Riassunto: gennaio e febbraio, marzo e aprile.
Maggio
Mentre combattiamo contro il COVID-19, un team di scienziati inglesi e kenioti annuncia la scoperta di un parassita unicellulare in grado di impedire la trasmissione della malaria da parte delle zanzare. Un passo avanti per debellare quel morbo antico. Sarebbe una buona notizia, se non fosse che entro la fine del mese i casi di contagio del morbo all’ultima moda censiti nel mondo sono sei milioni.
Le Nazioni Unite assumono consapevolezza del fatto che l’isolamento, la paura, l’incertezza e lo squasso economico stanno producendo un disagio tale negli individui che si tradurrà in complessità psicologiche ed emotive da gestire per i decenni a venire. Nell’aria aleggia il sospetto che il numero di suicidi subirà nei prossimi anni un incremento terrificante.
Il 25 maggio a Minneapolis una pattuglia ferma George Floyd. L’uomo viene immobilizzato con un ginocchio sul collo per otto minuti e quarantasei secondi, una tecnica assassina che scopriremo essere piuttosto diffusa presso la polizia locale. La sua morte viene dichiarata da un medico dell’ospedale in cui è stato portato dopo aver perso conoscenza. Il fermo, richiesto da un negoziante che ha composto il 911, è avvenuto in seguito al presunto acquisto di un pacchetto di sigarette con una banconota da venti dollari, forse falsa. La diffusione sui social del filmato dell’omicidio commesso dal poliziotto scatena rivolte feroci nei giorni successivi.
Maggio si porta via Michel Piccoli, cui i due che firmano la rubrica di QUASI “La grande abbuffata” con Lucia Lamacchia devono molto. La morte di Mory Kanté, dopo quelle di Manu Dibango e Tony Allen avvenute qualche settimana prima, ci sembra decisamente un attacco frontale ai nostri miti della musica africana. Muore anche Richard Sala, narratore sottile sulle orme di Chas Addams e Edward Gorey.
Maggio è il mese in cui esordisce, dopo un editoriale pubblicato il 25 del mese precedente, la versione web di “QUASI, la rivista che non legge nessuno”. Boris e Paolo cercano di prendere le misure e si ammazzano di fatica scrivendo praticamente tutti gli articoli: poco male, il lockdown ha dato loro un sacco di tempo libero e si annoiano molto. Progressivamente, nel corso del mese, salgono a bordo: Alessandra Falca, il cui “View-master” è presente fin dalla prima settimana; Alberto Choukhadarian con l’avvolgente “Chouk Amuck”; Lucia Lamacchia che dà un senso alla scrittura di Ugo e Michel ne “La grande abbuffata”; e Peppe Liberti con la precisione e la documentazione de “Il quark e il pinguino”.
Dopo l’astinenza forzata dei mesi precedenti, resi bui dal lockdown che ci ha segregati in casa, sembra proprio che gli editori abbiano deciso di giocarsi buone cartucce in questo maggio durante il quale si cerca di riemergere.
Raymond Briggs è uno dei fumettisti più grandi che questo pianeta abbia espresso. All’inizio del mese esce, finalmente in italiano, il suo libro più importante: Ethel and Ernest: Una storia vera per Rizzoli Lizard. Il volume si chiude con una postfazione di Paolo Interdonato e pure quella non è niente male.
Una casa editrice di cui non avevamo mai sentito parlare, Camelozampa, ci fa dono di una riedizione di Harold e la matita viola, primo volume di un meraviglioso ciclo di picture book del grande Crockett Johnson. Entro la fine dell’anno, la casa editrice manderà in stampa anche La fiaba di Harold, con la stessa qualità cartotecnica espressa nella confezione del primo volume. Questo ci fa sperare che presto potremo avere sulla mensola tutti quei libri bellissimi.
Oblomov manda in stampa Alack Sinner: L’età del disincanto, secondo e conclusivo volume del ciclo di Carlos Sampayo e José Muñoz. Non smettiamo di sperare che Igort trovi un posto nel catalogo della sua casa editrice per Sophie e per la raccolta delle storie che i due autori argentini hanno dedicato ai bar.
Comicon, la casa editrice del festival partenopeo, ha tradotto in italiano Imbattibile: Il solo vero supereroe del fumetto di Pascal Jousselin, raccolta di gustose storielle metatestuali, che sembrano giocare con le sperimentazioni messe in atto dal progetto OuBaPo voluto da L’Association.
Infine, Panini Comics pubblica Short Stories, una bellissima antologia di fumetti di Inio Asano.
Giugno
Intanto, in Congo, sei nuovi casi di Ebola e cinque morti. Non finisce mai.
