La fine dell’occupazione

Paolo Interdonato | post-it |

Ormai è chiaro. L’ho capito perfino io. Doveva essere proprio lampante. Sanno della mia okkupazione di questo spazio comune a scopi rigorosamente privati. Non solo lo sanno, ma mi hanno manipolato perché io facessi i lavori di portineria e segreteria nel momento in cui i servizi del condominio sono chiusi per ferie.

L’altro ieri è stato proprio evidente.
Boris è passato qui sotto, ha citofonato e mi ha portato a pranzo. Una richiesta inattesa che mi ha riempito di gioia.

I due curatori di (Quasi), proprio quella rivista là, sorridono ottenebrati da qualche calice troppo dopo pranzo.

Sono rientrato in redazione per riprendere il mio posto da occupante. Boris ha finto di congedarsi. Ho trovato la porta aperta e, dentro, c’era una delegazione delle persone che fanno (Quasi). Sorridenti e con i bicchieri in mano. Sfoggiavano abbronzature, pantaloncini e abitini. Mi hanno salutato con gioia, hanno rimesso a posto tutto (si sono perfino lamentati del fatto che sono un “okkupante da operetta”, uno stereotipo, uno che in un’occupazione vera non resisterebbe dieci minuti perché disordinato caciarone e con troppo alcol in corpo). Mi hanno messo in mano una birra e imposto il divieto di toccare la tastiera. Hanno pubblicato un paio di begli articoli per festeggiare il compleanno di una casa di produzione, A24, che se lo merita. Poi, uscendo, mi hanno salutato dicendomi che ci si rivede a settembre. Boris si è raccomandato di non dimenticare il tema del mese, ché ci tiene proprio. Arabella, Titti e Federico mi hanno lasciato degli appunti sui pacchi che stanno aspettando. Lella ha espresso disappunto per l’ineleganza della disposizione dei ventilatori. Beniamino mi ha abbracciato un po’ troppo forte e ancora mi fanno male le costole. Mabel e Pelo hanno detto che si impegnano a passare più spesso. Lorenzo ha controllato che non avessi usato il suo basso. Lise ci ha rassicurati riguardo alla sua intenzione di non smettere di leggere Rusty Brown.  Alessandra ha infilato un po’ di foto nel cassetto ed è partita cantando. Paolo Valeri ha citato un piano quinquennale di articoli antropologici. Claudio mi ha dato del cialtrone antirivoluzionario e liberale. Alpraz ha promesso di tornare. Rosso Foxe è rimasto fuori dalla porta. Garbat ha raccolto dei dadi perduti in un angolo. Margherita è passata senza guardare…

Sono rimasto in silenzio. Attonito.

Mi hanno fregato. Stronze e stronzi!

Che bello fare una rivista con questa gente.
E a settembre si ricomincia.

Nei prossimi giorni ti racconto cosa è successo in questo 2024, fino a ora. Così ci arrivi col giusto grado di preparazione.

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(Quasi)