Non sta succedendo niente

Boris e Paolo | QUASI |

Se dovessimo attenerci alla tradizione che abbiamo definito, questo primo numero dell’anno sarebbe dedicato al riassunto di quanto è accaduto negli scorsi dodici mesi.
Quel bigino, sciocco e frettoloso, è un esercizio che facciamo nella speranza di dare un senso a una realtà che spesso ci pare illeggibile. Da cinque anni, facciamo questa rivista nella speranza di assumere una posizione (certo, sociale e politica, ma, soprattutto, intellettuale) su quello che ci accade intorno. Perché amiamo i fumetti e, se non cerchiamo relazioni spaziali, temporali e narrative tra gli eventi, non capiamo nulla.

Alla fine, non capiamo niente lo stesso e la sensazione è che ci sia un gran turbinio di elementi in una scatola chiusa che non abbiamo la capacità di aprire. Resteremo a chiederci se quel cazzo di gatto sia davvero vivo e morto come il modello sembrerebbe indicare, fino a quando la scatola non andrà in frantumi.
Fino a quel momento, dovremo vivere con l’amaro in bocca datoci dalla sensazione che non stia succedendo niente. Lo sappiamo: le fabbriche riapriranno (con molti meno dipendenti) e arresteranno qualche studente (e qualcuno di questi diventerà, suo malgrado, un caso mediatico buono per suscitare l’indignazione di narratori poco dotati che si sforzano di dichiarare con vigore la propria dirittura morale).

Se avessimo fatto il nostro inutile elenco, ti avremmo detto del genocidio palestinese, dello scontro criminale russo-ucraino, delle guerre dimenticate, perché civili, in Myanmar e in Sudan, delle elezioni statunitensi, dell’ascesa di BRICS, degli effetti devastanti del colpo di stato in Niger del 2023 sull’Africa occidentale, delle catastrofi naturali che si distribuiscono democraticamente su tutta la superficie del globo, delle proteste in Iran, dell’esplosione nell’uso delle IA e della necessità di regolamentare una situazione potenzialmente fuori controllo…
Sarebbe stato un elenco lungo di eventi scomposti, con una data accanto, messo lì solo per invitarti a unire i puntini, trovare le connessioni, dire la storia.

E, ancora una volta, ci sarebbe rimasta addosso la sensazione che, benché il nuovo anno difficilmente potrà fare peggio di così (ma, non temere, riuscirà a sorprenderci), non stia succedendo niente.
Ci perdiamo l’occasione di distribuire lungo la cronologia dell’anno passato i film, i libri, i dischi, i giochi, le serie, i podcast, i fumetti che ci sono piaciuti un sacco, ma… chissenefrega! Facciamo una rivista che racconta quello che ci emoziona un giorno dopo l’altro: è l’unico modo che conosciamo per assumere una posizione intellettuale sul mondo, per cercare di leggerlo, per capirlo meglio.

Inizia il 2025. Mantieni alto il grado di attenzione e preoccupazione: non sta succedendo niente.

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(Quasi)