Sono una mente semplice. Se voglio ricordarmi i fumetti che devo guardare mi tocca di appuntarmeli da qualche parte. Lo faccio qui.
Il primo febbraio esce il novecentesimo episodio di “Diabolik”. Scritto da Gomboli, Pasini e Finocchiaro e disegnato da Giordano e Brandi con flashback di Giuseppe Palumbo. Le pagine di Palumbo continuo a guardarle con piacere anche quando disegna sulla cyclette guardando una serie televisiva.
Il 3 febbraio J-pop annuncia il volume 6,5 di Neun di Tsutomu Takahashi. I sei volumi che – da come avevo capito – raccolgono la storia completa sono un gioiello di rara precisione narrativa. E fanno una cosa che nessuna narrazione ha il coraggio di fare: non ti prendono per il culo. Nessuna consolazione, nessuna speranza, nessun finale. Adesso arriva ‘sto coso dalla numerazione sghemba. Lo so, dovrei fidarmi di Takahashi, ma ci vuole veramente niente a far cadere e mandare in frantumi una pietra preziosissima lasciata con cura in una situazione di equilibrio così instabile.
Il 3 febbraio esce per Oblomov il secondo volume di Bella Ciao di Baru. La prima parte è fino a oggi la cosa che mi ha lasciato più freddo del francese. Amo i suoi fumetti da quando mi sono ritrovato per le mani l’edizione Casterman, quasi manga su carta porosissima, de L’autoroute du soleil. Da allora lo seguo con devozione. Continuo ad aver fede.
Ancora il 3, Oblomov annuncia il terzo volume di Paulette di Wolinski e Pichard. NECESSARIO.
Sempre il 3, in francese, esce l’undicesimo numero di quella che, in questo momento. È la mia rivista preferita: “Nicole” edita a cadenza annuale da Cornelius. Si apre sempre con un riassunto dell’anno appena concluso e poi articola un’infilata bella e inaspettata di fumetti e illustrazioni. Una quindicina di euro per un mattone di carta che dà un sacco di soddisfazioni.
Il 5 febbraio, per Bonelli, esce il quarto numero di “Supertex”. Mentre conteggiava il volume delle rese di “Dylan Dog”, il mensile che non legge nessuno, la casa editrice milanese ha scoperto che il personaggio del futuro è il ranger inventato nel 1948 da Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini. Pare che “Tex Willer”, la collana dedicata a Tex Year One abbia avuto, da subito, un successo di portata tale da suggerire una ridefinizione della pianificazione editoriale. Tra le robe varie c’è anche questo “Supertex” che recupera storie già pubblicate altrove colorate così così (si sa che i lettori non sono particolarmente sensibili alla qualità della colorazione e sono disposti a tollerare pagine passate con rullo e pennellessa). Questo quarto numero contiene l’inizio di una storia disegnata da Victor De La Fuente. Tempo fa Igort mi ha incuriosito parlandomi di “Mortimer”, un tascabile pubblicato da Ediperiodici, uscito per una dozzina di numeri a metà degli anni Settanta. Sono riuscito a procurarmi la serie completa a un prezzo ragionevole e, colmo di preconcetti, l’ho letta con vivo divertimento. Gli autori sono Giorgio Pedrazzi e Victor De La Fuente. So già che quelle pagine mi faranno male, ma voglio vedere ancora una volta quel west.
Finalmente il 9 febbraio esce il “Dylan Dog Horror Fest” di Officina infernale, Spugna e Jacopo Starace. Al giro precedente, una ripianificazione dell’ultimo momento ha fatto saltare l’uscita. I maligni dicono che la sostituzione sia avvenuta perché i responsabili della produzione di Bonelli avevano cambiato la carta per gli albi, senza fare una prova di stampa a colori: il risultato – sempre a detta dei maligni – è una colata cromatica fittamente impastata. Per fortuna c’era un albo già pronto con così tanti balloon (e così tanto grandi e fitti di parole) che i disegni da stampare male, innestati in spazi minuscoli tra una nuvoletta e l’altra, occupavano pochi centimetri quadri della superficie di ciascuna pagina.
Il 10 febbraio, editoriale Cosmo distribuisce in edicola il primo numero di una nuova collana intitolata “I maestri della historieta”. Si inizia con Evaristo di Carlos Sampayo e Solano Lopez. Un poliziotto cattivissimo le cui imprese sono state finora pubblicate solo in rivista (“L’Eternauta” e “Lanciostory”, se non ricordo male). Attendo con ansia.
L’11 febbraio, se leggi il francese, puoi farti arrivare a casa dal tuo spedizioniere di fiducia Black Friday, il quinto volume di Shi di Zidrou e Homs. Come dici? Non sai cos’è questa serie? Recuperala: è la storia di una setta di assassine e i francesi hanno l’abitudine di preparare un pacco con i primi due volumi a prezzo contenuto per chi vuole entrare in corsa in una serie. Non leggi il francese? Ti toccherà aspettare la traduzione italiana: Panini ha già fatto uscire i primi quattro volumi.
Il 12 febbraio esce un numero di “Dylan Dog oldboy” con una storia scritta da Silvia Mericone e Rita Porretto. Quella testata pare la fortificazione dentro cui proteggere un asset aziendale in attesa della scadenza di un certo contratto. Vengono chiamati a raccolta su quelle pagine gli autori strani e non allineati. E si finge che Dylan Dog non si sia mai sposato con Groucho.
