Giudici, città, soldati e una rivista di futuri passati

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Non esiste il tradito, il traditore, il giusto e l’empio, esiste l’amore finché dura e la città finché non crolla.”

Erri De Luca

Il portato della rivista di fumetti britannica “2000AD”, nata alla metà degli anni Settanta del Novecento, come abbiamo cominciato a capire, ha travalicato i confini del mondo del fumetto per modificare e plasmare un pezzo non indifferente della cultura pop della fine dello scorso millennio. I suoi autori e i loro lavori non hanno inciso solo sul mondo dei supereroi e, successivamente, sulla letteratura e sul cinema – insomma, sulla cultura di massa in generale -, ma hanno contribuito soprattutto, grazie all’apporto grafico e a quello di idee e forme innovative, alla ridefinizione del mondo ludico, compreso quello degli allora nascenti “videogiochi”, come oggi lo conosciamo.

Judge Dredd, personaggio di Pat Mills, apparve per la prima volta nel 1977 sull’antologia mensile di “2000AD”; cinque anni dopo, la Game Workshop acquisì la licenza per produrne un gioco da tavolo che fu progettato da Ian Livingstone, con illustrazioni di Brian Bolland e Ian Gibson.

Judge Dredd, sottotitolato The Game of Crime-Fighting in Mega-City One, è un gioco da tavolo per 2-6 giocatori in cui ogni giocatore assume il ruolo di uno dei Giudici/Vigilanti di Mega-City One; i materiali e l’impianto sono decisamente “imponenti”, progettati per un gioco da tavolo non classico.

La scatola del gioco contiene: un tabellone in due pezzi, che montato misura 16″ x 22″, 54 Carte Azione, 21 Carte Settore, 28 Carte Perp, 28 Carte Crimine, 6 Carte personaggio, un album di 24 pagine con Carte illustrate, 6 pedine giocatori, un regolamento di 4 pagine, un dado a 6 facce.

Lo scopo è arrestare quanti più Perp possibile e risolvere quante più Carte Crimine possibile aggirandosi per i vari settori della città, 6 in tutto; chi ottiene più punti vince.

Il gioco è impressionante per aderenza all’opera da cui è tratto, si gioca letteralmente il fumetto con una immersività totale, dovuta agli artwork, plasmati sulle tavole pubblicate dalla rivista “2000AD” e riportate identiche sul tabellone e nel sistema di gioco. Ne scaturisce una continuità che impressiona e che non delude né i fan del fumetto né il pubblico dei giochi, garantendo il successo del prodotto. Ristampato ormai a diritti scaduti, si rivela ancora oggi molto godibile nella sua giocabilità sorprendentemente moderna.

La Game Workshop ne trarrà, nel 1985, un GDR (gioco di ruolo), intitolato semplicemente Judge Dredd: Il gioco di ruolo, con un corposo libro di 200 pagine divise in due parti: un Manuale del giudice, il libro del giocatore di 72 pagine, e un Libro del Game Master, di 128 pagine. L’intento è essere quanto più fedeli all’opera originaria e alla sua ambientazione. I personaggi vengono creati con abilità di base, che vengono implementate mentre il livello e complessità del gioco aumentano. La sezione del GM descrive in dettaglio scenari, crimini e criminali, armi, mezzi di trasporto e quant’altro, e include un vocabolario dello slang di Mega-City. Al gioco base seguiranno due altre avventure: Il giorno del giudizio, nel 1986, e Slaughter Margin, nel 1987.

La saga termina con il gioco da tavolo Block Mania, del 1987, e con la sua espansione Mega-Mania, pubblicata lo stesso anno. Block Mania è un gioco da tavolo per 2 giocatori, ambientato nell’universo di Judge Dredd nel quale i residenti di due isolati di Mega-City devono causarsi gli uni con gli altri il maggior danno possibile, prima che i Giudici arrivino a ristabilire l’ordine. Il vincitore è il giocatore il cui blocco risulterà il meno danneggiato alla fine della partita.

Block Mania progettato da Richard Halliwell è illustrato dai disegni di Dave Andrews, Chris Baker, Colin Dixon e Brett Ewins che ne cureranno anche le espansioni; il gioco, che è una versione semplificata e innovativa di un wargame classico, consiste nel posizionamento di tessere e nel controllo del territorio, cioè delle due plance dei condomini. Con l’espansione si allargava la possibilità di giocarlo a 4 giocatori.

