Alan Moore & Steve Moore: The Moon and Serpent Bumper Book of Magic

smoky man | Visiting Professor |

01. Alcune coordinate, qualche divagazione e… la copertina

Questo mese d’ottobre dovrebbe essere rinominato MDM, ovvero Mese Definitivo Mooriano: per gli anglofoni, sono usciti infatti il primo romanzo della pentalogia di Long London, The Great When, e… l’attesissimo, direi quasi mitologico, libro sulla Magia… (rullo di tamburi) The Moon and Serpent Bumper Book of Magic!
Se del primo ve ne sta ampiamente parlando l’amico Omar Martini, del secondo me ne occuperò io, il vostro fumoso preferito (credo/spero!).
E chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo rivisti sulle pagine digitali di (Quasi)?
Vabbè, tanto non ci legge nessunə!
Ma andiamo direttamente al dunque. Anche se sarà impossibile non perdersi in qualche divagazione e, al contempo, sorvolare su numerosi dettagli e possibili collegamenti.

La fumosa opzione (Quasi)

Semplice: leggiamo insieme The Moon and Serpent Bumper Book of Magic.
O meglio, io lo leggerò per voi, in una serie di interventi in cui vi racconterò contenuto, retroscena e amenità varie (nei limiti delle mie limitate conoscenze in materia), cercando possibilmente di evitare eccessivi spoiler.
Se siete qui, ora, evidentemente la fumosa opzione è stata accettata dagli amici di (Quasi).

Al momento non è stata ancora annunciata un’edizione italiana e, seppure il tomo abbia di certo un suo appeal commerciale, si tratta di un libro non banale da produrre, promuovere (non è un graphic novel, no no!) e di particolare collocazione. Vedremo.
(Ultim’ora: mi dicono che la trattativa sull’acquisizione dei diritti si sarebbe conclusa).

Concentriamoci quindi sull’edizione in lingua inglese.
Ovviamente, se siete impazienti, saprete come procurarvi una copia tutta per voi.

Che cos’è The Moon and Serpent Bumper Book of Magic?

Disponibile a partire dal 15 ottobre scorso, The Moon and Serpent Bumper Book of Magic è una co-produzione Knockabout e Top Shelf, le ultime case editrici “di fumetto” di riferimento di Moore, rispettivamente per il mercato UK e per quello USA (Top Shelf è, dal 2015, un marchio dell’editore IDW), dopo l’abbandono del mainstream (ovvero DC, Marvel & Co.) e il passaggio al romanzo.

Si tratta di un libro sulla Magia, di un vero e proprio grimorio. Un progetto ideato da Steve Moore & Alan Moore che affonda le sue radici negli anni Novanta del secolo scorso, legato in qualche modo alla conversione magica di Moore datata 1993, in occasione del suo quarantesimo compleanno.
Inizialmente annunciata nel 2007, rimandata più volte e rimasta in un limbo a seguito della scomparsa improvvisa di Steve Moore nel 2014, l’opera è stata ripresa negli ultimi tre anni per essere finalizzata e pubblicata anche grazie al fondamentale apporto di John Coulthart che, oltre ai contributi in veste di illustratore, ha curato il design dell’intero volume dando forma compiuta ai vari, eterogeni materiali (tra cui diversi fumetti, gli “ultimi” realizzati da Alan Moore se si segue la data di pubblicazione).

Urge sottolineare che il grimorio è una collaborazione piena e paritaria tra i due Moore (nessun legame di parentela tra loro), e se di Alan Moore dovreste già sapere tutto o quasi, su Steve Moore è opportuno spendere qualche parola.

