Titti a Bordeaux – un reportage

Titti Demi | Feticci |

Mercoledì, 4 settembre 2024

Che poi le cose non capitano mai a caso. In barba alle vacanze del capitale, continua la mia estate. Eccomi a Bordeaux.

Venerdì, 6 settembre 2024

Piove. E mentre aspetto che smetta, leggo un articolo su Emiliano Ponzi che si è messo a riprodurre (sì: riprodurre), le sue illustrazioni digitali su tele grandi, finalmente alzandosi dalla sedia. Ponzi è bravissimo, ma io sono cinica, e una tela dipinta a mano per quanto tu sia già quotatissimo, vale molto di più di una stampa.

Sabato, 7 settembre 2024

Giro per Bordeaux. Se non fosse per l’accento mi sentirei come a casa.
Durante la mattinata mi ricordo che è il compleanno della mia amica di sempre, che oltre a chiamarsi come me, ci accomuna anche il fatto che uno dei nostri genitori è morto il giorno del nostro compleanno. So quanto è difficile festeggiare, quanto può farti sentire in colpa anche solo pensarlo, soprattutto con il resto della famiglia. La chiamo. Quanto dista Valencia da Bordeaux? Tiziana è una pratica, siamo sotto il segno della vergine. Vengo io, dice, che tu sei una cagasotto e già due voli ti traumatizzano. In auto sono circa 6 ore.
Stasera assaggiamo ‘sto famoso vino di Bordeaux, che a me da sola proprio non mi veniva.

Lunedì, 9 settembre 2024

Il cielo di Bordeaux incombe. Credo di aver sottovalutato il concetto di autunno.
È ora di pranzo. Il bello di viaggiare da soli è che non ti devi rompere le palle per convenire con gli altri la scelta del bistrot.

Piove e mi perdo, senza piani, dentro il cuore antico della città. Tre quartieri che prendono il nome dell’imponenti chiese che li abitano. Passo da una via piena di atelier e mi colpisce una vetrina con la porta aperta. Chiaramente non è una libreria, ma ha dei fumetti esposti, tipo uno di Nine. Chiamo e scende dal soppalco un tipo che mi dice che no non è una libreria, ma una casa editrice. Ci stiamo simpatici, mi fa salire su e mi fa vedere le cose che sta dipingendo. Sabato fa questo live painting musicato, insieme a Manuele Fior. La sua casa editrice è Les editions de la Cerise. Il nome non mi dice nulla, ma mi prendo un libro e la rivista che produce.

Mi manda da un suo amico e compro anche Le Copirit e poi seguo il consiglio di prendere un caffè in questo posto bellissimo al civico 5 di Place Camille Jullian: una chiesa sconsacrata trasformato in cinema, il Cafè Utopia.

Vado all’Espace Saint-Rémi dove visito la mostra di Nylso. Uno che disegna piccolo!

Il meteo domani dà sole, mi sa che me ne vado sull’oceano.

Martedì, 10 settembre 2024

Torno in città, dopo una giornata trascorsa sull’oceano. È quasi sera, mi infilo di nuovo all’Espace Saint-Rémi, questa volta per vedere la mostra dedicata a Gus Bofa. Purtroppo, le luci sono posizionate malissimo, ritornerò di giorno.

Mercoledì, 11 settembre 2024

Oggi ancora pioggia, sono andata a vedere un film, ma dopo un ‘ora e mezza mi sono rotta e mi sono mossa per approvvigionarmi di cibo.
Dopo mangiato mi fermo in una piccola stradina, una piccola fumetteria che avevo snobbato per l’insegna manga e invece dentro c’era di tutto. La libreria è stretta e lunga, piena zeppa di fumetti usati e nuovi. Il tipo alla cassa mi guarda con sospetto e in effetti, subito dopo mentre estraggo un fumetto da uno scaffale, mi casca in testa tutta una pila di Wolinski. A questo punto inizia tutto un simpatico coglionarmi del tipo alla cassa: mi vede avvicinare ad una raccolta di Popeye e dice – ridendo forte- agli altri clienti che non può servirli perché questa italiana è pericolosa. Compro un comicbook di Shelton, che vado a leggere seduta di fronte a una delle chiese più belle mai viste.
Poi spacco in due la città, attraversandola per andare a vedere Fior alla Bilioteque Mériadeck. E pensa che nemmeno è uno dei miei preferiti. Ma ne è valsa la pena perché gli originali sono veramente belli, soprattutto Celestia. Manuele Fior era lì a mettere cose, con la sua maglietta d’ordinanza francese a righe blu. Mi squilla il telefono proprio lì in mezzo e rispondo: pronto, come si fa; lui mi guarda è dice: Bene. Fine.