Il 15 febbraio esce – in francese – il secondo numero della nuova serie “Métal Hurlant”. Il primo numero, che raccoglieva solo materiale realizzato appositamente, non mi ha entusiasmato. La nuova edizione prevede che si alterni a un numero di fumetti inediti uno di recuperi dalla storia della rivista. C’è la possibilità che sia molto molto bello.
Il 16 febbraio per J-pop esce il secondo volume di Showa di Shigeru Mizuki. È la storia del Giappone contemporaneo raccontata da uno dei fumettisti più grandi dell’universo. Un misto di ricordi, documentazione, analisi, disegno straordinario e capacità di raccontare fuori misura.
Il 16 febbraio esce, in francese per Paquet, Le Tintoret, l’edizione francese del fumetto disegnato Gianmarco Veronesi e scritto da Alberto Bonanni, il grafico di (QUASI). Amiamo Alberto, dovresti amarlo anche tu!
Il 17 febbraio, in inglese per Abrams Comic art, esce Flung Out of Space: Inspired By The Indecent Adventures of Patricia Highsmith di Grace Ellis e Hannah Templer. Copio la descrizione che ne dà l’editore:
A fictional and complex portrait of bestselling author Patricia Highsmith caught up in the longing that would inspire her queer classic, The Price of Salt. Flung Out of Space is both a love letter to the essential lesbian novel, The Price of Salt, and an examination of its notorious author, Patricia Highsmith. Veteran comics creators Grace Ellis and Hannah Templer have teamed up to tell this story through Highsmith’s eyes—reimagining the events that inspired her to write the story that would become a foundational piece of queer literature. Flung Out of Space opens with Pat begrudgingly writing low-brow comics. A drinker, a smoker and a hater of life, Pat knows she can do better. Her brain churns with images of the great novel she could and should be writing—what will eventually be Strangers on a Train— which would later be adapted into a classic film by Alfred Hitchcock in 1951. At the same time, Pat, a lesbian consumed with self-loathing, is in and out of conversion therapy, leaving a trail of sexual conquests and broken hearts in her wake. However, one of those very affairs and a chance encounter in a department store give Pat the idea for her soon-to-be beloved tale of homosexual love that was the first of its kind—it gave the lesbian protagonists a happy ending. This is not just the story behind a classic queer book, but of a queer artist who was deeply flawed. It’s a comic about what it was like to write comics in the 1950s, but also about what it means to be a writer at any time in history, struggling to find your voice. Author Grace Ellis contextualizes Patricia Highsmith as both an unintentional queer icon and a figure whose problematic views and noted anti-Semitism have cemented her controversial legacy. Highsmith’s life imitated her art with results as devastating as the plot twists that brought her fame and fortune.
Il 18 febbraio esce L’œuvre-piège di Marc-Antoine Mathieu, un albetto della collana Pattes de mouche de L’Association. Se non hai mai tenuto in mano uno di quei libercoli, pensa a degli oggettini che assomigliano, per formato e consistenza, agli storici millelire di Stampalternativa. Si tratta di quadernetti spillati molto piccoli che costano 3 euro e contengono un fumetto breve che, negli anni, mi hanno regalato un sacco di giioia. Mathieu è un tipo che passa la vita a giocare con i vincoli del fumetto e a costruire racconti che non precipitano mai nell’area «il metatesto ha rotto il cazzo».
Il 23 febbraio J-pop pubblica il primo volume della nuova edizione di I’m a hero di Kengo Hanazawa. Al primo giro me l’ero persa. Stavolta rimedio che per tutto il periodo della prima pubblicazione, ogni volta che ne vedevo un volume nuovo malediceva la mia distrazione.
Il 23 febbraio esce, in francese per Glénat, Les temps perdus di Ralph König. È l’episodio che racconta il confinamento di Paul e Konrad, la coppia protagonista della serie. Continuo a guardare con malanimo tutti gli editori italiani che non stanno dedicando una collana ai fumetti di questo autore tedesco.
Il 24 febbraio Saldapress manda in libreria il primo volume di Crossover di Donny Cates e Geoff Shaw. Dopo Redneck – che è una delle cose più divertenti degli ultimi anni – spero che Cates mi regali un’altra serie esplosiva. Dita incrociate.
Il 25 febbraio Dynit raccoglie i due volumi de Le memorie di un gentiluomo di Moyoko Anno in un cofanetto. Una buona occasione per recuperarle. Anche perché questa autrice straordinaria di fumetti ne fa sempre meno.
Non ho mai visto la versione di Moby Dick disegnata da Franco Caprioli. NPE la porta in libreria il 25 febbraio. Farò in modo di guardarla con attenzione. Se è bella come sembra, toccherà scavarle una nicchia accanto a quelle di Dino Battaglia e Bill Sienkiewicz (lo so, c’è anche quella di Will Eisner, ma la tengo in una scatola insieme alle robe così così ché le mensole non riescono a contenere tutto).
Va detto che Mericone e Porretto firmano anche l’albo di “Dylan Dog” che esce il 26 febbraio e quindi, questo mese, tocca di leggerli tutti.