Steve Moore, amico e mentore

In più di un’occasione Alan Moore ha indicato Steve come il suo mentore, ovvero la persona che gli ha insegnato come si scrive una sceneggiatura, e il suo più grande amico («ci conosciamo da quando avevo quattordici anni», ha dichiarato nel 2000). Nei primi anni Ottanta, quando Alan indossava ancora le vesti del disegnatore, i due hanno anche collaborato su diversi episodi di The stars my degradation per la rivista musicale “Sounds”: Alan con lo pseudonimo Curt Vile e Steve (ai testi) con quello di Pedro Henry.
Nato nel 1949, Steve Moore crea nel 1967 la prima fanzine inglese dedicata ai comics, “Ka-Pow”, ed è uno degli animatori principali del fandom britannico.
Attivo professionalmente come sceneggiatore sin dalla seconda metà degli anni Settanta, ha scritto supereroi per Marvel UK, episodi di Dr. Who, storie brevi e saghe per “2000 A.D.” (ideando il format Tharg’s Future Shocks); per la linea ABC di Alan ha creato il personaggio di Jonni Future e raccontato le avventure del giovane Tom Strong, tutti fumetti apparsi sull’antologico Le Straordinarie Avventure di Tom Strong, credo gli unici pubblicati in Italia a sua firma (ma potrei sbagliarmi).
Ma non ci sono soltanto i fumetti: Steve Moore è stato anche curatore di “Fortean Times” (famosa rivista inglese dedicata al paranormale, all’ufologia e ai fenomeni anomali) e uno studioso della cultura cinese, in particolare degli I Ching su cui ha scritto diversi libri. Interessato ai temi dell’occulto e della magia, si dichiarava un seguace di Selene, la dea lunare, mentre Alan è l’unico fedele rimasto di Glicone, il dio-serpente: ecco quindi “The Moon and Serpent” del titolo.
Nel 2006, per un’antologia curata dallo scrittore Iain Sinclair, Alan Moore scrive Unearthing, una biografia dell’amico Steve (inedita in Italia). Successivamente il materiale diventa una performance dal vivo, un audiobook e, infine, nel 2012 un libro fotografico a cura di Mitch Jenkins (che con Alan realizzerà poi dei cortometraggi e il film The Show, ma questa è un’altra storia).
Steve Moore ha vissuto tutta la sua vita a Shooter’s Hill, Londra.
È venuto a mancare improvvisamente il 16 marzo 2014.
Qui un approfondimento su Steve Moore.

Che cos’è The Moon and Serpent Bumper Book of Magic? BIS

Definita qualche coordinata, ritorniamo a parlare del grimorio riportando le parole di Alan Moore da un’intervista apparsa qualche giorno fa sul sito di “Publishers Weekly”:

«[…] con il Bumper Book abbiamo voluto presentare quelle che speriamo siano idee lucide, coerenti e collegate tra loro su come e perché il concetto di Magia è nato e si è sviluppato nel corso dei millenni, una base teorica e plausibile sul funzionamento della Magia insieme a suggerimenti sul suo impiego pratico e forse, in modo più radicale, una motivazione sociale per l’esistenza della Magia quale mezzo per trasformare e migliorare sia i nostri mondi individuali sia il mondo in generale di cui facciamo parte. Inoltre, volevamo trasmettere questo messaggio in un modo che riflettesse la natura colorata, psichedelica, profonda e talvolta molto divertente dell’esperienza magica. Abbiamo pensato che questo approccio sarebbe stato il coniglio più grande e più utile da tirare fuori dal cappello a cilindro, pressoché senza limiti, che crediamo sia la Magia.
[…] il Bumper Book è stato inizialmente concepito come un grimorio, e solo in seguito abbiamo deciso la forma delle sue varie parti. Alcune sezioni sembravano funzionare meglio come saggi illustrati, ma altre sembravano richiedere d’essere realizzate a fumetti. […]
Questa miscela di elementi in prosa e di fumetti, insieme a una leggera infarinatura di giochi e di templi fai-da-te, è servita anche a imitare l’atmosfera da annual per bambini che stavamo cercando.»

