di Francesca Ghermandi
L’iniziativa nasce da un post pubblicato su FB da Eris Edizioni prima del Festival di Lucca Comics (2-5 novembre 2023), in cui erano scaricabili gratuitamente il disegno di Handala e il libro di Naji al-Alida pubblicato da loro nel 2013.
Eris suggeriva di usare il personaggio come meglio credevamo. Io ho pensato di fare una pagina con tanti personaggi di autori diversi visti di spalle accanto a Handala e proporla al settimanale “Internazionale” con cui collaboro. I personaggi dovevano essere senza bandiere, scritte e in silenzio, perché si leggesse un’unica frase:
«Senza bandiere e uniti a Handala per chiedere un immediato cessate il fuoco!»
Ne ho parlato a Lucca con Eris e con il fumettista Hurricane ed erano con me. A noi si è aggiunto il fumettista Giorgio Franzaroli. Abbiamo coinvolto una trentina di autori che poi sono diventati 83. La pagina è uscita su Internazionale il 24 novembre ed Eris ha scritto un post sul blog del proprio sito in cui, oltre al libro, è scaricabile il nostro manifesto.
(Invitiamo tutti a divulgarlo a stamparlo e ad appenderlo!)
Da lì, per passa parola, tanti autori hanno proposto la pagina ai loro giornali. Quella più significativa è uscita sul Fatto Quotidiano grazie al vignettista Mario Natangelo che ha scritto un bellissimo articolo. Hurricane ha battezzato questa iniziativa “Il primo happening pacifista della storia del fumetto”. Il giornalista di fumetti Ali Raffaele Matar a sua volta ha parlato dell’iniziativa a degli autori giapponesi (il fumettista Kawakatsu Tokushige, la pittrice Mariko Matsushita e la fotografa Zohre Miha) che hanno realizzato un manifesto simile ma con molti più autori.
Pare ora che altri autori in altri paesi stiano facendo la stessa cosa. La nostra speranza è riuscire a unirci con tutti gli autori che realizzeranno manifesti simili e farne uno gigantesco.
Naji al Ali è stato un vignettista palestinese ucciso a Londra nel 1987 per le sue idee che, come puoi leggere nell’articolo de “Il Fatto”, infastidivano non solo gli Israeliani, ma pure i palestinesi dell’OLP. Handala è un’icona pacifista del mondo arabo. È un bambino rappresentato sempre di spalle che osserva i disastri del proprio mondo come quelli che hanno voltato le spalle al popolo
Naji Ali disse: «è un’icona che mi protegge dagli errori e dalla tentazione di mollare, resterà piccolo a vita, crescerà solo quando tornerà alla sua terra, assieme a me.»
Mi sembra una richiesta logica e normale chiedere un cessate il fuoco. Eppure siamo in tempi dove il pacifismo è considerato banale, inutile, da fricchettoni.
Direi che la guerra ci riguarda tutti. E noi non possiamo assistere ai massacri senza fare nulla, senza esprimere un’opinione, vergognandoci pure di essere tra quelli che gridano per una pace incondizionata senza se e senza ma.
Io ho imparato il pacifismo proprio da mio padre, uno che ha fatto la guerra e che ne parlava come di una follia collettiva, che porta solo distruzione e morte. Che toglie ogni tipo di libertà creativa. Qualcosa del passato che fortunatamente non sarebbe tornata più. E io gli credevo. È morto esattamente trenta anni fa, il 18 gennaio. Quindi non sa.
Francesca Ghermandi