The Moon and Serpent Bumper Book of Magic:08 Sesso, Stelle e Serpenti

smoky man | Visiting Professor |

Seppur non del tutto certo dell’utilità di questi miei testi e del vostro gradimento, continuiamo imperterriti (almeno per ora) il nostro viaggio inoltrandoci in questo tardivo ottavo appuntamento col grimorio del duo Alan & Steve.

Pagine da 109 a 116: terzo capitolo di The Soul, dal titolo Forbidden Ceremonies, ovvero Cerimonie proibite. La situazione si fa bollente: la nostra Adeline si risveglia turbata ed eccitata dopo un sogno erotico in cui, impersonando Artemisia, consuma nozze rituali con suo fratello e marito Mausolo; l’estasi onirica e materiale è bruscamente interrotta dalla comparsa della minacciosa figura incappucciata del suo precedente incubo.

«Fu un fenomeno che non aveva mai sperimentato prima, nemmeno durante l’adolescenza, e reso doppiamente sconcertante dal fatto che la causa della sua eccitazione era il sogno di un rapporto con un uomo, un genere per il quale non aveva mai nutrito alcun interesse. Ancora respirando affannosamente, gettò uno guardò al familiare letto a baldacchino e all’arredamento rassicurante della sua camera da letto di Museum Street mentre lottava per riorientarsi e riprendersi dal suo brusco risveglio.»

Dal sogno alla “realtà”, il passo sarà breve. La nostra, infatti, si reca dall’amico e pittore Alban Hamilton per la consueta seduta come modella: dopo qualche provocante riferimento alla Cabala

«Ho ancora dei problemi a capire perché una parte dell’Albero della Vita è femminile mentre l’altra è maschile. Inoltre, perché la parte femminile è conosciuta come il Pilastro della Severità mentre quella maschile è il Pilastro della Mitezza? Mi sarei aspettata che fosse il contrario.»,

di lì a poco i due si ritrovano persi in un’anomala passione carnale, in parte mascherata da tentativo di esercizio di magia sessuale.

Qui la prosa di Moore, confesso, propone qualche passaggio involontariamente comico, come potrebbe/dovrebbe apparire l’asettica visione della prevedibile lista di acrobazie in un film VM18.

A titolo di mero esempio:

«Ricordava che non avevano usato parole mentre lui si era avvicinato al divano sbottonandosi la camicia mentre lei si alzava per aiutarlo a svestirsi, ma erano ripiegati sul linguaggio primordiale dell’alcova, fatto di miagolii spezzati e bassi gemiti anticipatori. Ci fu un primo sguardo e l’esitante manipolazione del suo membro ormai rigido, la sua bacchetta magica, sorprendentemente calda e asciutta al tatto, come la prima volta che, da bambina, aveva accarezzato una biscia. Alban invece fu colto da un senso di meraviglia, sia sacro che profano, mentre le sue affusolate dita d’artista cercavano la falce di luna, la nuova e bagnata Luna che era l’apertura anteriore di Adeline.»

Sia sin d’ora lode ai traduttori traditori!

Dopo l’ebbrezza carnale e un iniziale incremento di autostima legato anche alla violazione dei propri personali tabù, Adeline riflette su quanto accaduto e sulle ricadute negative arrivando alla conclusione che si era trattato di un comportamento avventato e controproducente. Il rischio era quello di perdere la guida e l’amicizia di Alban e probabilmente l’accaduto era, in qualche modo, una mossa dello stregone apparsole in sogno per isolarla e distruggerla con più facilità. Anche Alban ha pensieri similari; così tra qualche imbarazzo, i due si chiariscono rinsaldando il loro legame: per i fini magici è meglio tenere l’energia sessuale confinata in uno spazio immateriale piuttosto che concretizzarla sul piano fisico.