Sulla collaborazione con Steve Moore, co-autore dell’opera:

«Abbiamo lavorato insieme in totale armonia, nonostante nessuno di noi avesse mai collaborato direttamente con un altro scrittore prima d’allora. Abbiamo deciso fin dall’inizio che sarei stato io a scrivere effettivamente i testi del libro, in modo da mantenere lo stile di prosa vagamente coerente, ma solo dopo una lunga consultazione con Steve che si sarebbe anche occupato delle ricerche e di scovare tutti i dettagli necessari dalla sua vasta collezione di testi classici e sull’occulto.
Per le sezioni sulle “Vite dei Grandi Incantatori”, questa consultazione, a volte, avveniva frase per frase, con Steve che faceva notare che questa o quella affermazione era storicamente azzardata o, per lo meno, non era stata provata in modo definitivo e che era necessario modificare il testo. Avevamo già lavorato a diverse versioni del saggio che concludeva il libro, con una sessione di lavoro finale già pianificata, quando Steve inaspettatamente – e anche in un modo piuttosto misterioso – ci ha lasciato a marzo 2014.
Spero che avrebbe approvato la mia versione finale, è l’unica cosa presente nel libro senza il suo assenso, ma non ho dubbi che avrebbe amato il libro come oggetto: è in tutto e per tutto il bellissimo compendio di idee utili che abbiamo immaginato durante quelle ultime, emozionanti conversazioni, più di dieci anni fa. La mia copia di prova, per un caso fortuito, è stata consegnata un giorno prima del decimo anniversario della partenza di Steve per una vita migliore sulla luna, il che sembrava appropriato.»

È interessante sentire anche la voce di John Couthart che, nella sua consigliatissima newsletter “{ feuilleton }”, scrive [6]:

«[…] perché tutto questo viene presentato sotto forma di libro per bambini? “Perché no?” sarebbe la risposta scherzosa ma ci sono ragioni più specifiche. La discussione e la promozione della Magia nel XXI secolo vengono di solito veicolate in due confezioni stereotipate: misticismo New Age o spettralità dark. […]
La Magia, come la scienza e l’arte, riguarda il mondo intero, ma non lo diresti guardando i libri che trattano l’argomento. Usare gli annual per bambini come riferimento indica che gli autori intendono proporre le loro idee con una veste d’intrattenimento e graficamente piacevole ma al contempo con contenuti (relativamente) seri ed educativi. […] Il Bumper Book può somigliare superficialmente a un annual, ma questo non è un libro per bambini. Nei saggi si parla dell’uso delle droghe e del sesso nella magia, e ci sono molte scene di nudo (e anche una discreta quantità di sesso) nelle illustrazioni.
Il libro è uno studio serio sulla Magia ma, spero, non noioso.»

A me gli occhi! Ovvero, pronti per la Magia!

Ed eccoci finalmente arrivati a iniziare il nostro viaggio. Tra le mani ho la mia copia nell’edizione limitata, firmata da Alan Moore, disponibile in cento copie, edita da Knockabout; altre cento, di questa tiratura speciale, sono distribuite da Top Shelf.
L’unica differenza dall’edizione regolare, in termini di contenuti, è un foglio addizionale con il simbolo della luna e di Glicone, siglato da Moore con il suo monogramma: da qualche tempo lo Scrittore di Northampton firma così le sue opere e non più con una forma più estesa; tutto cambia, si dirà. L’altra differenza è il costo: 99.99 sterline contro le 39.99 della versione standard.
È uno splendido cartonato di grandi dimensioni: 23,5 x 31,5 cm, circa 3 cm di spessore, per 352 pagine di contenuti su carta patinata.
In copertina, su un fondo viola coperto di stelle dorate, racchiuso a mezzobusto in un ovale centrale con tanto di texture psichedelica, ci guarda un ragazzo sorridente: avrà una decina d’anni (azzardo).
Ha gli occhi spalancati, indossa una giacchetta blu con cravatta rossa (mi viene in mente una divisa scolastica), sul bavero sinistro ha una spilletta; nella mano destra impugna una sorta di bacchetta e nella sinistra quella che pare una carta da gioco: su tutti questi dettagli torneremo a breve.
Sotto l’ovale si staglia la scritta più grande presente in copertina, non potrebbe essere diversamente: “MAGIC”.