Il 3 giugno Vladimir Putin ci rallegra il periodo che già gronda buone notizie dichiarando lo stato di emergenza per un incidente, avvenuto il 26 maggio, che ha prodotto l’immissione di ventimila tonnellate di petrolio nel fiume Ambarnaya, dritte nel permafrost del circolo polare artico (che è sempre meno “perma”). Greenpeace e WWF fanno sapere che siamo di fronte a un disastro ecologico della portata dell’incidente della petroliera Exxon Valdez, avvenuto in Alaska il 24 marzo del 1989.
Nel corso del mese, dopo le manifestazioni di Minneapolis negli ultimi giorni di maggio, scoppiano a Seattle e Portland manifestazioni di protesta contro gli abusi della polizia, il razzismo e Trump: Black Lives Matter.
Alla fine del mese i contagi censiti nel mondo sono oltre dieci milioni; i morti superano i 500.000.
Nel corso del mese muoiono: Dennis O’Neil, sceneggiatore di Batman per i disegni di Neal Adams e di The Shadow per quelli di Mike Kaluta; Joe Sinnott, storico inchiostratore di Jack Kirby; e Milton Glaser, IL grafico. Un pensiero commosso corre in particolare a Giulio Giorello che, grazie alla complicità dell’amico Tito Faraci, è stato, in alcune occasioni, un meraviglioso compagno di bicchieri e osteria.
In giugno arrivano su QUASI: Lorenzo Ceccherini che, con la sua rubrica “Il bassista non se lo incula nessuno”, analizza ritmo musicale e alienazione lavorativa, e lo fa scrivendo benissimo; e Arabella Urania Strange che dapprima si accomoda in uno spazio a forma di macchia chiamato “Rorschach” e poi, con la sua personalità gassosa, occupa tutti gli spazi che trova, diventando la voce più forte e personale di questa rivista che non legge nessuno;
In questo mese, Editoriale Cosmo inizia a pubblicare Stray Bullets di David Lapham. C’è da esserle grati.
In Francia Glénat pubblica Peau d’homme, ultimo lavoro di Hubert (ultimo davvero, dannazione!), disegnato da Zanzim. Bao ha pubblicato in italiano Bellezza, disegnato da Kerascoët, e i primi due volumi del ciclo Les Ogres-Dieux (tradotto senza ironia come Gli orchi-dei), disegnato da Bertrand Gatignol. Se leggi il francese, recupera Miss Pas Touche, ciclo di quattro volumi, disegnati da Kerascoët, i cui primi due sono stati tradotti una dozzina d’anni fa da Planeta/De Agostini con il titolo La vergine del bordello.
Il 19 giugno esce The Last of Us Part II, attesissimo seguito di uno dei videogiochi più premiati di tutti i tempi. Nei primi tre giorni di presenza sugli store il gioco ha venduto quattro milioni di copie. Da quel momento ha vinto tutti i premi possibili, qualificandosi come miglior fico del cesto. Gli acquirenti tardivi e i giocatori meno infoiati sono stati costretti a uno slalom estenuante tra i tentativi di spoiler: sappiamo di amicizie finite male per un’anticipazione donata con troppa noncuranza.
L’8 giugno BBC One trasmette in seconda serata le prime due puntate di I may destroy, nuova creazione di Michaela Coel, trentenne che fino a questo momento si era dedicato soprattutto alle comedy (oltre a fare una comparsata in uno dei recenti film di Star Wars), e che poi continua la programmazione nella doppia modalità tradizionale (a cadenza settimanale sul canale televisivo) e streaming in stile Netflix (tutte le dodici puntate sono subito disponibili sul Player della BBC). La serie si caratterizza immediatamente per uno sguardo realistico e personale su sessualità, genere e colpa/perdono, ben distante dagli sguardi più convenzionali e politicamente corretti, ma di successo, presenti per esempio in serie come Years and Years.
Il 10 giugno, sempre BBC One dà un bel colpo alla serialità televisiva sfruttando in maniera narrativa il COVID con Staged. Prendendo spunto dall’effetto negativo che la pandemia sta avendo su cinema e teatro, David Tennant e Michael Sheen sono costretti a salvare la produzione di Sei personaggi in cerca d’autore attraverso videoconferenze usate per discutere con il regista, gli agenti e i possibili attori da coinvolgere. Visto il successo e poiché non ne siamo ancora usciti, dal 4 gennaio 2021 è iniziata la seconda stagione.
Alan Bennett è uno degli autori britannici più importanti e il 23 giugno la BBC ha trasmesso il remake di dieci monologhi (ai quali ne sono stati aggiunti due nuovi) che erano stati originariamente trasmessi negli anni Ottanta e Novanta. Alan Bennett’s Talking Heads presenta in ogni episodio un personaggio che racconta gli eventi drammatici che le/gli sono accaduti, con uno sguardo allo stesso tempo chirurgico ed empatico per i piccoli e grandi drammi di persone comuni. La scrittura e l’interpretazione perfette rendono lo show una visione quasi imprescindibile.