Più di 8.000 soldati sono in servizio da millenni per garantire protezione eterna. Sono immobili, sempre vigili, come in attesa di vedere apparire all’orizzonte il nemico e combatterlo. Rigidi e silenziosi sembrano immaginare la guerra, sognare la battaglia e la gloria. Il costante aspettare non consuma però la loro presenza. Su di loro trascorrono quasi inavvertiti gli anni: 2.266. Non soffrono, non gioiscono, né per sé né per gli altri. Non hanno avuto madri da salutare o figli e mogli da abbandonare. Non hanno ricordi. Fuggono dal tempo restando in posa, affiancati e distanti. Vivono in un presente perpetuo. Per i valorosi custodi ogni giorno è vigilia.
Gli zelanti guerrieri d’argilla sono i sosia immortali dell’esercito che unificò la Cina. Circa 700.000 artigiani per quasi 40 anni hanno dato forma all’altrui ossessione: eternare l’imperatore. Il sepolcro che lo custodisce non è ancora mai stato violato. Si trova poco più in là, sotto la collina, circondato da fiumi intossicati dal mercurio.
I guardiani millenari non provano nessun desiderio di sopravvivenza misto a imprecisata insensatezza. Non vivono nessuna illusione e attesa della grande occasione per riscattare la propria esistenza. Nessun passato che non torna né futuro che non serve. Nessuno che preme e nessuno che li aspetta. Hanno un unico e costante intento collettivo. Stanno, rimangono e non fanno altro che aumentare di anno in anno. Sono tanti, ancora innumerevoli. Il loro microcosmo sembra averli stregati impedendogli di abbandonare la zona in cambio di una missione di vita. E con questa piena consapevolezza della propria utilità potrebbero già cantar vittoria.