Adah

Francesco Barilli | C'era una volta il west |

Se vuoi sapere di cosa sto parlando sarà meglio che recuperi le puntate precedenti:

Il 1982 è iniziato da poco. Un anno importante, nel mio ricordo. Dovessi sintetizzarlo so per certo cosa direi. Muore Gilles Villeneuve, l’Italia vince il mondiale di calcio nel modo più bello che si possa immaginare, esce Adah. Avrai capito l’importanza che questa storia ha per me.


Ken, più che protagonista, è testimone della propria avventura umana, in cui si intrecciano, come nella vita reale, molti personaggi. Se mi segui da un po’ l’avrai notato: l’eschimese Nanuk e la sua saggezza naif, la piccola peste Pat, persino la cagnolina Lily hanno saputo rubare la scena al protagonista. Ma qui Ken appare addirittura a pagina 74!

La scelta di tenere in disparte il personaggio che dà il nome alla serie appare fin dalla splendida cover. Una cover, peraltro, che non anticipa un momento topico della storia (così si usa, solitamente) ma ti fa capire che quanto leggerai è un ricordo, non del tutto amaro. Ken appare solo nella foto, conservata in una cornice ed evidentemente cara alla protagonista, che intuiamo essere una donna (la spazzola, la giarrettiera, lo specchio…) con molto da raccontare (il diario aperto…).

Ti dicevo del diario.

Che all’interno di un flashback venisse usato in didascalia, come voce narrante, il parlato di un personaggio diverso da Ken l’abbiamo già visto – pure l’ultima volta con Cochito, per dire. Che il diario piaccia a Berardi è pacifico, tanto da diventare anni dopo tratto distintivo della sua Julia, ma lì è la protagonista a scriverlo. Ma la novità, in Adah, è dirompente. Il protagonista della testata, come detto, è quasi assente e la gestione della storia è interamente affidata alla voce di un personaggio mai apparso prima e che mai più apparirà nella serie.

Il disegno a mezzatinta di Ivo Milazzo ti catapulta dunque nella vita di Adah, una donna nera di quasi sessant’anni che racconta la propria vita partendo dal primo vagito.

Alternando le mezzetinte con il consueto B/N delle sequenze in dinamica, ti viene mostrato come la protagonista, già da bambina, scopre il mondo e si interroga sulla sua condizione…

… fino a comprendere le ragioni del suo essere una «schiava privilegiata».

È così che Adah apprende di essere figlia, come i suoi fratelli, del signor Barrow, padrone della piantagione, e che a questo deve la sua casa dignitosa e in generale le condizioni di vita «accettabili», mentre gli altri schiavi subiscono violenze atroci.

Alcune tavole sono piene di testo, ma l’uso del diario toglie alle didascalie, da tempo «abolite» nella serie, il peso del semplice dovere esplicativo, rendendole efficaci nel mostrare il fluire intimo dei pensieri di Adah, in una narrazione che non è lenta, quanto intensa e meditata.

La condizione «fortunata» della famiglia cambia quando esplode la guerra di secessione. Ma il mutamento non è positivo, o non lo è da subito. Lo intuisce l’anziana nonna, con saggezza venata di cinismo.

La realtà si rivela persino peggiore delle previsioni della vecchia donna. Adah conosce la liberazione dalla schiavitù nella violenza dei vincitori, non dissimile da quella dei vinti.

La strada che la giovane è destinata a percorrere resterà altalenante fra violenza e illusioni di libertà, prostituzione e imbrogli di cui cadrà vittima…

… e a cui dovrà adattarsi per sopravvivere.

Insomma, Adah è la storia di una vita, fatta di fatica, costellata da soprusi, nella perenne ricerca di riscatto, di libertà, di realizzazione della propria personalità. Come ti ho detto, Ken compare solo da tavola 74 in poi. Ma, attento, pure nelle restanti pagine non è che faccia molto. Ascolta Adah, passa con lei una notte d’amore, la salva, la assiste. E comunque sarà Lungo Fucile a trasformarla in una donna che sa continuare la propria vita, finalmente libera da ogni legame col passato. E Ken, entrato in punta di piedi nella vicenda dopo essere rimasto in disparte, la chiude, significativamente in silenzio e guardando la donna partire.

Il riepilogo cronologico viene offerto direttamente dalla protagonista, che termina le proprie memorie nel maggio 1908, affermando che l’addio è avvenuto 28 anni prima (tutto nell’ultima vignetta). Poco prima nel suo diario ricorda Ken trentaquattrenne all’epoca dei fatti narrati.

Tutto combacia con la carta d’identità di Ken (se ricordi l’abbiamo vista in C’era una volta) e colloca la storia nella primavera del 1878… O forse, considerando una possibile imprecisione nei ricordi della donna e un Ken quasi trentaquattrenne, alla fine del 1877. Poco conta: vedremo nelle prossime puntate di spiegare, per quanto possibile, la possibile inesattezza cronologica.


Se Adah ti ha regalato, seppure fra lutti e tragedie, una storia di riscatto, mostrandoti un futuro illuminato da un raggio di sole, il ritorno alla realtà è ben diverso. Il 2 aprile 1982 il governo argentino reclama la sovranità sulle isole Falkland, e di conseguenza la Gran Bretagna organizza una missione militare per respingere quella che considera un’occupazione illegittima da parte argentina. Il conflitto durerà un paio di mesi, si concluderà nel giugno 1982 col ritorno delle isole sotto il controllo britannico, provocando un migliaio di morti. Tutto per un fazzoletto di terra che senza Google manco saprei collocare sulla cartina geografica.

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