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Abbiamo lasciato Rusty in bagno (“snf”) mentre lava il guanto; la pagina successiva si apre sul dettaglio delle mani Rusty che appendono il guanto ad asciugare.
Mentre leggiamo non avvertiamo alcuna ellissi, anche se l’ellissi c’è (tra una tavola e l’altra Rusty ha lavato il guanto, ha preso il quaderno da terra, è uscito dal bagno, è entrato in classe e si è diretto al suo posto, in fondo alla stanza). Sembra quasi un cambio di passo, visto che prima la descrizione delle azioni di Rusty era minuziosa e scandita da istanti molto vicini uno all’altro, ma l’unità di misura temporale è la pagina. E quindi l’unità di tempo è mantenuta tra la pagina 23 e la 24, e poi tra la 25 e la 26.
Il rapporto tra queste due vignette è un rapporto di causa / effetto, ma è anche e un rapporto legato alla grammatica della narrazione per immagini, per come siamo più o meno abituati a considerarla: a un’inquadratura lontana in cui vediamo Rusty lavare “qualcosa”, segue un dettaglio per vedere cosa ha lavato. Questi due movimenti (causa/effetto, inquadrature consequenziali) sono più forti dell’ellissi narrativa e permettono a Ware di riprendere a seguire Rusty con lo stesso ritmo di prima, senza strappi per il lettore.
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Dunque, un’altra tavola di passaggio, dicevamo. Intanto alcuni dettagli: il testo qui è simmetrico a quello nella pagina precedente rispetto all’asse della rilegatura: e sono tutte onomatopee; non l’ho detto l’altra volta, ma le finestre della scuola richiamano, in verticale, la gabbia della pagina, ogni pannello una vignetta; torna anche qui il rettagonolo giallo più o meno al centro della vignetta 8: a cosa serve? Probabilmente per motivi compositivi, altrimenti la parete sarebbe sembrata troppo vuota, e forse per creare una continuità con il banco nella vignetta successiva (ma sono ipotesi, se qualcuno ha un’idea più chiara si faccia avanti).
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La cosa che mi sembra interessante di questa pagina è che si presta a diversi ordini di lettura. O meglio: a un ordine di lettura da sinistra a destra (e dall’alto al basso), si sovrappone un ordine di lettura che mi verrebbe da chiamare “a cerchi concentrici”: dove la prima vignetta sarebbe il campo lungo in basso a sinistra, a seguire la sequenza del guanto che sgocciola (sequenza unita anche dall’inquadratura frontale e dal colore), per chiudere con le assonometrie finali, in cui le linee oblique formano una sorta di freccia diretta verso la pagina successiva.
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Nelle ultime vignette mi fanno impazzire le linee diagonali che continuano, e l’“arco narrativo” della goccia che arriva a compimento, nell’ultima vignetta, con una piccola pozzanghera.
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Tra le altre cose, ha pubblicato “Un diario pressappoco” (con lo pseudonimo brèkane, RGB, 2007), e, insieme con Alberto Talami, i volumi a fumetti “Quasi quasi mi sbattezzo” (Beccogiallo, 2009), Morte ai cavalli di Bladder Town (Autoproduzione, 2010, premio Nuove Strade al Comicon di Napoli, 2011), “Il futuro è un morbo oscuro, dottor Zurich!” (BeccoGiallo, 2018, premio Miglior Sceneggiatura al Comicon di Napoli, 2019) e Jungle Justice (Coconino Press, 2022).