Gli è che proprio non sono capace di consultare i cataloghi. Mi ostino, per obbedire a una delle poche direttive del compagno editore Claudio Calia, a predisporre la lista delle spese del mese. Mi illudo, in questo modo, di tenerlo tranquillo e garantirmi la possibilità di non essere cacciato con ignominia. Però, i fumetti, li devo vedere: mica riesco a capire, guardando la scheda su un catalogo e un disegnino, se quella roba vale la pena. Alla fine, segnalo solo cose che conosco. A tutto questo aggiungo che non riesco a centrare una data neanche se me la tengono ferma in tre.
In ogni caso, ecco le cose che – se usciranno, come sono convinto – comprerò con gioia.
Innanzitutto, Tokyo giorno per giorno, un cofanetto contenente tre volumi – per un totale di 650 pagine – firmati da Taiyo Matsumoto, per Jpop. Ecco la scheda dell’editore:
«Con l’ascesa al trono dell’imperatore Naruhito e il conseguente ingresso del Giappone in una nuova era, l’era Reiwa, il Paese è travolto da una ventata di rinnovamento. Shiosawa, storico editor di un’importante casa editrice di manga, viene così mandato in pensione anticipata. Nel mezzo del sentiero della sua vita, abbandonato senza più àncora nel mare delle proprie angosce, il nostro si ritrova a riflettere su cosa abbia significato e su cosa significhi per lui il manga: è solo lavoro, una forma espressiva o un ambiente di affetti e amicizia? Un viaggio struggente nella vita e nella mente di un artista a sipario chiuso, dal geniale autore di Tekkon Kinkreet, Sunny e Ping Pong.»
Il mese scorso ero convinto uscisse il primo volume di Hate di Peter Bagge per Saldapress. E… niente: esce alla fine di maggio. Riciclo quello che già ti dicevo un mesetto fa:
«C’è stato un momento, collocato tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, in cui Fantagraphics, casa editrice di Seattle diretta da Gary Groth e Kim Thompson, allineando comic book che presentavano i progetti di autori altrimenti incollocabili nel mercato statunitense, mostrava ai lettori l’estensione di generi e forme che il fumetto avrebbe potuto raggiungere, se non fosse stato costretto a indossare i mutandoni aderenti dei supereroi. “Love & Rochets” dei Fratelli Hernandez, “Eightball” di Daniel Clowes, “Airbabe” di Jessica Abel, “Acme Novelty Library” di Chris Ware, “Frank” di Jim Woodring, “Naughty Bits” di Roberta Gregory, “Palestine” di Joe Sacco, “The Nimrod” di Lewis Trondheim… e sicuramente ne sto dimenticando decine. Non dimentico, però, il mio preferito: “Hate” di Peter Bagge. Quando, nel corso della scorsa Lucca, Saldapress ne ha annunciata l’edizione italiana in tre volumi, ho sentito un fremito di gioia. Ad aprile esce il primo. Se non sai chi è Buddy Bradley e non hai mai letto “Hate”, fidati di me per una volta: regalati questa serie a fumetti. Potrai gelare l’amico che, con il consueto atteggiamento tronfio, ti parla di uno scrittore improbabile, dicendoti che siamo di fronte a qualcuno che può finalmente scrive il Grande Romanzo Americano: “Ah… non hai letto Hate di Peter Bagge”.»
Tra i manga Coconino escono delle cose che spesso mi stupiscono. Va be’, sono una mente semplice: basta tirare fuori una cosa di Kazuo Kamimura o di Minetaro Mochizuki per stupirmi. Stavolta ha messo in catalogo La belva nell’ombra l’adattamento di un romanzo di Edogawa Ranpo fatto da Baron Yoshimoto. Ecco la nota editoriale:
«Un classico della letteratura giapponese diventa uno splendido manga nelle mani del maestro Baron Yoshimoto. Rimasto lungamente nascosto nell’immensa produzione artistica dell’autore, La belva nell’ombra viene tradotto per la prima volta al mondo, segnando il ritorno in Italia del famoso mangaka. Quest’opera, targata Coconino Press/Doku, può finalmente brillare e farsi conoscere dal pubblico dei lettori italiani: un superbo adattamento realizzato da Yoshimoto negli anni della sua maturità artistica, animato da noir, mi stero, erotismo, passione e omicidi. Può il fascino irresistibile di una donna offuscare la mente razionale di un uomo? Può portarlo alla perdizione?»
