Unmatched Hell’s Kitchen: tu chiamale, se vuoi, emozioni

Garbat | Comix Board |

Articolo di Garbat e Claudio Calia


Devo avere una casa per andare in giro per il mondo

Assalti Frontali

Crede di insegnarcelo a noi, lui, come si occupa un posto. Come se non leggessimo anche noi i dispacci che rilascia, ogni afoso giorno di questo agosto senza pietà. Come se ci fosse il suo, di nome a far squillare i terminali della Digos lungo tutto lo stivale. Il caldo è impietoso e coliamo di sudore, tanto sudore. Sappiamo da quello che scrive che ha degli orari precisi, conosciamo l’osteria dove va a pranzo, è davvero un dilettante. Se è vero che non si ruba in casa del ladro, lo è ancor di più che non si occupa casa degli squatter. Ispirandoci alle più squallide operazioni di polizia (una anche recentissima, solidarietà a Casa Loca) aspettiamo che a ferragosto la redazione sia vuota per entrare, tanto che abbiamo pure le chiavi. Dentro troviamo il peggiore stereotipo di una occupazione: cartoni di pizza ovunque, bottiglie di birra e tappi sparpagliati sul pavimento, i ventilatori lasciati accesi in sfregio al cambiamento climatico. Le nostre occupazioni non sono mai state così. Ordinati e organizzati entriamo in cordone, stendiamo sul pavimento il tabellone da gioco e giochiamo a “Unmatched Hell’s Kitchen”, oggi il dispaccio lo scriviamo noi. Creiamo una T.A.Z. momentanea, un dispetto, e per di più facciamo anche un po’ di ordine prima di uscire. Che a settembre non vogliamo mica ritrovarci in una cloaca, a riprender le pubblicazioni.


Unmatched è un gioco di miniature asimmetrico in cui ciascun giocatore controlla un personaggio leggendario tratto da ogni tipo di universo, dal fantasy al fantascientifico fino allo storico. Ogni eroe così interpretato è reso attraverso una miniatura che si muove sul tabellone e rappresentato da un mazzo di carte che ne identifica peculiarità e abilità.

Il movimento tattico basato su un’evoluzione del sistema utilizzato in Tannhäuser è il “Pathfinding System”, ovvero una meccanica che impiega cerchi colorati disegnati sulla plancia di gioco per determinare sia il movimento delle miniature che le linee di contatto, fondamentali nello skirmish, la meccanica di schermaglia tra due avversari mutuata dai wargame in cui si simula uno scontro uno contro uno e che rende il combattimento più veloce e più immediato. 

I personaggi si muovono dunque sopra un tabellone a doppia faccia che presenta due diverse configurazioni e con meccaniche di combattimento che limitano al massimo il fattore fortuna, creando un’esperienza di gioco unica che esalta l’esperienza personale e le caratteristiche del proprio eroe. 

Lo scopo del gioco in sostanza è quello di ridurre a zero i punti vita dell’avversario, giocando due mosse a turno a testa, a scelta tra: pescare una carta e muoversi; giocare una carta abilità; giocare una carta attacco, coperta, a cui l’avversario può, a sua volta, rispondere con una carta difesa. Il tutto sul tabellone composto da caselle che, tramite i colori, sono anche separate in varie aree, utili per delimitare la portata degli attacchi a distanza.

La popolarità e la forza del gioco dipendono dall’ infinito numero di personaggi, e dalle loro singolari caratteristiche e peculiarità, che di volta in volta gli autori mettono a disposizione dei giocatori con la possibilità di farli scontrare in qualsiasi tipo di scenario, compresi eroi e super eroi dei fumetti.

A cogliere per prima l’opportunità, neanche a dirlo, è la Marvel, che nel 2021 tasta il terreno con un’espansione solitaria dedicata al singolo personaggio di Deadpool; un test riuscito che anticipa una serie di uscite legate a gruppi di eroi e a filoni narrativi ispirati alle serie a fumetti piuttosto che al Cinematic Universe. 

Cambia anche la modalità di gioco, non più il classico scontro uno contro uno, o al più due contro due, ma si passa ad un avvincente e teso trio stile stallo alla messicana: uno deve sempre prevalere e nello scontro non ci sono più eroi o supereroi buoni.

Escono così, per la gioia del socio Claudio:

Unmatched: Redemption Row con Luke Cage, Ghost Rider e Moon Knight

Unmatched: Hell’s Kitchen con Daredevil, Elektra e Bullseye

Unmatched: For King and Country con Black Widow, Black Panther e Winter Soldier

Unmatched: Teen Spirit con Ms. Marvel, Squirrel Girl, e la coppia Cloak and Dagger.

