Di lupi e di fischi

Rosso Foxe | Quasiamore |
disegno di Titti Demi

Dicono che la terra, vista dallo spazio, assomigli a un’arancia blu. Ci aggiriamo sulla superficie irregolare e odorosa di questo agrume celeste da decenni, secoli, millenni. Ricordiamo perfettamente tutti i corpi ai quali ci siamo avvinghiati, le carni nelle quali abbiamo affondato dita e lingua, i calori e i fluidi scambiati, gli odori e i sapori.
Abbiamo vissuto.
Abbiamo ricordi che affondano così indietro nel tempo da sapere di aver tentato o subito approcci che oggi sarebbero illeciti. Qualche volta abbiamo addirittura fischiato un corpo stupendo che ci passava accanto; qualche volta il fischio era rivolto a noi.

Oggi, l’approccio in strada o al bar è più pericoloso. Un errore e si è passibili di denuncia. Ed è una fortuna, perché in giro ci sono stronzi e criminali che, ammantati nella loro millenaria cultura maschilista, muovono comportamenti disgustosi. Ma tra l’essere stronzo e non esserlo non c’è una linea bianca, ben visibile, che delimita il confine: è piuttosto un limite sfumato e cangiante che assomiglia ad Achille che cerca di raggiungere la tartaruga. A volte non la prende mai, altre la supera senza accorgersene, altre ancora la pesta e la rompe.

Chi, come noi, ha fatto del desiderio di tutto, senza esclusioni ma nel massimo rispetto, la propria ragione di vita, rischia di sentirsi frustrato. Sogniamo un mondo, un’arancia blu, in cui chiunque possa dire a chiunque il proprio desiderio, senza il sospetto e il terrore degli osceni predatori criminali, giudicanti, insultanti, sminuenti.

Per un po’ abbiamo sperato che le app di dating potessero sostituirsi alle crescenti difficoltà di approccio diretto. In fondo uno “swipe right” è come un fischio in strada, senza gli aspetti minacciosi e insultanti e senza giudizio o imbarazzo. Chiunque può fischiare chiunque. E quando due corpi si fischiano a vicenda, avviene la magia del “match” e si può tentare un confronto in uno spazio di dialogo sicuro. Si continua solo fino a quando c’è il vicendevole piacere della conoscenza. Se la situazione diventa sgradevole, si può annullare il fischio, bloccare la persona con cui si interloquisce, addirittura segnalarla all’autorità dell’amore (che potrebbe decidere di sospenderla dal gioco della seduzione).

Poi i corpi si incontrano, in uno spazio condiviso, si conoscono, si dicono cose, condividendo la consueta miscela di verità e menzogne, e possono decidere di fare cose insieme: un bicchiere di vino, una cena, una passeggiata, addirittura avvinghiarsi, nel numero e nei modi più consoni a ciascuna relazione. Com’è normale nella vita. O come dovrebbe esserlo.

Il sogno di fischio democratico, alla portata di chiunque, si infrange contro l’esame della dura realtà. Le aziende che producono app di dating non sono delle organizzazioni mosse dal sogno di un amore universale, capace di ricoprire l’intera superficie dell’arancia blu di corpi erotici che si avvinghiano. Quelle aziende vogliono arricchirsi. Allora vendono servizi diversi a specifici utenti. Queste persone, che hanno un contratto a potenzialità e costo crescenti (bronzo, argento, oro e platino), possono fischiare più forte degli altri.

Dai predatori non si scappa.

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