Milano 1998, Milano Fumetto. «Would you draw a Fat Francine, for me?» e tu vaglielo a spiegare il motivo al Terry Moore che ti squadra ind(i)efisso con sguardo adombrato di lombrosiano disprezzo (e dire che il prezzo degli albi (glie)l’hai sempre pagato. pieno. ecco, appunto. non è più bella bella piena, Lei, la più amata dai Sippers, la Frànci?). anche piuttosto tenero e delicato, via. che sarebbe appunto la pacata accettazione degli etti in più, ché le ragazze sono sempre bellissime anche così, anzi di più. e poi, non è una roba fisiologica?: gli uomini hanno la barba = le donne hanno la cellulite. abbasso i tabù (innalzo invece le caramelline nere alla liquirizia) e il fitness. accà nisciùno è fì(tne)ss. e comunque finisce con tipo un (grazie Google Translate!): «auguri. ne hai bisogno.».
Milano 1999, Borsa del Fumetto. Paolo Bacilieri presenta il suo primo albo per la Sergio Bonelli Editore, accompagnato da Carlo Ambrosini (più tardi pagherà visita anche Maurizio Rosenzweig, facendo roboante ingresso con la travolgente simpatia di cui è portatore sano (quasi) quanto di capelli). «Ma il personaggio di Phonx ha le fattezze di Attilio Lombardo, l’aletta della Samp campione d’Italia 1990-1991, o sbaglio?» «E’ LUI! Lo adoro!». Con Ambrosini si evocano le nuove incursioni sulla fascia, in quel di Crystal Palace.
Rapallo 2000, Teatro Auditorium delle Clarisse. Matteo dice: «Guarda alla nostra sinistra: non è Davide Toffolo?» mentre Mauro osserva divertito. Scatto da centometrista, urtando amici e perfetti unknow non più consapevole di nulla, nemmeno un secondo attendendo, mai troppo attento, attentando all’incolumità dei già comodi seduti presenti, atterrando praticamente in braccio l’attuale Direttore dell’Istituto Italiano di Cumbia: «Ah. Non suonate, allora.». El Tofo, al solito carico di paziente compassione per i più fragili preferisce proferire: «Perché saresti venuto ad ascoltarci, vero?». Luca, apparentemente sprovvisto sul momento di bacchette, non mi bacchetta ma si limita all’esterrefatta contemplazione (che suona (quasi) come contempt).
Lucca 2000, Palazzetto dello Sport. Arrivare tutto entusiasmo al cospetto di Andrea Plazzi: «Ennò. Perché voi di Puntozero avete gli autori più grandi di tutti sempre: Magnus, Eisner, Rosenzweig». Gironzolante nei pressi, con sapiente autoironica autorevolezza, Giuseppe Palumbo intima autoritraendosi autoritario: «Rosencrànz, fagli un bel disegno: lui ha tutto di tutti». E nel contempo sigla l’epitaffio perfetto. “Qui giace Ciùcàdarìan: aveva tutto di tutti”.
Bologna 2011, Cineteca di. DT ha appena tenuto, a sala gremita, una lectio magistralis su TUTTO (partendo da Pasolini). Regalare un libro di Dario Bellezza in tema e dileguarsi intelligentone nel pomeriggio felsineo al congedante suono di uno stentoreo: «Ciao, bello!» (mai più detto in vita mia. Chissà poi perché usato quel giorno. Mah! Magical Mistery da far Tournare la testa).
Lucca 2006, Piazza San Michele. A fiera chiusa autori, editori, addetti e appassionati si riversa(va)no nelle strade del centro cittadino alla ricerca di un ristorante con ancora qualche posto libero. Il gruppetto degli amici miei, atto di forza (essì, ricordo proprio tutto: total (ehm) recall), incrocia quello composto dal cuore editoriale di Coconino Press, già attiva da più di un lustro. Riconosco Igort, ma i miei occhi si concentrano e soffermano su quelli di Gipi, inumiditi distesi lucidamente aperti a uno stupore nuovo. La sensazione è stia vivendo attimi innestati in un’atmosfera da sogno, (quasi) irreale. E’ l’anno di S., il successo riscosso dal suo lavoro sta diventando tangibile. L’anno prima Questa è la stanza è uscito anche in Francia. Ho sempre considerato uno speciale privilegio la fortuna di aver colto una tale nitida visione di un così (s)folgorante istante di cambiamento di una Vita, la sua, disegnata benissimo.