La parte di Rusty
Una piccola descrizione
La scena inizia nella pagina precedente (pagina 10, vedi A.6), e si chiude alla vignetta 6 di pagina 11. Come abbiamo già visto, due vignette servono a Ware per far entrare il lettore in casa, le altre ci descrivono il risveglio di Rusty: o meglio, ci raccontano cosa fa Rusty da sveglio nel letto, prima di alzarsi.
Il movimento di macchina, se così possiamo chiamarlo, nelle vignette della prima striscia non è dritto: non entriamo in casa con uno zoom in avanti; si tratta piuttosto di una “curva” verso sinistra. A un primo sguardo, invece, la telecamera sembra procedere in avanti: è perché le prime cinque inquadrature sono tutte frontali.
L’ultima vignetta è vista dall’alto, inclinata: richiama la diagonale delle vignette con la stessa inquadratura nella parte di Chalky, ma con una differenza: Rusty è inquadrato da dietro, Chalky da davanti. Di Rusty, sotto il piumone, vediamo i capelli, le braccia, le mani. In una vignetta anche il naso e un occhio, ma non riusciamo a distinguere la sua fisionomia. Ci sono due ballon per vignetta, fino alla quarta; tre nella quinta (a parlare, fuori campo, e William Brown, padre di Rusty, di cui sentiamo l’urgenza); nella sesta c’è solo un flebile ballon di risposta di Rusty.
In questa scena Rusty parla con una action figure di Supergirl che gli è stata regalata di recente (lo scopriremo più avanti) ed è chiaramente attratto in modo ingenuo – e per lui non del tutto comprensibile – dalla figura femminile, e dal potere che gli dà giocare con lei, spostarla, manipolarla. I dialoghi sono tutti smozzicati, mezzi interrotti ( “sì lo so… devo dirtelo…” “ma… non temere… è solo che…” “N-non potevo più… andare avanti… senza…” ecc.); si capisce che Rusty si immagina nella mente le risposte di Supergirl, ma è anche chiaro che agisce in Rusty un doppio pensiero: da un lato un gioco liberatorio, dall’altro una forma di controllo e di censura. Rusty rivela a Supergirl i suoi sentimenti, quando però gli sembra di arrivare al limite (il gioco si fa troppo serio), Supergirl viene allontanata, come se scappasse in volo; ma proprio in questo modo Rusty riesce ad accedere a un lato più erotico del gioco: in volo il costume si alza. L’intervento del padre (fuori campo, da destra, proprio dove c’è la porta della camera, secondo la planimetria a pagina 1) chiude il discorso e riporta alla realtà Rusty, e cambia di colpo il mood della scena: Rusty si deve alzare per spalare il vialetto. I valori in gioco si sono ribaltati: fantasia e cazzeggio lasciano il posto alla concretezza.
Già da qui vediamo alcune caratteristiche che saranno tipiche di Rusty: vive in una sua realtà alternativa; ha pochissimi contatti con le persone reali, compresi i suoi stessi genitori. Si rivolge alle altre persone (bambini, ragazzi e adulti) solo se è necessario; quando qualcuno gli fa delle domande risponde nel modo più sintetico possibile. Parla principalmente con sé stesso e con le creazioni della sua fantasia, come Supergirl; per poter interagire con Chalky dovrà renderlo parte del suo mondo immaginario, raccontandogli le cose dal suo punto di vista.
L’impressione è che qui, in questa pagina, Ware non ci faccia vedere il viso di Rusty – oltre che per un motivo di contrapposizione, sia grafica che caratteriale, con Chalky – proprio per tenere la narrazione a un passo dal mondo fantastico del bambino, mondo che invece inizieremo ad esplorerare nella prossima scena.
La parte di Chalky
Una minima descrizione
Come sempre la striscia è di sette vignette, in questo caso strutturate simmetricamente: due primi piani su Chalky; tre campi medi dall’alto; altri due primi piani. Di più: la prima vignetta ha un primo piano identico all’ultima (vediamo Chalky di fronte, sorpreso), la seconda vignetta ha un primo piano identico alla penultima (Chalky di profilo che guarda verso la porta). I campi medi centrali sono identici: Chalky è illuminato in parte dalla luce che proviene dalla porta aperta. Proprio al centro della striscia, nella terza vignetta, l’unico ballon del bambino, che risponde “ok”.
Non sappiamo ancora di cosa si preoccupi Chalky, ma l’impressione è che, a differenza di Rusty, Chalky viva nella mondo reale.
Se quella di Rusty può sembrare una scena definita (c’è un inizio, una fine, un cambiamento), quella di Chalky è ancora solo una parte di qualcosa che si deve ancora definire.
Per ora abbiamo troppi pochi elementi per capire chi è, qual è il suo carattere e cosa vuole (o non vuole) il nostro personaggio: sappiamo solo che in qualche modo è simile a Rusty (stessa pettinatura, stessa posizione a letto), ma opposto (il nome, i colori della tavola; vediamo Chalky sempre di fronte, Rusty sempre nascosto).
Tra le altre cose, ha pubblicato “Un diario pressappoco” (con lo pseudonimo brèkane, RGB, 2007), e, insieme con Alberto Talami, i volumi a fumetti “Quasi quasi mi sbattezzo” (Beccogiallo, 2009), Morte ai cavalli di Bladder Town (Autoproduzione, 2010, premio Nuove Strade al Comicon di Napoli, 2011), “Il futuro è un morbo oscuro, dottor Zurich!” (BeccoGiallo, 2018, premio Miglior Sceneggiatura al Comicon di Napoli, 2019) e Jungle Justice (Coconino Press, 2022).