Unmatched: Brains and Brawn con Spider-Man, Dr. Strange e She-Hulk

Fu così che in una serata molto calda con Claudio e il sodale Massimo ci siamo incamminati per le strade e sui tetti della Cucina Infernale per scoprire se le storie di Frank Miller erano davvero “senza eguali”…


Finita l’introduzione di Garbat a questo articolo scritto a quattro mani (ma giocato a sei), eccomi entrare in scena per, in un qualche strano modo, parlare di fumetti. Tra i diversi giochi Unmatched dedicati ai supereroi Marvel non ti sarà sfuggito che, almeno a mia memoria, ce ne sia uno solo dedicato a un trio che è stato davvero protagonista di un memorabile ciclo di storie a fumetti (il che non vuol dire che, che so, Luke Cage e Ghost Rider non si siano mai incontrati tra le pagine di uno stesso albo, ammetto di non ricordarlo proprio, ma per convincermi che se mai è avvenuto questo possa essere stato in un ciclo di storie considerato memorabile, devi proprio mettercela tutta e probabilmente dovremmo capirci su cosa intendiamo davvero per “memorabile”). Guardacaso, parliamo proprio del ciclo di Daredevil realizzato da Frank Miller, di cui ti ho parlato almeno cinque volte negli ultimi mesi.

Ora, chi mi conosce sa che… giocare a giochi da tavolo non è fortunatamente qualcosa che rientra nell’alveo delle mie passioni. Il che, vista la dedizione e l’intensità che ci dedico, alle mie passioni, non è per forza da considerarsi un male. Ma dopo mesi di corteggiamenti siamo riusciti finalmente a trovarci in tre per giocare a “Unmatched Hell’s Kitchen”. Come al solito su queste pagine mi trovo a dover fare un sacco di premesse, sperando sempre di chiudere i cerchi che apro ma insomma, mi sembra proprio il caso di presentarti il terzo giocatore, che si chiama Massimo Zilio, che è un amico, ed è un appassionato di giochi E di fumetti. Un vero e proprio compagno di letture, di quelli con cui potrei parlare per ore di titoli astrusi sconosciuti ai più nei meandri degli universi DC e Marvel e un bel po’ di indipendenti. Insomma, sui tre giocatori che siamo, posso garantire che almeno due hanno letto tutto il Devil di Miller.

Abbiamo giocato due partite, entrambe usando ognuno lo stesso personaggio: io con Daredevil, Massimo con Elektra e Garbat con Bullseye. Nella prima, Bullseye ha ucciso Elektra, per poi essere fatto fuori da Daredevil. Nella seconda, Elektra ha ucciso Bullseye e poi ha sconfitto Daredevil. Il nodo è che io e Massimo abbiamo giocato ispirandoci direttamente alle storie a fumetti che tanto abbiamo amato, per cui per lui impersonando Elektra è stato semplicemente naturale affrontare prima Bullseye per in qualche modo cercare di tutelare Matt Murdock, come per me è stato naturale puntare immediatamente a Bullseye cercando di evitare che uccidesse, ancora una volta, la mia amata Elektra. Le regole del gioco, spiegate molto bene da Garbat qui sopra, sono molto più complicate da scrivere che da giocare, infatti le partite possono durare attorno a una mezz’oretta al massimo, in un gioco che parte subito concitato e in cui le mazzate volano da tutte le parti. I personaggi sono ben caratterizzati rispetto alle loro potenzialità: Daredevil è resistente ma non fortissimo, ma ha a disposizione il suo “colpo cieco”, ovvero anche se perde un combattimento può infliggere un danno a un avversario che non sia quello con cui si stava confrontando; Elektra è apparentemente fragilissima ma quando viene sconfitta ha la possibilità di resuscitare, e inoltre è accompagnata da un pugno di ninja de La Mano; Bullseye può colpire un bersaglio da qualunque punto del tabellone (per colpirsi, gli altri personaggi devono essere almeno in caselle adiacenti). Ora, per essere chiari, se al posto di questi tre personaggi presi di petto da uno dei cicli di fumetti Marvel che amo di più ci fossero stati dei troll e degli elfi misconosciuti, non so mica se mi sarei sentito tanto coinvolto. E probabilmente anche Massimo, forse il più scafato di tutti e tre in quanto a partite giocate a giochi da tavolo, avrebbe affrontato la sfida diversamente.

Perché ogni scelta che abbiamo fatto è stata dettata dall’emozione di rivivere, seppur molto parzialmente, le storie che amiamo, anche a scapito delle nostre possibilità di vittoria. Perché in un trio composto da Elektra, Daredevil e Bullseye, tra i due amanti può succedere quel che deve succedere a seconda di tattica, fortuna e istinto, ma andiamo…

…tutt3 vogliono ammazzare Bullseye.

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