La puntata si conclude infatti come segue:

«Adeline rifletté che il lato sessuale della magia era forse meglio affrontato simbolicamente. L’Alchimia stessa non era forse principalmente interessata a un’unione simbolica tra le energie maschili e femminili, le cosiddette “nozze chimiche” tra Sole e Luna? […] Comprendere l’unione sessuale in termini di forze così astratte e universali, decise Adeline, trasformava l’atto fisico in una recita non necessaria e, nella migliore delle ipotesi, in una piacevole irrilevanza. Inoltre, il rapporto concettuale creava molto meno confusione, in tutti i sensi. Con l’Alchimia, forse avrebbe potuto trasmutare i suoi bisogni umani e plumbei in una valuta più preziosa. Forse, nell’illuminante bagliore del crogiolo di John Dee o Robert Fludd, avrebbe potuto trasformarsi in oro.»

Con i dovuti distinguo, questo momento nella storia di Adeline non può non ricordarci il fenomenale decimo albo di Prometha, Sesso, Stelle e Serpenti , in cui Sophie Bangs si concede, in cambio della conoscenza, al mago Jack Faust. Lì i disegni di J.H. Williams III, ammettiamolo, fanno tutta la differenza del mondo.

Ed ora, otto episodi dedicati ai Grandi Incantatori, dal sedicesimo al ventitreesimo: Ben Wickey continua a fare un lavoro impeccabile sintetizzando in una manciata di vignette vite e vicende assai complesse. Sono mono-tavole dall’agile piglio didattico, forse un po’ statiche ma di sicuro leggibili anche da un pubblico non particolarmente avvezzo ai fumetti. Colpisce l’assenza, fin qui almeno, di balloon di dialogo. Incontriamo: Giovanni Tritemio e la sua steganografia

«Tipico mago rinascimentale, credeva che i suoi studi alchemici, cabalistici e astrologici fossero pienamente compatibili con il cristianesimo.»,

Agrippa von Nettesheim, il Dottor Faust con le varie sovrapposizioni di personaggi reali e immaginari, gli immancabili John Dee ed Edward Kelly, i Rosacroce e, infine, Robert Fludd

«A differenza di predecessori come Dee e Paracelso, i contributi di Fludd alla teoria della Magia furono limitati. Tuttavia, operando una sintesi di discipline già note, Fludd fornì uno schema di riferimento per quasi tutti gli occultisti che vennero dopo di lui. È lui il primo Mago moderno?».

Siamo quindi a pagina 125, quarta puntata di Cose da fare in una giornata di pioggia, sottotitolo: Seeing Things, Vedere Cose.

«[…] è tempo di andare davvero al cuore della pratica magica: una volta che abbiamo raggiunto lo stato mentale in cui la magia è una possibilità, cosa succede dopo? Cosa possiamo fare? In breve, cosa fa la magia? Escludendo ciò che potrebbe essere considerato il limite inferiore della pratica magica, come maledire i nemici o lanciare incantesimi d’amore, quel che resta è un territorio magico che può essere affrontato in due modi nettamente diversi. Per dirla in parole povere, possiamo essere noi ad andare verso la magia oppure possiamo far sì che la magia venga da noi.[…] la prima opzione è la più sicura, almeno per i principianti. Dopotutto, se scopri di essere finito in una dimensione mentale che non ti piace, puoi sempre andartene. In alternativa, qualcosa che hai invitato nella tua vita potrebbe voler restare più del dovuto.»

Seguono esempi di esperimenti per la trasmissione di informazioni a distanza (ad esempio, un’immagine), proposte di viaggi mentali (come quelli dello sciamano nell’aldilà) con menzione dell’Enochiano e degli immancabili Tarocchi a cui il Bumper dedicherà una sezione apposita.

Pagina 133. Quarta tavola della biografia di Alessandro: il nostro, procuratosi un boa a Pella, si dirige verso la sua città natale, Abonutico. Qui, sbarazzatosi di Cocconate, «Alessandro creò una testa di lino con trecce bionde e una lingua controllata da crini di cavallo» che, montata ad arte sul serpente, dette vita e parola ad una nuova divinità, destinata a grande successo… Glicone!

E così siamo arrivati ad oltre un terzo del grimorio: ci manca ancora taaanta strada! It’s a kind of magic!

(continua…)

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