Il font utilizzato richiama quelli dei poster psichedelici anni Sessanta: subito penso a Bonnie MacLean, già citata sulla copertina del fenomenale n.12 di “Promethea” (non a caso il numero di magia forse più strabiliante eseguito a fumetti da Moore, in quel caso, insieme a J.H. Williams III).
Sopra leggiamo: “The MOON / and SERPENT / BUMPER BOOK / of”; sotto: “by ALAN MOORE / & STEVE MOORE”.
È tutto un abbacinante sfavillio d’oro.

Facciamo un passo indietro, ovvero rifocalizziamoci sul ragazzino magico in copertina. Notiamo che impugna nella destra un caduceo, ovvero un bastone alato con due serpenti attorcigliati, riferimento ad Esculapio, Ermes/Mercurio, Ermete Trimegisto (beh, l’avete letto “Promethea”, vero?): si tratta di un simbolo antichissimo e potente, dai significati molteplici.
Nella mano destra, il giovane mostra una carta. Ma qual è? Aguzzando un poco la vista e con qualche ricerca (o consultandosi con un esperto di certi argomenti), si scopre che si tratta di una carta dei tarocchi e più precisamente del Magus, la prima carta dei Tarocchi di Thoth ideati dall’immancabile Aleister Crowley e dipinti da Lady Frieda Harris: anche qui una densissima stratificazione di rimandi e connessioni, ancora Mercurio, ancora i serpenti e molto altro. Mi gira già la testa, confesso.

Sulla copertina ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere via e-mail con John Coulthart che, con grande disponibilità, mi ha rivelato qualche retroscena:

«La cover è nata su richiesta di Alan che voleva fossero inclusi i seguenti elementi:
a) dal punto di vista stilistico doveva sembrare un vecchio libro per bambini (o un “annual”, come lo chiamiamo noi inglesi);
b) un’immagine centrale raffigurante un bambino della prima metà del XX secolo che teneva una carta dei tarocchi in una mano e una bacchetta nell’altra;
c) il titolo dell’opera e i nomi degli autori.

Una richiesta molto semplice se paragonata ad altre copertine che mi sono state commissionate. La sfida più difficile era trovare una figura adatta come immagine centrale. Avrei potuto disegnare qualcosa io stesso, ma le vecchie illustrazioni hanno una qualità unica, portano sempre qualcosa del loro tempo nel presente. Il ragazzino è stato tratto da un’illustrazione più grande presente sulla copertina di una rivista americana degli anni ’30. La prima bozza, che ho realizzato nel 2007, non era così riuscita se paragonata a quella che appare sulla copertina stampata. All’epoca avevo recuperato soltanto un’immagine molto piccola dell’illustrazione originale (nel 2007 c’era pochi siti su questo tipo di materiali) quindi ho dovuto ingrandire un jpeg di ridotte dimensioni e poi dipingerci sopra usando il mouse. Il risultato non era poi così male, ma non sono mai stato del tutto soddisfatto. Quando ho iniziato a lavorare sull’impaginato finale, nel 2021, una delle prime cose che ho fatto è stata trovare una copia migliore del ragazzino. L’immagine ha avuto bisogno ancora di qualche correzione, ma è stato più semplice farlo su un file più grande e con la tavoletta grafica che ora utilizzo tutti i giorni. Noterai che la versione stampata ha più definizione di quella precedente, inoltre ho aggiunto la spilletta per rendere più evidente la differenza tra la vecchia e la nuova immagine. Tutto il resto della copertina – le stelle, la cornice (che presenta piccole lune e serpenti) – è stato realizzato da me.

Una nota sugli “annual”. Un annual per i lettori inglesi era (ed è ancora così) un libro pubblicato una volta all’anno, di solito un volume di grande formato, cartonato, che veniva distribuito poco prima del periodo natalizio. Cent’anni fa gli annual erano spesso delle produzioni costose ma a partire dagli anni ’50 iniziarono a venire stampati su carta economica e i contenuti spesso non erano più all’altezza. Anche se il Bumper Book è un libro per “grandi” la nostra intenzione era quella di creare qualcosa che avesse l’aspetto del miglior annual che un bambino avrebbe voluto ricevere come regalo di Natale.»

Continua…

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(Quasi)