Quello stesso anno vedrà la luce il vero wargame innovativo, per ambientazione, ispirazione e meccaniche di gioco. Si tratta di Rogue Trooper basato sull’omonimo fumetto pubblicato su “2000AD” creato da Gerry Finley-Day e Dave Gibbons nel 1981, nel quale si raccontano le avventure, in un mondo dilaniato da una catastrofica guerra civile, di un futuristico soldato geneticamente modificato e con la pelle azzurra.

La guerra si combatte su Nu-Earth in un lontano futuro, senza regole, in un mondo dove le armi chimiche e biologiche vengono utilizzate con una frequenza tale da rendere l’atmosfera letale. Nel Massacro della Zona di Quarzo, l’esercito Nort, con l’aiuto di un traditore sudista, lancia un attacco che annienta tutta la fanteria nemica, tranne un soldato. Questi diviene il Rogue Trooper, che vive per dare la caccia al traditore che ha contribuito a organizzare il massacro. Da questo evento parte il gioco come versione alternativa al racconto del fumetto.

I giocatori controllano fino a 6 Rogue Trooper ciascuno e devono dare la caccia al traditore attraverso le devastate distese di Nu-Earth.

Il vincitore è colui che trova e uccide il traditore muovendosi su un tabellone diviso in aree, formate da caselle esagonali, che rappresentano le diverse regioni di Nu-Earth. Le miniature di plastica raffigurano i soldati e gli avversari e un sistema di carte viene utilizzato per rivelare chi o cosa si trova in ciascuna delle caselle mentre i giocatori esplorano il pianeta; ogni dettaglio carta o informazione è preso di peso dalle tavole del fumetto, di cui viene mantenuto lo stile in bianco e nero unito all’uso di colori per il tabellone e le schede personaggio.

Gioco molto compatto e dalle meccaniche fluide Rogue Trooper vanta però un altro primato: dal 1986 (un anno prima del gioco da tavolo) viene rilasciata una versione del fumetto come gioco per computer. Uno sparatutto isometrico realizzato dalla Piranha Software per Amstrad CPC, Commodore 64 e ZX Spectrum. Nel 1990 viene realizzato, per le console Amiga e Atari ST, un gioco di piattaforma che incorpora la possibilità di giocare in soggettiva con dei veicoli da combattimento; il titolo è realizzato dalla Krisalis Software.

Quando la Rebellion acquistò i diritti della rivista “2000AD”, pubblicò nel 2006 un’altra versione del videogioco Rogue Trooper , con possibilità di giocarla anche sulla Wii a partire dal 2009. Sempre quell’anno il protagonista di Rogue Trooper ha avuto un ruolo come ospite nel gioco Little Big Planet per la console PS3. Nel 2017 la versione denominata Rogue Trooper Redux è stata rilasciata per le piattaforme PS4, XB1 e Nintendo Switch ed è tuttora disponibile rendendo il titolo uno dei più longevi della storia del universo videoludico.

A metà degli anni dieci di questo secolo nella piena esplosione dei Cinematic Universe di Marvel e Dc Comics, Grant Morrison in un intervista dichiarò che sarebbe stata scritta e prodotta una sceneggiatura di Rogue Trooper; la conferma ci fu data nel luglio 2018 quando Duncan Jones rivelò che sarebbe stato lui a dirigere il film.

Nel gennaio 2024 lo stesso Duncan Jones ha confermato l’avvio della produzione del film, con sceneggiatura definitiva sua e di Gerry Finley-Day e Dave Gibbons; il prodotto sarà un film animato che utilizzerà il supporto della Unreal Engine 5 della Epic, strumento centrale dello sviluppo del gaming contemporaneo come l’acclamato Fortnite; l’uscita è prevista alla fine di quest’anno o a inizio del prossimo.

Erano gli anni Ottanta e il futuro era già arrivato. La sua visione che allora se ne aveva era sempre quella del “fantastico”, tutto stava però cambiando, ma non prima di regalarci un ultimo splendente lascito. Una storia, questa, che vi racconterò la prossima volta.

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