Altri appunti sulla sincronizzazione
Dicevamo: le due vicende, quella di Rusty Brown e quella di Chalky White [sì, lo so: i nomi… ci torneremo], procedono in parallelo; le vignette del fiocco di neve uniscono gli spazi (gli ambienti), e aiutano a segnalare la contemporaneità della vicenda; le inquadrature procedono, in entrambe le sequenze, alla stessa maniera, dal panorama al dettaglio.
Come lettori ci accorgiamo con facilità che ai due protagonisti accadono pressappoco le stesse cose: sono già svegli quando qualcuno bussa alla porta e dice loro di alzarsi; entrambi sono a letto, sotto una coperta (presumibilmente un piumino); di loro vediamo solo la testa, che ha una capigliatura simile (tonda).
Ma il parallellismo è molto più preciso di così. Contiamo:
[attenzione, per motivi di analisi, mi riferirò al numero delle vignette separando la vicenda di Rusty da quella di Chalky, ma considerando la doppia pagina come se fosse un’unica tavola; e naturalmente non inserirò nel conteggio le vignette del fiocco di neve]
– vignette 4-5 (sia sopra che sotto): vediamo il passaggio da interno ad esterno, con piccole variazioni. Se nella storia di Chalky White abbiamo un campo / controcampo con una sostanziale identità di inquadratura, nella sequenza di Rusty Brown c’è un avvicinamento più mediato (finestra + dettaglio della finestra, dove va notato, come segno di stile, il modo in cui la neve procede da una vignetta all’altra, con continuità di segno);
– vignetta 7 (sia sopra che sotto): bussano alla porta. I suoni tra le due narrazioni sono diversi, a indicare i due atteggiamenti, quasi opposti, di chi bussa: un “BAM BAM BAM” violento e insistente da una parte, un “KNOCK KNOCK … K-KLK” delicato dall’altra. Tra l’altro qui abbiamo una doppia sovrapposizione, perché la vignetta 7 della storia di Chalky è anche l’ultima della tavola e in entrambe le vignette che chiudono tavola 1 abbiamo del testo (“Ti amo” sopra, “Knock knock” sotto);
– vignetta 8 (sia sopra che sotto): appare la voce fuori campo di altri due personaggi che appariranno, per così dire, “in carne e ossa”, a p. 14 (la sorella di Chalky) e a p. 15 (il padre di Rusty);
– vignette 9 e seguenti: da qui in poi la narrazione su Chalky inizia a dilatarsi, come è giusto che sia, visto che le due storie devono procedere in parallelo e la striscia sottostante contiene più vignette; e ricordo che si tratta di vignette piccole, che contengono, quindi, meno testo. Se la voce fuori campo del padre di Rusty può risolversi tutta in un’unica vignetta (e Rusty risponde nella vignetta successiva, ma con un balloon spostato sulla destra, per allontanarlo livemente e dare un senso di pausa), il dialogo con la sorella di Chalky si prende quattro vignette, compresa una di pausa;
– entrambe le tavole finiscono con dei suoni che si smorzano: la voce di Rusty Brown che risponde al padre, il ciabattare della sorella che va in bagno.
Tra le altre cose, ha pubblicato “Un diario pressappoco” (con lo pseudonimo brèkane, RGB, 2007), e, insieme con Alberto Talami, i volumi a fumetti “Quasi quasi mi sbattezzo” (Beccogiallo, 2009), Morte ai cavalli di Bladder Town (Autoproduzione, 2010, premio Nuove Strade al Comicon di Napoli, 2011), “Il futuro è un morbo oscuro, dottor Zurich!” (BeccoGiallo, 2018, premio Miglior Sceneggiatura al Comicon di Napoli, 2019) e Jungle Justice (Coconino Press, 2022).