La Gatta è un’esperta di amori irrequieti, irrisolti, combattuti, non corrisposti, eccessivi, disfunzionali, anomali, sovraesposti, sfocati, accelerati, deviati, non lineari, stremati, attenuati, offuscati, folli, incendiari, pirati, illeciti e pure normalissimi.
Ottima ascoltatrice, garantisce un orecchio attento e comprensivo, l’assoluta mancanza di giudizi e l’accoglienza sempiterna nel suo cuore. Le sue risposte illuminano un futuro privo di moralismi
Cara Gatta Matta,
so di avere sbagliato. So che non potrà perdonarmi.
Quando ho visto quel giovane male in arnese entrare nel mio locale, a Dawson, la cosa che più mi ha colpito in lui è stato lo sguardo. Aveva la determinazione dello straniero che ha deciso di trovare ricchezza in un continente che, in fondo, non era più così nuovo.
E quella ricchezza, lo si vedeva, l’avrebbe prima o poi trovata.
Sono stata avida. Ho voluto truffarlo, è vero. Mai mi sarei aspettata una reazione così fuori misura. Mi ha rapita, schiavizzata. Ha preteso che saldassi il mio debito. E, un po’ alla volta, quella voce nasale e quel terribile accento sono diventati affascinanti. Un languore mi attanagliava ogni volta che, in quello stretto casotto, eravamo costretti a sfiorarci.
Non sono ingenua. So che del proprio carceriere ci si può innamorare e non è un sentimento buono, puro, sincero. Ma, alla fine, quei giorni di reclusione sono stati i più dolci della mia vita. E, ora, lo so: mi ha dimenticata.
Un caro saluto
DD (lettera firmata)
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Gatta Matta risponde:
Qui mettevò un gvazioso mattone tutto pvonto pev l’uso. Qui su questa tiepida voccia mi mettevò io, in attitudine di viposo e di attesa. E da tutto ciò vevvà qualcosa di mevaglioso.
Cara Gatta Matta,
il poliamore non è solo gioia. Quando tutto è iniziato ci sembrava che fosse il coronamento di un sogno di libertà assoluta: eravamo fantastici. Certo, c’era chi ci tacciava di maschilismo. Noi tre maschi ci vantavamo del fatto di poter allungare il nostro corpo, indurirlo come pietra, essere infuocati. Lei, al meglio delle sue possibilità, era una ragazza invisibile. Poi, un po’ alla volta, gli equilibri del nostro ménage à quatre si sono fatti più complessi. Voyeur chiamati osservatori, amanti coi piedi alati, divoratori dei nostri mondi… Piano piano, abbiamo capito che era lei, con la sua presenza mascherata di assenza, a dare un senso alla nostra famiglia. E adesso è tutto così strano. Complesso. Incomprensibile. Che sia tutto finito?
Uno dei quattro
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Gatta Matta risponde:
E viene da dove stavo andando io.
Cara Gatta Matta,
la routine familiare ci uccide. Siamo insieme da così tanto. E mai una distrazione, un tradimento, una violazione delle aspettative del partner. Per mantenere la nostra relazione di coppia vitale, dobbiamo inventare sempre nuovi giochi. Metterci alla prova. Usare gli strumenti più sofisticati. Inguainarci di nero e sfidare la morale comune. Ci piace il rischio. Vogliamo un mondo senza religioni e senza colpe. E ci piace la fuga: scappare quando, inevitabilmente, veniamo sorpresi, per evitare il giudizio.
Alla fine la cosa che ci piace di più è tornare nel nostro covo d’amore, sederci sul divano, guardarci negli occhi, dirci quanto siamo importanti e baciarci.
La coppia in nero
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Gatta matta risponde:
Cos’è che ci fa così pieni di cuviosità? Mi fa vevgognare talmente. Non ne hai idea. Ho sentito che la cuviosità è stata fatale a un gatto una volta.