The Moon and Serpent Bumper Book of Magic: 07. Ancora funghetti, John Coulthart e… scioccanti comportamenti!

smoky man | Visiting Professor |

Rieccoci di nuovo qui dopo una pausa non pianificata. Scusate, a volte la vita fa le bizze e s’impone su tutto. Rieccoci, e… stavolta si va di corsa, direi, dopo la sosta meditativa su una singola pagina della scorsa puntata. E allora… pronti via!

Pagine da 85 a 92: secondo capitolo di The Soul, intitolato The Fungi from Beyond, ovvero Funghi da Altrove, con un rimando evidente nel titolo ai sonetti di Lovecraft e, conseguentemente, all’antologico di materiali alanmooriani che la Avatar editò tempo fa (vedasi Panini per l’edizione italiana).

La nostra Adeline Carr continua nel suo percorso di conoscenza della magia per poter affrontare la minaccia che incombe su di lei. È arrivato l’autunno e nel parco di London Fields, in compagnia di Alban Hamilton, Adeline prima legge The History of Magic, La Storia della Magia, di Éliphas Lévi e successivamente i due si dedicano alla ricerca di… funghetti magici. E ci raccordiamo così con la seconda puntata di Cose da fare in una giornata di pioggia: quanto esposto in termini di saggio si ritrova nella fiction.

Inevitabile il rituale con consumo della sostanza psicotropa e “impersonificazione” di Pan/Lucifero per Alban e di Diana/Selene per Adele, il Sole e la Luna. Adeline commenta così l’esperienza:

«Sai, non ho davvero la più pallida idea di cosa ci sia successo né di dove fossimo, ma mi è rimasta la convinzione incrollabile che fosse tutto assolutamente reale, a suo modo. Proverò a rileggere le parti sulla Cabala che ho saltato nel libro di Lévi perché mi sembravano troppo difficili. Credo che per addentrarmi ulteriormente in questo affascinante territorio dovrei almeno avere una sorta di guida.»

La puntata si chiude con il seguente passaggio:

«La minacciosa figura del mago del suo sogno sembrava molto più reale e mortale per lei adesso, ora che sapeva che c’era una inquietante materialità in quel regno inconsistente. Anche se, mentre smontava e riordinava il suo altare, Adeline non aveva più paura degli stregoni come prima. Aveva cavalcato nella selvaggia notte aradiana e adesso anche lei era una maga. E se Adeline si conosceva, sarebbe diventata una maga piuttosto capace.»

Su questo secondo episodio avevo chiesto qualche commento a Coulthart.

«Mi piacciono molto le vignette con i bordi arrotondati a formare una sorta di striscia sulle due pagine ed il loro riverbero psichedelico. Abbiamo poi un riferimento a Lovecraft nel titolo. E ci sono degli elementi che ritornano come Adeline con alle sue spalle l’illustrazione La scoperta del mondo archetipico vista in precedenza nell’introduzione del libro…

Avevo carta bianca per le illustrazioni di The Soul, quindi ho deciso di variare leggermente l’approccio in ogni episodio. Poiché il secondo riguarda un rituale psichedelico, ho iniziato con disegni in bianco e nero in cui il colore si insinua prima di esplodere nella sequenza rituale. Non sono sicuro da dove Alan abbia preso il titolo “La scoperta del mondo archetipico“, penso che potrebbe essere un’attribuzione errata poiché il disegno è apparso originariamente in uno dei libri di astronomia di Camille Flammarion come illustrazione che mostrava come il mondo medievale considerava il cosmo. Tuttavia, funziona come illustrazione occulta, quindi non penso che l’attribuzione errata sia un problema.»

Pagina 99. Seconda puntata delle tragicomiche Avventure di Alessandro. Il nostro, rappresentato da O’Neill in abiti femminili, dà vita ad un duo con un altro mago, tale Cocconate presentato con le fattezze di Ollio. Agli iniziali successi dei loro traffici (scanditi dall’esclamazione inglese “ka-ching” , ad indicare cospicui incassi) segue l’inevitabile dileggio pubblico (con tanto di piume e pece). Finiranno per trovare sostegno da una ricca dama macedone.

Ora sei episodi dei Grandi Incantatori, dal decimo al quindicesimo, sempre tratteggiati e sintetizzati con mano ispirata da Ben Wickey. Facciamo conoscenza con, in ordine di apparizione, Sosipatra e suo figlio Antonino (che nel 340 D.C. profetizzò la caduta dei templi pagani a causa di “qualcosa di mostruoso e senza forma”), Merlino, Alberto Magno («il prototipo del mago-scienziato») e Ruggero Bacone; episodio 14 è un bignami in sette vignette sul tema dell’Alchimia mentre il quindicesimo è incentrato su Raimondo Lullo («forse il primo visionario cabalistico europeo»).

Siamo a pagina 100, terza puntata di Cose da fare in una giornata di pioggia, il sottotitolo non lascia spazio ad equivoci: Shocking Beahviour!, Scioccanti comportamenti! In questa sezione vengono trattati, direi per dovere di cronaca, sempre tra il serio e il faceto, alcune delle pratiche più “controverse” «storicamente impiegate per ottenere lo stato di coscienza in cui quella che chiamo Magia può avvenire». E quindi via di sacrifici (dopotutto ci ricordano i Moore «la parola deriva dal latino sacrificium, che combina il termine sacer, ossia “sacro”, e facere, “rendere”, “fare”. Sacrificare qualcosa, di conseguenza, significa semplicemente “renderlo sacro»), violazione di taboo, blasfemia, sesso rituale, Aleister Crowley, Anton LaVey, tantra.

Pagina 108. Terza tavola di Alessandro e del racconto della sua vita. L’idillio con Cocconate e la macedone si conclude quando il trio fa tappa a Pella, città natale della donna. Il testo a corredo dell’ultima vignetta recita:

«Nella città di Pella – dove la leggenda narra che Zeus, assunte le sembianze di un serpente, generò Alessandro il Grande – i serpenti erano venerati. Le donne li allattavano e i bambini giocavano con loro: tutto questo diede ispirazione ad Alessandro per il suo piano più ambizioso.»

(CONTINUA…)

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