Giovedì, 12 settembre 2024

Considero un valore crescere sul mare, conoscere i venti e mandare affanculo il meteo France che portava diluvio. Per questo oggi sono qui, a Cap-Ferret. Conosco l’Atlantico, dal lato europeo e quello americano, ci ho perfino vissuto in mezzo: su un’isola, mi mancava questo pezzo.
E sono felice.

Venerdì, 13 settembre 2024

Oggi comincia la quarta edizione del Festival Gribouillis. Ovviamente ci vado, sono qui per questo, per fare una cronaca del festival.

Per fortuna non ci sono i cosplayer. Ci sono quasi tutte le case editrici che amo. Però come evento mi sembra abbastanza noioso, sarà che noi siamo sempre caciaroni? Gli autori però se la tirano molto meno di quelli italiani, gli unici insopportabili stavano allo stand de l’Association. Visto che non parlo francese, mi propongono libri senza parole. Forte del mio linguaggio grammlot, fatto di francese, inglese, spagnolo tutto mischiato, li guardo negli occhi e dico: a parte che sono socia del vostro editore e ne possiedo moltissimi, dei vostri libri, a parte che leggo in francese, e poi fossero anche nella mia lingua, l’italiano, io i fumetti li guardo mica li leggo!
Mi hanno guardata come se fossi una deficiente, ho fatto una pernacchia e me ne sono andata.
Au revoir! 
Ci sono poi delle persone particolarmente gentili, uno è Nylso, autore a me sconosciuto fino all’altro giorno quando sono andata a vederne la mostra.
I suoi originali sono piccolissimi e dettagliatissimi. Mi racconta che ha pubblicato il suo primo fumetto a 30 anni, ora ne ha 60, vive a Fontainebleau e disegna in mezzo al verde. Gli chiedo se è stato tradotto in italiano, mi dice no, in fin dei conti ho fatto pochi fumetti. Bho, io ne conto almeno dieci. Parliamo degli strumenti, gli dico che la rotring per me rappresenta il passato delle tavole di progettazione, che pensavo addirittura non esistessero più, poi mi chiede se ho un portfolio con me e dico no, ma gli mostro dei disegni, piccoli come i suoi. Me ne vado pensando che, dopo Baudoin, questo è l’autore più gentile che ho conosciuto finora, oltre a essere un disegnatore bravissimo.
Invece di pubblicare le solite robacce inutili, ogni tanto qualche editore italiano si potrebbe svegliare col piede giusto.

I più simpatici di tutti sono i ragazzi di Misma, casa editrice fondata da dei ragazzi francesi ma con sede a Barcellona. Sarà perché ti amo, è una canzone italiana dei Ricchi e Poveri, e mi raccontano che la loro prima rivista di fumetti prende lo spunto da un suo verso: «ma dopotutto che cosa c’è di strano», solo che non sanno l’italiano e hanno sbagliato facendolo diventare «DopU Tutto». Li rincuorò dicendo che da Napoli in giù tutto finisce con la u e quindi vale sempre!
Ovviamente mi portò a casa il primo numero della rivista, la shopper e – non lo avrei mai detto- rivaluto i Ricchi e poveri.

Allo stand dei Fremok vorrei comprare tutto, c’è Thierry Van Hasselt e Laura Leeson di La Papeterie Des Arceaux, cartoleria rurale e libreria indipendente, con lei scambiamo due parole e ci facciamo i complimenti a vicenda perché da tempo ci seguiamo su Instagram. Io sono super imbarazzata, come quando mi succede di avere davanti le cose che amo.

Molti dei libri già li ho, ma mi porto via un lavoro a quattro mani di Pakito Bolino e Pascal Leyder, totalmente folle e bellissimo . E poi questo che non vedevo l’ora di avere.

Sabato, 14 settembre 2024

Ultimo giorno a Bordeaux. Stamattina mentre facciamo colazione in giardino, la canzone dei Ricchi e Poveri suona a tutto volume. Ho sempre pensato che fossero sfigati, invece scopro che in Francia hanno avuto un botto di successo.
Nel pomeriggio faccio un salto veloce al festival, ieri avevo preso un fumetto da Les Requins Marteaux ma avevo solo la carta e loro un problema con la connessione. Bene così, perche mi trovo con Winshluss in dedica, mi porto a casa Super Negra e Pinocchio, e ovviamente due disegnetti.

Domani torno in Italia, peccato: Mi sono innamorata di questa città.

Bordeaux, sarà perché ti amo.

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