Gennaio 2025. Il primo mese di un nuovo anno. Quel periodo in cui ti illudi che qualcosa stia cambiando. Un nuovo inizio, forse. Ma no. Non succede niente. Il mondo continua a girare come sempre, e io sono seduto alla mia scrivania, a fissare una pila di fumetti. I miei propositi per il nuovo anno.
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In cima c’è l’antologia a fumetti DC Comics Solo. L’edizione deluxe. Un libro che già dalla copertina, con il Batman di Adam West, quello della serie TV anni Sessanta, disegnato da Mike Allred, sembra dirti che non è un fumetto come gli altri. È qualcosa di diverso, di unico.
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Tra il 2004 e il 2006, la “Casa dei Supereroi” ha lasciato che dodici disegnatori facessero tutto quello che volevano. Un numero ciascuno, nessuna regola. Prendete i nostri personaggi, dicevano. Stravolgeteli. Distruggeteli. Fateli vostri. Accompagnatevi da storie scritte da Neil Gaiman, Brian Azzarello, John Arcudi, Jeph Loeb. I migliori sceneggiatori. Talenti visionari.
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Non ho ancora aperto il libro, eppure pesa più di quanto dovrebbe. Mi racconto che darò solo un’occhiata. Magari una storia. Due, al massimo.
Ma so che mi sto prendendo in giro.
So che dentro ci sono tutti i Super DC. Ma so anche che non è questo il punto. Non sono i nomi, non sono i superpoteri. È il resto. È quel cambio di genere, quello stile artistico che si reinventa ogni volta. È il caos che vedi anche solo sfogliando le pagine rapidamente.
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Quindi, lo apro. Prima pagina… e BOOM! Una vera e propria esplosione diritta in faccia.
Quello che sto leggendo è un libro che non si limita a chiederti attenzione: te la strappa. Ogni quattro o cinque pagine cambia il gioco, ti trascina in un altro genere, ti mostra un altro stile artistico. Queste seicento pagine sono un concentrato di genialità. E il merito va ai disegni mozzafiato di Richard Corben e Brendan McCarthy. Per non parlare di Jordi Bernet e Scott Hampton, sempre impeccabili in ogni tratto. E Tim Sale? Darwyn Cooke? Perfetti, come sempre.
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Non ti è piaciuto l’ultimo racconto? Non importa. Il prossimo sarà diverso.
Non sopporti i disegni? Gira pagina e cambierà tutto.
E sì, ci sono un sacco di storie su Batman, ma non sempre è il Batman che conoscevi. E allora? Questo è il bello. Reinventarsi, cambiare, continuare.
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E Superman? Qui, Jeph Loeb e Tim Sale creano una scena sull’Uomo del Domani che tocca profondamente il cuore, una sequenza che sembrerebbe perfetta per il loro Superman: Stagioni. Poi ci sono altre storie, più strane, più folli. Come quella surreale e divertente che ha come protagonista Hourman, un supereroe che può usare i suoi poteri solo per un’ora al giorno. Durante i 59 minuti in cui non ci sono emergenze, si annoia profondamente, in attesa di una nuova occasione per intervenire.
Per non parlare di una storia scritta da Neil Gaiman e disegnata perfettamente da Teddy Kristiansen sull’eroe più controverso della DC: Deadman.
Non è sempre un supereroe che salva il mondo, non è sempre una risata a squarciagola. A volte è qualcosa che ti strappa via un pezzetto di cuore senza che tu nemmeno lo sappia. In fondo, Solo non parla di supereroi. Parla di cambiamento.
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C’è un western che ti fa venire voglia di salire su un cavallo e lanciarti nel deserto con una pistola in mano. Ci sono detective che fanno piazza pulita di tutto. Spionaggio? C’è. Romanticismo? C’è. A volte ti prende talmente tanto che pensi di aver capito tutto, ma non hai capito niente. Tipo il racconto di Howard Chaykin, con il suo jazzista nero che cerca di fuggire dalla Francia nazista. E Richard Corben ti porta in una tomba maledetta che non vorresti mai visitare. Ogni storia è un salto nel vuoto, un modo per riscoprire il vecchio attraverso nuovi occhi. E se continuassi a elencare tutte le storie che mi hanno fatto impazzire, saremmo qui fino a domani.
La forza di Solo è che non è un fumetto, è il fumetto. Ti fa venire voglia di leggere, ti sfida, ti scuote, ti fa vedere tutto quello che i fumetti possono essere. Ti costringe a vedere la bellezza e la brutalità che i fumetti possono raggiungere. Soprattutto per chi non ha mai dato una possibilità ai fumetti o li ha semplicemente snobbati.
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Leggere Solo oggi, dopo vent’anni dalla sua uscita, è come un confronto con tutto ciò che cambia e tutto ciò che resta. È un’antologia che parla di trasformazione, e ogni disegnatore, ogni sceneggiatore lo ha fatto a modo suo. Ti ricorda che anche i fumetti devono trovare nuovi modi di comunicare per rimanere vivi. Così come i miti, gli eroi, le storie devono reinventarsi per non morire. Ed è questo che rende Solo, a distanza di anni, ancora unico.
E io? Io pensavo di leggere un fumetto.
Laureato in archeologia del Vicino Oriente Antico alla Sapienza Università di Roma. Ha collaborato con diverse missioni archeologiche in Italia e all’estero (Siria e Turchia). Da sempre appassionato di fumetti, ormai quarantenne, decide di studiare sceneggiatura presso la Scuola di Fumetto Online di ComicOut. Ha all’attivo, nella veste di sceneggiatore, collaborazioni con diverse realtà editoriali, tra cui il settimanale Internazionale. Con Alessio Lo Manto crea i personaggi dellɜ archeologɜ Isa e Melano. I due appaiono prima su un breve articolo a fumetti per la rivista “Ex-NOVO Journal of Archaeology”, poi in alcune vignette per la Confederazione Italiana Archeologi e infine nel Graphic Novel «Diario di Scavo. Considerazioni finali» (Oblò-APS, 2021).
Moglie e figlɜ permettendo, continua a scrivere fumetti.