Ho visto Kenan Yildiz».

E, se non sei una calciofila o un calciofilo, ti chiederai chi diavolo sia Kenan Yildiz. È un ragazzo turco del 2005 che gioca nella Juventus, di cui si dice un gran bene da un po’ di tempo per quanto mostrato con la compagine della Next Gen. Ma il salto tra l’Under 23 e la prima squadra può essere enorme, ci può passare una carriera. Bene, pare che Kenan questo balzo l’abbia spiccato senza problemi: appena arrivato tra i grandi, è già diventato il primo calciatore nato dopo il 2004 a giocare titolare con la Juventus, il terzo marcatore bianconero più giovane del XXI secolo e, soprattutto, il marcatore straniero più giovane della storia della Juve in Serie A (18 anni e 233 giorni).

Quando? Il 23 dicembre 2023. Durante quel pomeriggio di sole e aria fresca, mentre stavo al calduccio nel mio salotto con «un programma formidabile: calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle […], familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato, rutto libero!» mi sono innamorato. Calcisticamente. Di nuovo.

Non succedeva da tanto tempo. La mia ultima “crush”, come dicono i giovani, risaliva al 2012, quando un diciannovenne Paul Pogba bullizzava gli avversari con dribbling ubriacanti, tiri che spaccavano le porte e sventagliate eleganti e precise. Paul è rimasto in bianconero fino all’estate 2016, poi è tornato a casa per indossare nuovamente la casacca del Manchester United e, piano piano, si è smarrito nel labirinto degli infortuni, della vita da superstar e uomo-azienda. Il tutto senza la Mamba Mentality di Kobe Bryant o l’ossessione per la perfezione di Cristiano Ronaldo. Durante quei mesi caldi di otto anni fa la mia speranza di legarmi a un campione e di vederlo crescere con la squadra per la quale faccio il tifo si è sgretolata, inaridendo il mio cuore. Sempre calcisticamente parlando. «Tanto poi li vendono tutti»: con questo mantra evitavo di innamorarmi di nuovo, vedevo transitare i vari campioni, perfino CR7, ma non riuscivo a esaltarmi.

Poi, però, è successo: senza neanche aspettare la primavera, deludendo così Loretta Goggi, mi sono innamorato ancora, al tramonto dell’ennesimo anno difficile nel mondo e sul piano personale. Il mio amico Federico, con il quale condivido non solo il nome ma anche una buona dose di sfiga, dice sempre che, se il calcio va bene, hai l’impressione che vada bene un po’ anche a te. Che il calcio vada bene può significare la vittoria della squadra del cuore ma non solo, anche la scoperta di un nuovo talento o la rinnovata capacità di sognare grandi traguardi sportivi. Chiaramente se tutti questi elementi si sommano è meglio. E il finale del 2023, in termini meramente calcistici, ha messo in fila tutte queste cose. Dopo una stagione travagliatissima tra inchieste, accuse, punizioni, multe e punti in classifica tolti, restituiti e di nuovo tolti, la Juve è ripartita da zero, ha resettato e si è proiettata verso il futuro. Un futuro di cui, ci auguriamo noi tifosi, farà parte anche Kenan Yildiz.

Il 23 dicembre 2023 allo Stadio Benito Stirpe di Frosinone Yildiz si è rivelato alla Serie A. Non era la prima volta in assoluto che calcava il manto erboso tra i grandi ma la prima in cui lo faceva da titolare. Dopo dodici minuti di gioco, Kenan ha ricevuto il pallone sulla sinistra, appena fuori dall’area di rigore avversaria, l’ha orientato verso i tre avversari che lo circondavano, li ha superati smaterializzandosi e ricomparendo alle loro spalle, ha proseguito verso la porta difesa da Turati e a un passo dall’area piccola ha calciato di destro, forte e teso, sul primo palo. Estasi. Frosinone zero, Juventus uno. Il ragazzo esulta, alza i pugni al cielo, urla e tira fuori la lingua come faceva Alessandro Del Piero, uno che nel calcio qualche bel ricordo l’ha lasciato.

Un’altra traccia Yildiz l’ha impressa il 4 gennaio: il secondo gol, stavolta in Coppa Italia, arriva al minuto 87, di nuovo partendo da sinistra e arrivando a scaricare il destro dopo aver dribblato i difensori della Salernitana con una facilità assurda. Se prima di Natale è scoccata la scintilla, prima dell’Epifania il colpo di fulmine è diventato una cotta che non posso più nascondere.

Sognare non costa niente, al massimo tocca pagare il prezzo di Coca-Cola e patatine fritte al pub o l’abbonamento allo streaming. Sono soldi che posso permettermi di sborsare, perché penso che mi aiutino a stare bene, consentendomi di innamorarmi ancora. Non ho neanche avuto bisogno di un’ora: il 23 dicembre 2023 sono bastati dodici minuti. Con buona pace di Loretta Goggi.

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