Tunuè pubblica l’edizione integrale di Diario, di Fabrice Neaud. In It alia ne abbiamo visto il primo volume più di quattro lustri fa per Rasputin!Libri. Poi quella banda di scapestrati, che ci ha dato un pugno di libri bellissimi, è fallita. Ora i quattro volumi del Journal di Neaud vengono raccolti in un unico monumentale libro. L’editore lo racconta così:
«Fabrice Neaud, senza smarrire mai la sua dimensione artistica, unica e irripetibile, universalizza il proprio sentimento senza cadere nelle gabbie degli stereotipi. Grazie alla sua magistrale capacità comunicativa, siamo al tempo stesso protagonisti e spettatori della sua, ma potenzialmente nostra, splendida esistenza.
Diario è il dolce ricordo autobiografico di un amore travagliato. Quando Neaud inizia a prestare il proprio talento per aiutare a ridipingere la chiesa del suo piccolo paesino, incontra il giovane e affascinante Stéphane, di cui si innamora perdutamente. Così, l’artista ci immerge nella sua tormentata e passionale storia d’amore, regalandoci contemporaneamente uno spaccato della Francia degli anni Novanta.»
La collana “Fumettizozzi” di Comicon, dopo aver proposto un po’ di volumi della collana “BD Cul” di Les Requins Marteaux, inizia a proporre fumetti italiani. Questa scelta è interessante perché “BD Cul”, nel suo progetto iniziale, prendeva il modulo del fumetto erotico tascabile italico (robe come “Jacula”, “Lando” e “Maghella”) e lo assegnava ad autori francofoni diversissimi. Poteva capitare così che, aderendo a quel formato, Aude Picault realizzasse un fumetto erotico delizioso come Comtesse o che Bastien Vivès facesse albi che si iscrivevano perfettamente nella tradizione de “Il Tromba” o “Il Camuonista”.
Nei prossimi giorni esce Le ragazze del diavolo di Maurizio Rosenzweig e vedere un suo tascabile erotico mi incuriosisce tantissimo.
Per finire due saggi usciti in Francia che, invidioso di Boris, mi sono comprato pure io.
Histoire de la bande dessinée espagnole di Antonio Altarriba, Manuel Barrero, Antoni Guiral e Noelia Ibarra. L’editore PLG lo racconta così:
«Dalle incisioni popolari note come aucas o aleluyas ai primi fumetti pubblicati nella colonia spagnola di Cuba a metà del XIX secolo, passando per le sequenze di vignette politiche della stampa satirica, esiste una lunga tradizione che costituisce la base del ricchissimo fumetto iberico. Il fumetto ha conosciuto un vero e proprio boom nella prima metà del XX secolo, quando per descrivere le riviste di fumetti è stato adottato il termine “tebeos”, espressione derivata dal titolo della popolare rivista “TBO”. Fermato dalla guerra civile, il fumetto spagnolo non si spense tuttavia nella morsa soffocante della dittatura franchista: portando un po’ di colore in una società impoverita, le riviste per bambini fiorirono nel dopoguerra, nonostante l’esilio di molti artisti all’estero. Questo fu anche il periodo di massimo splendore delle agenzie spagnole che inondavano l’Europa con le loro produzioni a basso costo.»
[Tradotto con DeepL.com (versione gratuita)]
Second Souffle: Bandes dessinées alternatives 2000-2020 di Frédéric Hojlo, edito da Flblb:
«Dopo la rottura imposta dagli editori alternativi nei primi anni Novanta (L’Association, Cornélius, Ego comme x, Les Requins Marteaux, Frémok, ecc.), è emersa una nuova generazione, dalla creazione di Atrabile nel 1997 a quella di Adverse nel 2016, passando per Editions 2024, Biscoto, Cà et là, L’employé du moi, FLBLB, Matière, Misma, Super Loto e The Hoochie Coochie, tra gli altri. Nell’arco di 20 anni, questi editori hanno moltiplicato la dinamica iniziata dai loro predecessori, basata su una visione del fumetto come mezzo espressivo aperto e del lavoro editoriale come campo di sperimentazione svincolato dalle logiche della redditività. Attraverso interviste con gli editori e recensioni di libri, Frédéric Hojlo traccia un ritratto di questo “secondo vento”, unico al mondo per l’abbondanza dell’offerta e l’impegno a lungo termine.»
[Tradotto con DeepL.com (versione gratuita)]
E anche per questo mese l’ho sfangata.
Scrive e parla, da almeno un quarto di secolo e quasi mai a sproposito, di fumetto e illustrazione . Ha imparato a districarsi nella vita, a colpi di karate, crescendo al Lazzaretto di Senago. Nonostante non viva più al Lazzaretto ha mantenuto il pessimo carattere e frequenta ancora gente poco raccomandabile, tipo Boris, con il quale, dopo una serata di quelle che non ti ricordi come sono cominciate, ha deciso di prendersi cura di (Quasi).